Il quadro della settimana: “Vespri Siciliani” di Domenico Morelli

1859-60, cm 264 x 185, olio su tela, Museo Capodimonte di Napoli

di Orazio Leotta - martedì 4 marzo 2014 - 4305 letture

Grande fu il successo al Teatro San Carlo di Napoli nel 1856 delle rappresentazioni dell’opera verdiana “I Vespri Siciliani”. Terminata nel 1855 era stata rappresentata per la prima volta, in francese, all’Opera di Parigi, poi anche in italiano al Regio di Parma e dopo anche a Napoli. Per limitarne i possibili effetti “patriottici”, oltre alle location ne fu modificato il titolo. A Napoli venne rappresentata con l’improbabile intestazione di “Batilde di Turenna”. Ciò non impedì di infiammare gli animi partenopei e il pittore locale Domenico Morelli ne volle rappresentare un particolare: tre giovani donne si divincolano dagli oltraggi perpetrati dall’esercito angioino e fuggono.

Sullo sfondo i combattimenti e gli scempi francesi 73) Vespri Siciliani e in primo piano l’audacia e il vigore delle fanciulle che, rappresentate come colpite da un profondo turbamento, sono colte in movenze teatrali, giusto per esaltare l’amore del maestro Verdi per il teatro e quello del Morelli per la musica operistica. Morelli, che fu anche senatore della Repubblica nella XVI legislatura, non è accostato a un particolare stile pittorico ben definito, in quanto seppe accomunare il verismo e il tardo-romanticismo.

Le sue tele intrise di effetti drammatici, sono al contempo ricche di qualità coloristiche che talvolta conferiscono ai suoi lavori i connotati tipici dei dipinti mistici e religiosi al limite dell’iconoclastia. Morelli fu, negli anni sessanta dell’ottocento, consulente del Museo Capodimonte di Napoli (ove è conservata questa sua opera) contribuendo all’acquisizione di numerose tele di valore. Morì nel 1901, lo stesso anno in cui spirò anche Giuseppe Verdi.


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