Il ministro dei Talenti
A diciotto anni sono scappato di casa per arruolarmi negli alpini, dopo che il 9 reggimento d’assalto “Col Moschin” non mi aveva voluto e ancora oggi faccio parte della riserva “Monte Cervino”. State ben attenti.
Appartengo alla classe degli ereditieri e ne esprimo in tutto e per tutto il conservatorismo tradizionale. Nato bambino capitalista prodigio, naturalmente di destra, concepito come genio originale, rivendico a me l’autorità del: “Le prendi adesso!”. Ho sempre considerato il mondo e gli altri non come pari e uguali, ma come avversari o concorrenti, se non nemici con cui ingaggiare una battaglia per il mio personale tornaconto. Mi ha sempre sostenuto l’aspettativa di un vantaggio personale. Nel rovinare gli altri, senza danneggiare me stesso, ho una inclinazione fondamentale al male. Il pensiero utilitarista mi ha sempre attratto. Nelle mie azioni tendo a soddisfare i bisogni dettati dai sensi. Ho iniziato molto presto a conoscere il mondo del lavoro, a quattordici anni raccoglievo escrementi di cavallo e letame per strada ed è stato grazie a questo mio talento che a scuola ho fatto da subito carriera politica.
Durante e dopo gli anni dell’Università ho valorizzato al massimo le competenze acquisite sul campo in diverse esperienze nell’aria commerciale, creditizia e finanziaria. Specializzato nelle elusioni, evito di poterle contestare come evasioni. Devo molto a questo tipo di attività. Cresciuto a livello professionale da vero camaleonte, rana che si fa credere pesce. Nel mio settore sono riconosciuto, mi sono realizzato, ho successo. Conosco a perfezione la storia del campionato di calcio, gli scudetti della Juve, le vittorie della Ferrari e di Valentino Rossi. Con me, alleate ai massimi livelli, ho la psichiatria e la scienza investigativa: scioglierò enigmi, misteri e dannazioni che affliggono il mondo della scuola. Tutti sanno di cosa sto parlando. Per trent’anni sono stato pedinato da una stalker, una donna che sa tutto di me. Mi fa più pena che paura. I Carabinieri le hanno sequestrato decine di fotografie, interi album dedicati a me, racconti dettagliati della mia vita, istante per istante. Era una ragazzina quando mi ha spiato per la prima volta. Mi aveva visto in Tv in una tribuna politica ed è rimasta stregata dalla mia bellezza.
La gerarchia è il mio valore fondamentale di riferimento e voglio affermare con tutta la forza possibile le mie idee politiche. Sono un despota? Ebbene si! Le prime comunicazioni che ho emanato, estremamente misurate, sono state concordate e approvate col governo concentrazionario. Mi irrita l’atmosfera di sfrenata baldoria che negli ultimi anni si è impadronita della scuola. Gli studenti che come invasati si scatenano nella “febbre della danza” e ballano sui banchi, si devono umiliare. Non possono ferire il senso dell’ordine e della disciplina. "Cari genitori al mattino quando mandate a scuola i vostri ragazzi dategli uno scappellotto per tenerli ben svegli e attenti e quando rientrano a casa rimediate con un altro bello schiaffo, ditegli che provengono da me, in qualità di loro ministro: capiranno il perché, loro sanno quello che quotidianamente combinano e il danno che fanno! Se si lamentano fatevi porgere l’altra guancia. E non dimenticate alla prima occasione di farli inginocchiare sui ceci.
La scuola deve diventare una caserma: un vivaio militare. Chi non si sente italiano mina ogni pensiero e sentimento patrio, è un traditore della nazione. Per i politici di sinistra “patriottismo” è diventata da tempo una parolaccia. Rispolvererò vecchie e sane abitudini: grembiule e bacchetta nera. Non sono diplomatico, né mecenate. Cambierò profondamente i connotati a tutto il personale scolastico e chi non è d’accordo si dimetta. I dirigenti scolastici vanno obbligati a modificare il proprio stile di governo e limitare le spese. Alle elezioni ho riportato una schiacciante sconfitta, ho perso, ma per questo mi hanno fatto ministro: un atto dovuto. Riuscirò a placare la furia di chi non vuol lavorare.
