Il mostro morente
Una lucida analisi di Anna Scirè
[Pubblico con la sua autorizzazione un testo di Anna Scirè assolutamente lucido sul significato del berlusconismo, per oggi e per il futuro]
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Di recente ho abitato l’estremo, sto valutando la possibilità di reinterpretarlo e di conferirgli lo statuto di luogo in cui è possibile soggiornare in maniera equilibrata. Ho soppesato, transitando per codesto ambiente, l’ipotesi di un attentato a berlusconi. La consapevolezza di non avere i mezzi per attuarlo, la paura delle conseguenze penali, e una certa indolenza, mi hanno fatto desistere dall’idea. Credo, però, che sarebbe un gesto di grande equilibrio. Non sono davvero persuasa con certezza dell’idea che affermo, ma la propongo a me stessa come fantasia speculativa. (!) Un’altra cosa mi ha fatto desistere, oltre al fatto innegabile di non essere un’assassina e di non poterlo-volerlo diventare. L’idea che sia alla fine della sua storia. Ne ho ancora molto timore, non perché voglia favoleggiare paranoicamente sui possibili rischi del suo abbacinante potere in Italia e sui suoi possibili attentati alla Costituzione, ma per quello che ha già fatto e che sta già facendo. L’Italia è già un paese in uno stato di regime totalitario. Quello che crediamo di temere si è già verificato, è in atto.
Mi sembra di vedere, però, un mostro che sta affondando, morente, fagocitato dalla sua stessa perversione. Prevedo che la vicenda politica di berlusconi stia morendo. (Speranze idealistiche residui del romanticismo, forse.) Quello di cui dovremmo cominciare ad occuparci da subito è cosa fare del berlusconismo. Il nostro paese è oggi un luogo in cui il degrado sociale e culturale conosce abissi ormai scivolati al di sotto e al di fuori della lavagna dei grafici, un po’ come nelle barzellette della Settimana Enigmistica. Il popolo italiano ha disimparato a pensare, ad analizzare, a ricordare, a scegliere. Sai quanto io veda nella televisione (italiana) uno dei mali più atroci di questo assurdo potere. Bene, per trasformarla ci sarà bisogno di eventi ben più possenti che la semplice assenza di berlusconi. La televisione, tra l’altro, è un simbolo di ciò che sta accadendo alle menti. Assodato che qualsiasi possibile asse Casini-Fini-Montezemolo o Velina-Prete-Calciatore potrebbe governare l’Italia meglio di lui, come potrà risorgere questo paese da un declino così profondo? Vivremo abbastanza a lungo per vedere una rinascita? Quello che avremo nelle mani all’indomani dell’uscita di scena di questo tragico anziano sarà un niente infestato di mine...
Sono ottimista, per dovere, e ritengo che abbia un grande senso la nostra resistenza e che avrà, nel corso del t e m p o, un fecondo esito. Mi sento però anche in dovere di sottolineare che il problema berlusconi forse non morirà con lui.
Ancora, ieri ho visto Videocracy, ed oggi ho letto le righe che hai scritto riguardo alla mancata trasmissione del trailer sulla Rai. Sono molto contenta che il cine Ariston lo stia trasmettendo, l’ho trovato interessante, e per molti versi, com’è naturale, agghiacciante. Una delle cose che più mi lascia esterrefatta è ascoltare le parole di coloro che lo stimano. Sembra che, più della potenza mediatica dei cosiddetti leader carismatici e di tutte le intelligenti cose dette e scritte dalla fine del fascismo in poi, ad innamorare la gente sia la sua capacità di far soldi. Chi sa accumulare denaro viene idolatrato, e se l’eventualità che il soggetto in questione si candidi a delle elezioni democratiche coincide con l’eventualità che il diritto di voto sia universalmente accordato, ci si ritrova in situazioni che sarà vergognoso inserire nei manuali di storia. Il popolo ama colui che fa soldi, anche nel caso in cui questi soldi siano stati sottratti al popolo stesso. Lo trovo assurdo, non interpretabile, lo trovo quasi impossibile da capire. Riesco solo a constatarlo, ma non riesco davvero a comprenderlo. Gli esseri umani sulla terra siamo davvero tutti di una stessa specie? L’essere umano è davvero pensante? Mi permetto di formulare a te queste pazze domande perché so che pensare non ti fa paura, anche quando il pensiero diventa un folle interrogare. Chiedersi "chi è l’umanità" è per me fonte di vette gloriose quanto di mostruosi abissi, oggi come mai.
La filosofia contemporanea dovrebbe occuparsi anche di denaro. Perché davvero sembra ci sia qualcosa di nuovo, oggi. Sicuramente lo fa già. Magari ne parleremo.
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