Il piffero magico

Il nuovo album di Gonghi Gong

di Alberto Giovanni Biuso - martedì 7 ottobre 2025 - 417 letture

Gonghi Gong

Libar (2025)

Gonghi Gong è un artista libero ed eclettico. La sua musica coniuga, esprime e rinnova stili e forme diverse. Il rock, il reggae, il folk, il rap vengono trasformati con un obiettivo molto preciso: comprendere il presente in musica. Libar, da poco uscito, è un disco nel quale una raffinata ricerca musicale e dei testi molto chiari diventano una sola cosa con l’impegno civile di chi ha visto l’oppressione e non ha voluto tacere. I brani che lo compongono, in particolare quelli della seconda parte, costituiscono infatti un vero e proprio editoriale in musica, che invita alla comprensione del presente e a vivere liberi in esso. Gonghi Gong è infatti uno degli artisti libertari (non molti in verità) che non si sono fatti irretire nella malia totalitaria del Covid19 e più in generale del presente.

Uniamoci esorta a ricordare che «le catene non si allungano, si spezzano»; La crisi descrive il dispositivo dell’«emergenza» che ha tra i suoi scopi «accompagnare i vivi / ad essere passivi […] con un codice a barre / o un chip sotto pelle»; Per il tuo bene denuncia sin dal titolo il paternalismo totalitario che è tipico del globalismo finanziario e delle demokrature occidentali; Rumore è dedicata al profluvio di «parole luccicanti» inventate e dette «per ricoprire il nulla»; Io non dimentico costituisce la rimemorazione del più recente passato e del presente, del tempo in cui «la paura e l’ignoranza la fanno da padrone» ma nel quale è sempre possibile, se lo si vuole, non piegarsi a forme autoritarie tanto insensate quanto mortali. Il brano conclusivo si intitola Ama ed è anche un commento alla celebre espressione di Agostino d’Ippona: «Ama e fa’ ciò che vuoi».

Vorrei soffermarmi sul brano che ha come titolo Il piffero magico. Si tratta infatti di un capolavoro musicale e politico il cui ascolto è stato per me agghiacciante, poiché riesce a sintetizzare in meno di tre minuti l’infamia. 
Su una base musicale lieve, raffinata e ritmica scorrono le voci e le parole autentiche di ministri, giornalisti, presunti medici, amministratori; scorrono le voci dell’immondo Draghi e della mummia quirinalia. Scorrono voci che intimano, minacciano, ingannano, illudono, disprezzano, aggrediscono, odiano. Voci che tentano di spegnere il pensare, il vivere, il sorridere. 
Si ascoltano le voci con le quali i decisori politici e i loro servi nell’informazione definiscono i cittadini disobbedienti con una serie di epiteti come: «egoisti, pericolosi, terroristi, parassiti, opportunisti da schiacciare con la celere e con i bastoni», nei confronti dei quali uno di tali personaggi invoca l’esempio del generale Bava Beccaris, quindi l’utilizzo dell’esercito e dei cannoni contro i manifestanti. Altri (mi è sembrata la voce di Mario Monti) auspicano, chiedono e pretendono «modalità meno democratiche» nel trattare tali cittadini, togliendo loro ogni «diritto di parola e libertà di espressione».

Tutto questo è vero, cari amici lettori, tutto questo è stato detto, richiesto, fatto. Per accertarsene, nel caso in cui la memoria lo abbia dimenticato, è sufficiente, per quanto sgradevole possa essere, ascoltare le voci che invocavano esplicitamente una repressione violenta e totale per milioni di cittadini italiani. Uditele:

Il piffero magico

Il brano può essere ascoltato anche sul sito di Gonghi Gong.

Oltre a Il piffero magico invito ad ascoltare l’intera opera (che è disponibile integralmente sul sito dell’artista) per comprendere il significato estetico e civile di Libar, ben riassunto nel testo (che si può leggere nella colonna in alto a destra di questa pagina) del brano che ha come titolo Per il tuo bene.

www.biuso.eu


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