Il nuovo ordine del mondo e l’Europa che non c’è / di Pier Giorgio Ardeni

In Europa si procede inani secondo un canovaccio vecchio, inattuale, che prelude solo alla sua disgregazione. L’antico dominus avrà buon gioco a trattare con ogni singola piccola entità statale, fomentandone le tendenze autoritarie...

di Redazione - domenica 23 marzo 2025 - 526 letture

L’accelerazione della storia che i mutamenti in atto stanno rovesciando su di noi ci sta travolgendo, mentre attoniti, l’osserviamo senza capacitarci. Perché quanto sta accadendo all’impero d’Occidente ha in sé i germi di un rovesciamento epocale. Il “cuore della democrazia” cede – e pare non sia in grado di generare alcun anticorpo – aprendo attorno a sé la voragine che porterà, comunque vada, a ridisegnare il sentiero che la Storia aveva seguito negli ultimi ottanta anni.

È un progetto totalitario quello che sta prendendo piede negli Stati Uniti e che appare di ora in ora più evidente. Partorito dalle raffinate menti di un’élite, viene esplicitato dal delirio di onnipotenza di un tecnocrate miliardario – Elon Musk, più che Donald Trump – secondo un piano preciso, con quattro obiettivi. Primo: svuotare lo Stato, privatizzandolo, asservendone le funzioni discrezionalmente ad apparati costituiti ad hoc. E liberandosi di tutto l’apparato di funzionari troppo liberal che ne avevano indirizzato le politiche e le pratiche. Secondo: fare erba bruciata non tanto del pensiero woke quanto e più in generale di quello liberal che un tempo si sarebbe definito “progressista”, già ammutolito, tagliandovi fondi e possibilità d’espressione, con finanziamenti alla ricerca negati se indirizzati su temi “inappropriati” (con tanto di lista dei termini all’indice), controllo delle agenzie di stampa e caccia all’uomo per chi si è espresso, magari protestando in favore della Palestina. Terzo: purificare la base sociale – dei suburbs, delle zone rurali – inquinata dai troppi alieni, immigrati sans papier (undocumented), espellendoli, deportandoli, costringendoli alla clandestinità assoluta. Quarto: liberarsi delle zavorre di alleati che vanno “protetti”, sostituendovi l’intervento diretto, imperiale.

Il piano è totalitario perché non si cura di nulla – né degli orpelli che un regime democratico impone, né della possibilità di ammettere opposizione – e aspira a concentrare su di sé in modo assoluto l’uso indiscriminato del potere. Eliminare alla radice la possibilità che si sviluppi un pensiero critico e che questo possa diffondersi rende il potere totalizzante. Rescisso è il legame tra capitalismo e democrazia. Certo, il capitalismo si fonda sulla competizione di idee e progetti e sul divenire incessante della distruzione creativa. Ma lo si può ben indirizzare, reprimendo all’origine ogni velleità autonoma e deviante, perché totalmente dipendente dalle piattaforme che saranno eterodirette perché ciò non accada. L’iper-capitalismo dei fondi, della finanza, dell’high tech.

I nuovi tecnocrati fondano il loro dominio su tre fattori: il controllo assoluto della tecnologia, il capitale accumulato che si autogenera illimitatamente, la potenza militare. Nel disegno di Musk, le menti saranno gradualmente controllate, grazie a dispositivi e piattaforme, per “proteggerle dal caos ansiogeno”. I corpi, ancora necessari per la produzione materiale di beni e servizi, verranno assoggettati grazie alla seduzione del “benessere”, in una rigida divisione di classe, dove la tecnologia condiziona, dirige e controlla le masse, ben irregimentate: una fascia ristretta – “garantita” e “inclusa” – verrà sostenuta a garanzia del sistema; una più ampia fascia – di esclusi – verrà tenuta a bada con la promessa di inclusione; il “resto del mondo” verrà tenuto fuori, e che crepi o si dibatta nel fango e nel sangue. Anzi, se il caos degenera nella guerra civile mondiale, tanto meglio.

L’attitudine “feudale” che ne risulta è già apparsa chiara. Come nell’accordarsi con l’autocrate russo la cui azione in Ucraina ha comportato un inutile spreco di risorse, per ridargli le (modeste) sfere d’influenza che gli spettano. O come nel disporre di milioni di sfollati palestinesi come fossero cose, non esseri umani, immaginando un “fantastico” parco divertimenti per quelle terre “liberate”. O come nell’idea di appropriarsi, alla bisogna, di territori, siano questi la Groenlandia o Panama, non importa se già sovrani.

Si procederà allo smantellamento della Nato, ormai inutile se basta l’intervento diretto, all’abbandono dell’Onu (e cosa resterà delle Nazioni Unite, nate a San Francisco ottanta anni fa, ospitate a New York, senza gli Stati Uniti?), del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. L’impero finalmente isolato potrà così disporre del mondo come vuole, senza inutili mediazioni, salvo poi andare incontro ad una demise definitiva. Che non è messa in conto, perché fondata sulla dissuasione nucleare e il progetto di una “soluzione finale” per l’umanità intera (non quella “inclusa”, però). Esso, però, non vuole la fine del mondo, vuole solo che sia strutturato in modo neo-feudale: suddiviso in imperi, possibilmente totalitari, con i vassalli da tenere a bada. Ed è per questo che il suo nemico assoluto è il pensiero egalitario, sotto ogni guisa.

Di fronte a tutto questo, di fronte alla fine dell’Occidente come entità politico-militare, in Europa si procede inani secondo un canovaccio vecchio, inattuale, che prelude solo alla sua disgregazione. L’antico dominus avrà buon gioco a trattare con ogni singola piccola entità statale, fomentandone le tendenze autoritarie “affratellate” nel medesimo disegno, magari aizzando i Paesi ora blandamente uniti uno contro l’altro. L’aumento delle spese militari concesso dai vertici UE ai singoli Stati, peraltro, va in quella stessa direzione. Avremo così un giorno una Germania nucleare, accanto ai suoi nemici di un tempo, Francia e Gran Bretagna. E se non vorremo guai, dovremo accettare la sudditanza fedele all’Impero, adottandone le nuove pratiche (abolizione del pensiero critico, svuotamento dello Stato, militarizzazione). Con buona pace dei nostri liberal, sbalorditi del voltafaccia totalitario dell’antico alleato, che non sanno opporgli che il vecchio capitalismo “ben temperato” dalla democrazia liberale che ha generato il mostro che gli si confà.


L’articolo di Pier Giorgio Ardeni è stato pubblicato il 18 marzo 2025 da Volere la luna.



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