Il grande Mazzinga (parte prima)
SOSTIENE MAZZINGA (con due zeta)
SOSTIENE MAZZINGA (con due zeta)
LIBRO VOLGARE CHE RISPECCHIA LA VOLGARITA’ DEL MERIDIONE D’ITALIA. ITINERARIO DI UN’ESISTENZA ONESTA CHE SI PLASMA IN VIOLENTA E CRIMINALE IN BREVE TEMPO. BASTA TROVARSI NEL POSTO GIUSTO: LA CAMPANIA.
Questo non è un libro, voglio dire che non è un romanzo, ma è qualcosa che mi è venuto così, come un vomito dopo un’abbuffata, anche se sotto dettatura di un’altra persona. E rispettando il vomito come un’esigenza dell’organismo in determinate situazioni, farò lo stesso con questo scritto. In pratica non correggerò, sarà una confessione libera e senza censura (anche perché altrimenti non potrei fare, visto che questo che detta va di fretta). Non baderò a punteggiatura, congiuntivi e condizionali ed eventuali insegnamenti che appreso dal mondo dell’editoria.
Ivano Fossati ha detto: “ noi artisti siamo costretti a rivedere quello che scriviamo, a sintetizzarlo, ad impacchettarlo e consegnarlo come il pubblico desidera leggerlo. Praticamente diventeremo tutti mp3 “.
Quindi questo non sarà un mp3, anche perché a me non frega (come dice spesso il personaggio cui è dedicata questa biografia) più di tanto seguire le regole dell’editoria, e comunque anche se lo facessi sono inedito e probabilmente lo resterò a vita. Ma se dovesse accadere un miracolo, voglio puntualizzare che sono uno scrittore di gialli, di quelli che hanno visto tutti i film di Holmes, ed a ragione di ciò si sentono autorizzati a scrivere, anche se i risultati sono quelli che sono. Però un giorno mi è venuto vicino il protagonista di queste pagine e mi ha raccontato che voleva raccontare, perché sapeva che io raccontavo, ma senza successo. Allora mi dice: “tu sei il tipo giusto: un disgraziato e voglio che scriva la mia storia”. In quel periodo io non avevo un cazzo da fare, perché quando trenta case editrici ti rispondono picche, che cazzo vuoi fare più? Allora accettai! La mia prima biografia. Lui mi dice: “ breve e non complicata, così come ci viene. Ti racconto dieci anni della mia esistenza criminale, sparpagliata e come mi viene”. Allora accettai! Senza correzioni: lui ha dettato ed io ho scritto. Pensai: questo è uno con le palle potrebbe anche venirmi in aiuto nel futuro. Allora accettai! Lui disse ancora: “ Se facciamo soldi con il libro, ti lascio tutto perché io ne ho talmente tanti che non riesco a spenderli (droga, estorsioni, imbrogli vari….) Allora accettai! (Soldi con un libro? Questo oltre a venderla la cocaina, la ha pure sniffata di brutto). Lui disse ancora: “ però il nome mio non dovrà mai comparire, ma devi far si che racconto io, anche se scrivi tu….” Allora accettai! Poi disse ancora: “ devi dire che in partenza ero un bravo ragazzo, che avevo studiato il giusto e che volevo vivere onestamente, ma….” Allora accettai! ( Ho l’imperfetto per dare un tono di professionalità la testo, ma tutto se verificato in fretta e furia)
P.S.: voglio puntualizzare che sono uno che fa un sacco di errori, e se questo ( il personaggio che mi ha commissionato la biografia) non mi da il tempo di rileggere…….Eccolo: cozza sulla mia spalla perché devo sbrigarmi e allora riprendo ad ascoltare…..
DA QUESTO MOMENTO E’ IL PROTAGONISTA AD ESSERE IN SCENA, E L’IO NARRANTE APPARTIENE ALLA SUA PERSONA.
Nel mondo criminale mi hanno soprannominato Mazzinga, perché ho la faccia come il cartone animato giapponese. Ma prima di essere un criminale voglio puntualizzare che nasco come persona onesta. La strada poi si è fatta tortuosa e mi sono rotto il cazzo di camminare scalzo; allora ho rubato scarpe: le migliori. Ma prima di entrare nei fatti specifici che hanno segnato la mia vita, voglio raccontare come ho vissuto la prima parte di essa. Un essere normalissimo, che non ha replicato più di tanto e che si è fatto sempre i fatti suoi per tornare a casa sano e salvo. Quanto segue lo dimostra.
