Il quadro della settimana: “Flora” di Tiziano

1515
 olio su tela
 cm. 79,7 x 63,5
 Ubicata alla Galleria degli Uffizi in Firenze

di Orazio Leotta - martedì 5 marzo 2013 - 8522 letture

La rubrica del quadro della settimana non può che essere stavolta dedicata a Tiziano Vecellio; infatti fino al 16 Giugno, alle Scuderie del Quirinale in Roma sarà possibile visitare la mostra sulle opere del celebre pittore cadorino, che ha caratterizzato l’arte pittorica del cinquecento, maestro del classicismo coloristico, cantore della Serenissima Venezia e “rivale” di Michelangelo per la sua ostinazione al non uso del “disegno”.

Fra i dipinti che sarà possibile ammirare, ci dilunghiamo qui sulla celebre “Flora”, uno dei capolavori del giovane Tiziano, soggetto poi lungamente ripreso perfino da Rembrandt (ne esiste una sua versione alla National Gallery di Londra ed altre due simil-riproposizioni custodite una a Dresda e l’altra a New York). Ma chi è Flora? Varie sono le ipotesi dei critici, ma le più accreditate sono quattro: a) potrebbe essere una Flora di ovidiana memoria, una sorta di dea della Primavera o della vegetazione (ella reca in mano una manciata di fiori secchi che 34) Flora.jpgrappresentano probabilmente una metafora amorosa); b) oppure semplicemente il ritratto di una cortigiana; c) o magari il ritratto dell’amante di Tiziano, la celebre Violante, figlia di Palma il Vecchio; d) un’allegoria nuziale: la giovane vive il conflitto tra la pudicizia e l’abbandono dei sensi, caratterizzato da un seno coperto e dall’altro nudo, a fatica ricoperto da un movimento non deciso della mano sinistra.

Ella è dipinta a mezzo busto, nella tradizione giorgionesca; ma qui vi è un quid di novità: la figura non è ferma, immobile e frontale verso lo spettatore: il volto reclinato verso sinistra, il movimento della mano che porge i fiori e quello dell’altra nel tentativo di ricoprire il seno, confluisce al dipinto un’idea di movimento, di armonia dei gesti che lo rende dinamico evidenziandone una sorta di movimento circolare. Armonia complessiva suggellata anche dal sapiente uso dei colori: morbidi e sontuosi, essenziali e resi ancor più luminosi grazie anche allo scuro del fondo alle spalle di Flora. Ricordiamo che nel cinquecento neo-platonico veneziano, il concetto di raggiungimento dell’armonia era molto in voga non solo come concetto a se stante da ricercare nei colori o nella musica ma in tutte le componenti che assieme dovevano tendere a un concetto universale.

Visitando la mostra sarà possibile ammirare dal vivo numerosi altri capolavori della grande produzione del maestro cadorino, fra cui “Lo Scorticamento di Marsia”, metafora del cambiamento dei tempi e del trascorrere degli anni, esempio dell’ultimo Tiziano, già influenzato dalla “maniera”, “Il Concerto” ( o Concerto Interrotto ), il "Tommaso Mosti" e “La Bella” di Palazzo Pitti, l’”Autoritratto" del Prado, e tanti altri ancora.


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