Lo smantellamento dell’istruzione l’avevo iniziato con la “riforma Gelmini” - incarico rivelatosi di grande importanza per il decollo della mia carriera politica - adesso è giunto il momento di portare a termine l’opera e concluderla. Mariastella, la prima a rilevare il mio particolare talento, ha svolto un ruolo importante di levatrice per la mia carriera politica. Quando mi ha incontrato sembravo un esausto cane randagio in cerca di un padrone. Sono entrato nel ruolo, grazie alla mia e sua presenza scenica. Eternamente mi porterò il suo ricordo incancellato nel mio cuore. Stavolta eserciterò di concerto con le forze dell’ordine, una più attenta sorveglianza sulla popolazione studentesca, per riconoscerne tempestivamente gli umori e identificare al più presto i possibili focolai di opposizione, così da soffocare sul nascere eventuali moti di contestazione. Vi ricordo che si chiama propaganda, si scrive manipolazione e si legge truffa. Farò leggere da tutti i pulpiti del paese una dichiarazione di ravvedimento. La virtù, la vita buona dipende dall’ignoranza non dalla conoscenza.
Sono intenzionato ad assumere il ruolo premuroso di padre della patria. Voglio la rovina della sinistra tutta, anche se già si danneggia da sola. Istituirò una “unità informativa” che impartirà lezioni di antibolscevismo, con istruttori da me prescelti. I Magister dovranno andare vestiti di panno nero, i capelli tagliati a scodella, una palandrana e un collarino. Lo studio va concepito come preparazione all’Esercito. Ogni individuo ha la possibilità, la capacità incontenibile e irriducibile di costruire da sé il proprio destino e definire la propria direzione. Il merito del successo principalmente va attribuito a se stesso. Nero e rosso sono posizioni molto nette e ben definite. Il pensiero nero, proprietario e determinista, è diritto da garantire. Voglio avere una voce in capitolo e rinchiudere fantasia e libertà. Ogni giorno mi sento pieno di energia, nonostante per dormire debba prendere alcol e stimolanti. Staranno tutti meglio grazie alla mia guida.
Conosco la verità e agirò di conseguenza. Fu interrotto da una serie di applausi spontanei e scroscianti. “E’ giunta l’ora di un governo forte e autoritario capace, senza alcun riguardo, di fare piazza pulita del porcaio. Ci vuole una bella ripulita, con una ramazza di ferro, alla porcilaia che è diventata la scuola. Nell’invocare il regolamento dei conti esigo istituire un tribunale scolastico nazionale, a cui gli operatori scolastici, mangiapane a tradimento, senza distinzione di sorta, vanno chiamati a rispondere.”
Appartengo alla lunga tradizione della politica “politicata” conservatrice di stampo inglese, educato in un clima di valori umani e di buon senso. Allevo cavalli e pratico con entusiasmo la caccia, anche la caccia alla volpe e al fagiano. Le società hanno un’indole conservatrice e io credo nella sacralità della scuola e voglio difenderla da ogni profanazione. Le cose buone che abbiamo ereditato dobbiamo sforzarci di conservarle perché è facile distruggere le cose buone, ma non è facile crearle: ci vuole un lavoro lento, laborioso e noioso. Sono un intellettuale conservatore e me ne vanto.
A diciotto anni sono scappato di casa per arruolarmi negli alpini, dopo che il 9 reggimento d’assalto “Col Moschin” non mi aveva voluto e ancora oggi faccio parte della riserva “Monte Cervino”. State ben attenti.
Amo la campagna e gli antichi modi di costruire. Per me essere di destra vuol dire rispettare l’ordine e la disciplina, proprio per questo sono passato dalla cultura alla politica. La legge è di mia proprietà, arma nelle mie mani, visto che governo. La scuola va obbligata a realizzare il profitto. Farò sprigionare i talenti e lo spirito di iniziativa. La ricchezza per essere distribuita va prima creata. La società è cosa inesistente.
Fu indetto dai sindacati uno sciopero generale che doveva paralizzare la nazione: solo il fallimento impedì che accadesse il peggio. Il ministro dichiarò: “Può venire chi vuole, prendere la porta anche a testate, ma tanto io non gli apro. Dovete disarmarmi e cacciarmi a pedate, prima che accada l’irreparabile!”.
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