Il reato di pensare
Il reato di pensare : Oltre il conformismo, esercizi di libertà / Paolo Crepet. - Milano : Feltrinelli, 2025. - 180p, br. - (Strade blu. Non Fiction). - ISBN 978-88-04-78289-6.
A me piace molto Crepet, soprattutto quando tuona contro i genitori che portano i trolley dei loro figli quando vanno a scuola, ma in questo suo ultimo libro onestamente non trovo molto materiale originale e me ne dolgo, perché forse le cose migliori le ha già dette e scritte e, anche se repetita juvant, temo ci sia un’euforia editoriale sui grossi nomi, che vengono spinti a pubblicare sempre nuovi libri mentre si penalizzano i giovani, gli invisibili, gli esordienti.
Non me ne voglia Crepet, che è un grande psichiatra e pensatore. Ha buona compagnia, se pensiamo ai politici che si improvvisano giallisti e ai giornalisti che con un tempismo impeccabile portano nelle vetrine delle librerie il volto del santo di cui oggi si richiede intempestivamente il ripristino della festività nazionale. Mi ritengo, come l’autore, sostenitrice del libero pensiero, e credo ci sia posto per tutti (figuriamoci poi in un paese dove un Vannacci coesiste con un Saviano…) ma vorrei solo soffermarmi su alcuni punti di Il reato di pensare che condivido per buona parte … ma solo appunto in parte.
Cosa condivido:
I genitori iperprotettivi sono i maggiori responsabili della fragilità dei loro figli;
Viviamo in una società che ci assopisce e anestetizza (cfr. Ipnocrazia);
I muri urbani comunicano pensieri attraverso i graffiti.
Cosa non condivido:
L’idea che i “giovani “cerchino lavori comodi … bella grazia se ne trovano uno, col vuoto che gli abbiamo colpevolmente fatto intorno noi “vecchi”;
L’accusa al politicamente corretto, la cui motivazione era sacrosanta e che è stato scalzato dal linguaggio dell’odio praticato dal potere e dalle persone ignoranti e in mala fede che lo sostengono;
L’accusa alla cultura woke: pur condividendo la presa di distanza dalla cancel culture, vorrei ricordare a Crepet che oggi abbiamo un problema ben più grave, che è la progressiva cancellazione dei diritti civili, tra cui quello di parola da parte di molti presidenti di nazioni che continuiamo a definire democratiche.
Crepet, ma lei le ha lette le parole proibite da Trump? Altro che cancel culture… è di quella cancellazione e di quella cultura della rimozione che dovremmo preoccuparci, noi come lettori e lei come psichiatra. È bene riportare il lupo nella fiaba di Cappuccetto Rosso, ma intanto dovremmo denunciare la censura di parole per cui abbiamo lottato per tanti anni, come diversità, inclusione, ecologia, ambiente, o genere…
E invito Crepet, che ce l’ha tanto con la comfort zone, a uscire lui stesso dalla sua zona di conforto e ad aggiungere ai suoi pur gradevoli raccontini di quando andava al mare da bambino, o delle donne che incontra in chiesa, qualche contenuto scientifico in più (e magari un po’ di bibliografia e riferimenti meno egoriferiti) e a domandarsi: se questo libro l’avesse scritto un neo-specializzato, glielo avrebbero pubblicato così com’è? Eh, lo sappiamo: Crepet è Crepet. E una rosa è una rosa. Ma se pensare non è reato, beh io qualche dubbio sull’onestà intellettuale dei grossi nomi che sfornano libri come fossero pizze ce l’ho. E per chi lo avesse ascoltato ad Accordi e disaccordi, vorrei precisare che Costantinopoli, oggi, si chiama Istanbul.

- Copertina di Il reato di pensare, di Paolo Crepet
Sinossi editoriale
Tra aneddoti, riflessioni e toccanti esperienze personali, Crepet ci sfida a riscoprire il coraggio dell’immaginazione e la forza dell’autenticità, consegnandoci un vero e proprio manifesto per chi rifiuta l’omologazione e vuole riscoprire la potenza, oggi rivoluzionaria, del pensiero libero.
Viviamo nell’epoca che più di ogni altra celebra la libertà e la proclama un diritto assoluto. Eppure qualcosa non torna. Una nebbia sottile, silenziosa, si è insinuata nelle nostre vite: non vieta, non ordina, non punisce. Seduce. E mentre promette tranquillità e benessere ci spinge verso l’omologazione, spegnendo il pensiero critico, inibendo la creatività e il coraggio di essere diversi. In questo nuovo saggio, Paolo Crepet mette a fuoco una delle derive più insidiose del nostro tempo: la censura che non arriva dall’alto, ma si infiltra nel quotidiano, nei gesti, nei linguaggi, nelle scelte che non facciamo più. È un conformismo gentile, pervasivo, invisibile, che ci invita a restare nella comfort zone: il luogo dove non si sbaglia, ma nemmeno si cresce. Con la sua scrittura brillante e provocatoria, Crepet ci accompagna in un viaggio controcorrente, alla riscoperta di ciò che rende davvero libera un’esistenza: il dubbio, l’immaginazione, il conflitto. Perché la libertà, ci ricorda, non è uno slogan, ma un esercizio faticoso e quotidiano, che richiede coraggio, lucidità, disobbedienza. Un monito particolare è riservato ai più giovani e agli educatori: basta con la ricerca ossessiva della perfezione e della felicità a ogni costo. Bisogna restituire dignità all’errore, al fallimento, alla sconfitta, passaggi imprescindibili per una crescita sana ed equilibrata, perché «le tempeste riescono a essere perfino salvifiche e rischiarano l’orizzonte».
L’autore
Paolo Crepet è uno psichiatra, sociologo, educatore, saggista e opinionista di fama internazionale, noto per il suo approccio lucido e innovativo ai temi del disagio sociale, dell’educazione e della salute mentale. Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Padova nel 1976, ha conseguito una seconda laurea in Sociologia all’Università di Urbino nel 1980 e, nel 1985, la specializzazione in Psichiatria, proseguendo la sua formazione e attività professionale all’estero, in Danimarca, Regno Unito, Germania, Svizzera, Repubblica Ceca e India. Ha inoltre insegnato in università prestigiose come Harvard, Toronto e Rio de Janeiro.
Conosciuto da un vasto pubblico grazie anche alle tante partecipazioni a trasmissioni televisive in cui viene invitato per le competenze e i pareri professionali, è autore di un grande numero di saggi, tra i quali ricordiamo: Le dimensioni del vuoto. Giovani e suicidio (Feltrinelli, 1993); Cuori violenti. Viaggio nella criminalità giovanile (Feltrinelli, 1995); I figli non crescono più (Einaudi, 2005); Elogio dell’amicizia (Einaudi, 2012); Il coraggio. Vivere, amare, educare (Mondadori, 2017); Passione (Mondadori, 2018); Oltre la tempesta. Come torneremo a stare insieme (Mondadori, 2021); Lezioni di sogni. Un metodo educativo ritrovato (Mondadori, 2022); Prendetevi la luna. Un dialogo tra generazioni (Mondadori, 2023); Mordere il cielo (Mondadori, 2024); Cosa porti con te. Racconto di una vita (Solferino, 2024).
È inoltre autore di opere di narrativa come I giorni dell’ira. Storie di matricidi, scritto insieme a Giancarlo De Cataldo (Feltrinelli, 1998 e 2024); Non mi chiedere di più (Barney, 2014) e Il caso della donna che smise di mangiare (Einaudi, 2015).
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