Il nuovo che avanza

Grande vittoria e parole chiare da parte di Zingaretti. Anche sul Tav

di Adriano Todaro - mercoledì 13 marzo 2019 - 4180 letture

Sai quando cammini sul bagnasciuga, tu non te l’aspetti, lei arriva, e ti ritrovi tutto bagnato?”. È una delle frasi che viene ascritta al nuovo segretario del Pd Nicola Zingaretti. I giornali hanno cominciato subito a chiamarlo in modo familiare “Zinga” con quella solita mania di abbreviare nomi e cognomi del tipo che una che si chiama Adele la chiamano Ade; Federica, Fede; Massimo, Max; Tommaso Tommy e via dicendo. Un malvezzo che ora ha beccato anche lo Zinga.

Ma torniamo alla frase d’apertura. Lo Zinga fa lo stesso errore di Mussolini (inteso Musso). Parla di bagnasciuga ma dovrebbe dire battigia. Poco male, c’è di peggio. In realtà l’onda è arrivata. Zingaretti l’aspettava e ora è segretario del Pd. I giornali sono quasi tutti per il “nuovo” fratello del commissario Montalbano che tanto nuovo non è considerato che è stato sia consigliere comunale, sia deputato al Parlamento europeo, sia presidente della Provincia ed ora, per due volte, della Regione. Eppure dopo Renzi, basta uno un po’ “diverso” che sembra nuovo di pacca. In sostanza, l’usato sicuro.

Tutti a beatificare la nuova democrazia dei gazebi, la massa di persone che si sono recate a votare. Nessuno o pochi a sottolineare che sono stati meno di sempre, anche del 2017. Soprattutto non sono andati a votare le regioni che una volta erano “rosse”. Significherà qualcosa? Boh! io non capisco molto. So solo che è una ben strana democrazia dove si deve pagare 2 euro per votare e può votare chiunque, anche coloro che non fanno parte di quel partito. E non per una cosetta di nulla. Ma, addirittura, per eleggere il segretario politico.

Comunque ha vinto bene. E così il Maurizio Martina (detto Mauri) è tornato all’oratorio di Calcinate in quel di Bergamo e Bob Giachetti è tornato sul tandem con Anny Ascani. Un tandem con sulla canna un pupazzetto raffigurante Matti Renzi.

Bon, tutto a posto. Zinga ha affermato, subito dopo le elezioni, che era necessario “voltare pagina” e allora che fa il nostro nuovo Zinga? Una volta il nuovo eletto magari andava alle Fosse Ardeatine o a visitare la tomba di papà Cervi, ora va da Chiamparino (che sarebbe il Chiampa) a sostenere il Tav e, addirittura, definisce “criminale” l’ipotesi di “fermare i bandi e perdere centinaia di milioni di investimenti che significano anche lavoro”. Come si vede, finalmente, il Pd ha voltato pagina. Ieri manifestava a braccetto con la Lega a favore del Tav, oggi il nuovo segretario sostiene il Tav. Una bella differenza, no?

Eppure trovo anche cose importanti nel nuovo corso zingarettiano. Ad esempio ho appreso che uno dei sostenitori è Giuliano Poletti, che era disperso fra gli scaffali Coop dopo l’esperienza governativa. Se con lui, con lo Zinga, c’è il “paciarotto”, beh, il nuovo segretario può dormire tra due guanciali anche perché l’uomo della Coop si è portato dietro tutte persone nuove come Marianna Madia, Andrea Orlando, Roberta Pinotti, il gentile Gentiloni e Marco Minniti, il duro. E cosa farà lo Zinga, come si comporterà? Quali i rapporti che instaurerà con dissidenti del suo partito e 5Stelle?

Domande epocali che in parte, molto chiaramente, il nuovo segretario ha risposto. Ad esempio, con LeU? “Il rapporto con loro è fondamentale”, ha dichiarato. E con i 5Stelle? “Nessuna alleanza ma dialogo con i loro elettori delusi”. E sul reddito di cittadinanza? “Il reddito di cittadinanza non lo abolirei, ma lo cambierei…”. E cosa ne facciamo del jobs act? “È necessario fare un tagliando alle politiche del lavoro…”. E mentre il novello meccanico Zinga fa il tagliando, incombe la domanda delle domande: e le europee? Che lista ha in mente? Una lista, ovviamente, “aperta” (avete mai visto voi una lista “chiusa”?) con dentro sia Carlo Calenda (inteso Cal) che Giuliano Pisapia (inteso Pisa) che, poveretti, sono senza lavoro da un bel po’ e sono alla canna del gas. Insomma, è tornata l’epoca del “ma anche”.

Bene. Mentre il “nuovo” Zingaretti, giustamente, assaporava il brivido della vittoria, ad Ancona. il gruista Egidio Benedetto, 63 anni, è cascato in mare con tutta la gru e ripescato a 70 metri di profondità. Fra poco avrebbe dovuto andare in pensione. Non c’entra nulla con l’elezione di Zingaretti, è ovvio. Solo una mente bacata come la mia poteva fare l’accostamento.

Per indagare sull’incidente, Catarella ha chiamato, “personalmente di persona”, l’altro Zingaretti, Salvo Montalbano. Chissà se almeno lui scoprirà chi è stato ad impedire a Benedetto di andare in pensione. E se scoprirà quant’è nuovo questo Pd formato Zinga.


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