Il quadro della settimana: Las Meninas di Velazquez

Las Meninas (La famiglia di Filippo IV o Le Damigelle d’onore) Autore: Diego Velazquez de Silva (Siviglia 1599 – Madrid 1660) Anno: 1656 Tela, 316 x 276 cm

di Orazio Leotta - martedì 17 luglio 2012 - 4309 letture

Dopo il successo della rubrica "La poesia della settimana", lanciamo questa nuova rubrica con la speranza riscontri l’apprezzamento dei nostri lettori. Ancora una volta, Girodivite prova da queste pagine a rilanciare, se ce ne fosse bisogno, il gusto dell’arte e della cultura, in ogni sua espressione. Inauguriamo la rubrica con il pittore spagnolo Diego Velazquez de Silva.

Il dipinto, ambientato nello studio di Velazquez ubicato nell’Alcazar di Filippo IV a Madrid, ritrae l’infanta Margarita, la figlia maggiore della nuova regina (Marianna di Austria), circondata dalle sue dame di corte, da una nana, da un mastino e da altri membri della corte spagnola. Velazquez si trova di fronte al suo cavalletto.

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Las Meninas (dalla parola portoghese menina, che significa damigella d’onore) è più che un ritratto; è il ritratto di un autore che esercita la sua arte. Si può leggere come una trasposizione in pittura della dignità intellettuale dell’arte. Velazquez era molto onorato della sua privilegiata condizione a corte e deve aver assimilato gran parte del trattato “El Arte de la Pintura”, scritto dal suocero, Francisco Pacheco, sulla nobiltà della pittura.

Conseguentemente egli dipinge anche il re e la regina che sono chiaramente presenti come testimoni del pittore nella pienezza dell’atto creativo. L’artista si presenta al tempo stesso in posa, per dimostrare che la pittura non solo richiede azione ma anche riflessione. Le figure del quadro sembrano sorprese, ne viene colta l’istantaneità, cosa che gli impressionisti e soprattutto Degas faranno duecento anni più tardi. Da notare anche la straordinaria magia dello spazio circostante: l’ingegnosa capacità che aveva Velazquez di evocare lo spazio era già evidente in opere precedenti come “I Bevitori” e “La Resa di Breda” ma qui, con la tecnica di collocare il re e la regina riflessi in uno specchio, amplifica l’ordine spaziale del quadro per includere finanche lo spettatore.

L’opera raggiunge la compiutezza della finzione o la magia spaziale barocca, ed è una manifestazione singolare del potere dell’arte tanto per comunicare quello che è reale come per immaginare quello che non lo è in natura. Un’ulteriore originalità del quadro sta nel ribaltamento del punto di vista: nei ritratti ciò che in genere vediamo è l’immagine dal punto di vista di chi dipinge (il pittore), in questo caso ciò che vediamo è l’immagine vista da chi è dipinto (i sovrani in posa). E’ come se fossero loro a realizzare il quadro e non viceversa. E’ conservato al Museo del Prado di Madrid.


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