Il quadro della settimana: “La Toeletta di Venere” di Sebastiano Ricci
1724 circa. Olio su tela, cm 109 x 142. Staatliche Museen di Berlino
Il bellunese Sebastiano Ricci, vissuto a cavallo tra il seicento e il settecento dimostra in “La Toeletta di Venere” altrimenti nota come “Betsabea al bagno” di avere assimilato la tradizione rinascimentale veneziana imitando in modo disinvolto e sicuro il repertorio delle composizioni di nudo femminile specie quando virano verso il sensuale e il mitologico.
Iniziamo dalla luce: si utilizzano tonalità bianco perlacee e giallo-brune; ciò conferisce alla tela una particolare luminosità. Poi, così come facevano i grandi del cinquecento, specie Tiziano o il Veronese, Ricci usa colori puri per i panneggi. Altra caratteristica da segnalare la location: le figure si dispongono in un contesto al contempo naturale ma anche di magnificenza architettonica ove si ammirano sfarzo di vesti, monili e arredi patrizi.
Anche la presenza di una inserviente di colore accentua l’ambientazione in una casa in cui vive gente facoltosa e agiata. Salta all’occhio anche una predisposizione del pittore verso accurate scenografie, come fossero il frutto, il risultato, di un precedente accurato reportage.
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