COME ERO PRIMA DI DIVENTARE MAZZINGA:
…………Quindi, per mantenere le promesse, STABILITE CON IL MIO AMICO SCRITTORE, sarò sintetico ed analitico, qualche volta brutale e volgare, proprio come la vita al sud, con le strade rotte, il pizzo, la droga, le puttane nere, gli stranieri al semaforo e nelle distese di pomodoro. Non sono un razzista, molti mi hanno definito fascista, anche se non so davvero cosa significhi oggi un appellativo del genere, ma ho una convinzione: se c’è un solo bambino al mondo che piange, per fame, o perché un coglione lo ha picchiato o seviziato, allora bisogna fare giustizia. Pensai questo un giorno e mi sentii uomo ed umano: invece pensai alla cazzata più grande del mondo, ripetuta milioni di volte in passato da altrettanti cazzoni come me. Perché? Perché da quel momento affermarono che ero un comunista; ancora non capisco cosa significhi essere un comunista. Poi capii cosa effettivamente ero, prima di diventare Mazzinga, con calma e ragionamenti capii: ero uno che pagava il canone rai, raramente però riusciva a vedere “rai due“ e “ rai tre”, dovendosi accontentare di “ rai uno “, ma con più pubblicità delle reti mediaset messe insieme;
ero uno che pagava regolarmente la bolletta enel, anche se in estate intere giornate restava senza corrente;
ero uno che sul conto corrente depositava 100 euro l’anno e né pagava 125 di spese;
ero uno che alla televisione vedeva donne bone e viveva una storia d’amore, se così si può definire, con una che pesava cento chili e passa, e puzzava sotto le ascelle, ma nonostante questo il prete del nostro quartiere le ha insegnato dell’ ottimo sesso orale;
sono uno che pagava la telecom anche se non capiva un cazzo della fattura, per l’orgia di sottrazioni ed addizioni che si consumava (e si consuma) in ogni foglio.
ero uno che doveva assorbire tutte le ingiurie dei parenti emigrati al nord che quando venivano in vacanza mi accusavano delle strade rotte, come se di notte avessi scavato a destra ed a manca per inciviltà.
ero uno che pagava l’acqua, ma tre ore di pomeriggio d’ogni giorno rimaneva senza;
ero uno che chiamavano (e chiamano) “ mangia spaghetti “ anche se non mi sono mai piaciuti, ma vado pazzo per il risotto alla milanese;
ero uno che odiava (ed odia) la pizza perché sono stitico e quando la mangio Cristo e Dio si accorgono della mia presenza per tutte le volte che li nomino a malo modo;
ero uno che pagava una multa ogni settimana per divieto di sosta perché tutta la città è piena di strisce blue occupate, ma nessuno si è preoccupato di costruire i parcheggi;
ero uno che per vent’anni ha seguito le puntate del Maurizio Costanzo show con la speranza di essere invitato, ma non è mai successo;
ero uno che alle poste si lasciava sovrastare dalle donne col “ pomodoro sul fuoco ” perché aveva paura di una loro reazione;
ero uno che non capiva una miccia di pc, ma si è dovuto adattare per non sentirsi una merda;
ero uno che non poteva raccontare la prima volta ai falò delle spiagge perché in adolescenza si fece tutte le puttane della Campania;
ero uno che era andato a scuola perché non aveva voglia di lavorare, ma poi dopo il diploma ha dovuto sgobbare il doppio;
ero uno che si controllava l’alito continuamente perché pensava che quello degli altri non puzzasse mai;
ero uno che per anni non ha capito la frase “ E’ l’eccezione che conferma la regola “ e per vergogna non ha mai chiesto spiegazione;
ero uno che si tagliava le unghie dei piedi e poi le odorava;
ero uno che al bagno espelleva escrementi solidi, anche se ascoltando gli altri sembrava che nessuno lo facesse e per questo si sentiva diverso;
ero uno che per forza di cose ha dovuto imparare a rispettare i delinquenti e denigrare le persone oneste;
ero che soffriva d’ipertensione e quindi misuravo la pressione anche dieci volte il giorno, soprattutto dopo il rapporto sessuale per controllare che tutto fosse regolare, senza che la mia ragazza si lamentasse perché se l’avessi lasciata non l’avrebbe presa più nessuno;
Eccetera, eccetera……
Insomma ero patetico e “ scoppiato “, ma non sapevo essere altrimenti. Però garantisco che quello che racconterò rispecchia la verità, santa e cruda. Quindi se non vi va di continuare, fate come vi pare.
Da un certo punto in poi sono diventato IL GRANDE MAZZINGA. Ed ho mandato all’inferno, giudici e giudicati, boia e condannati, religione e praticanti, cantante e musica, come un primitivo sono passato per queste terre ed ho succhiato la sua anima: il denaro. Droga, truffe, prostituzione di alto rango, investimenti immobiliari e mercati finanziari, mi hanno dato il potere. Il mio segreto perché sono ancora qui a raccontarlo e non sotto qualche metro di terra a contare le margherite? Perché sono stato un Robin Hood dei tempi moderni, ed ho diviso la torta con chi ha collaborato con me. Ecco, come sono rimasto a galla. Facendo brigantaggio alla vecchia maniera, come i contadini Campani prima che arrivasse il Regno D’Italia a rompere le palle.
www.scrivisenzacensura.it
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