Sei all'interno di >> :.: Culture | Cinema - Visioni |

Il dolce e l’amaro

"Il dolce e l’amaro" di Andrea Porporati in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2007

di Donatella Guarino - venerdì 7 settembre 2007 - 5041 letture

"Il dolce e l’amaro" diretto da Andrea Porporati, con Luigi Lo Cascio, Donatella Finocchiaro, Toni Gambino, Gaetano Bruno, Gioacchino Cappelli, Ornella Giusto, Emanuela Muni, Vincenzo Amato, Renato Carpentieri, Fabrizio Gifuni. Genere Drammatico, colore 98 minuti. - Produzione Italia 2007.

"Il dolce e l’amaro" di Andrea Porporati è uno dei film italiani in concorso alla Biennale di Venezia, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, diretta da Marco Müller, che chiuderà i battenti l’8 settembre.

Proiettato nella giornata di martedì 4 "Il dolce e l’amaro" che racconta una storia tutta siciliana, ha come attori protagonisti Luigi Lo Cascio e Donatella Finocchiaro, che siciliani entrambi - sicuramente non solo ma anche per questo – rendono una storia quasi già vista rinnovata e soprattutto degna di essere raccontata.

Il regista Andrea Porporati è alla sua opera prima, anche se noto autore di fiction televisive popolarissime come "La Piovra".

Non è facile raccontare di mafia, perché sembra che tutto sia già stato detto.

E invece non è così…

Palermo, inizio degli anni Ottanta. Saro Scordia è un mafiosetto come tanti, uno che parla poco e picchia tanto. Preso sotto la protezione di don Gaetano Butera dopo la morte del padre - che egli ha visto solo una volta in carcere - presta manovalanza sottocosto che alla mafia serve sempre. Ma a poco a poco da piccoli incarichi – perché lui è uno bravo – Saro ottiene sempre di più spazio e potere. Affari grossi che lo lasciano però inquieto per sempre.

L’omicidio di due ragazzini accusati di uno scippo fatto alla madre di un boss, l’ordine di uccidere un giudice suo amico d’infanzia, il dover rinunciare all’amore di Ada “perché lei un delinquente non lo può sposare” – e tanto altro - sono fatti importanti, determinanti, che lo spingono a cambiare per sempre.

Nella parabola delle efferatezze da lui compiute c’è una sosta e poi una discesa.

Da boss omicida a pentito. Lascia tutto e ricomincia da un’altra parte. Un’altra vita è possibile. Ed è questa la vera novità del film. Saro non è un eroe (negativo). E’ un anello di un sistema nel quale entra, quasi, senza personale consapevolezza. La mafia si appropria di lui. Ne fa uno strumento del suo sporco potere. Poi però lo tradisce e lo mette da parte quando è scaduto il tempo – come in una partita di calcio - .

La profondità e la capacità di declinare la psicologia dei suoi personaggi fanno ancora una volta di Luigi Lo Cascio un insostituibile attore. Quello che colpisce è il suo sguardo fisso, penetrante. Accanto a lui una splendida Donatella Finocchiaro, sensuale e dolente, un bravo Fabrizio Gifuni e un “potente” Renato Carpentieri.

Mentre la rassegna è ancora in corso noi tifiamo per questo film che fa riflettere. Sul bene e sul male, sull’onestà che non aiuta la scalata, anzi…Un film che ricorda che nella vita c’è un po’ di dolce e un po’ di amaro e bisogna prendere tutto.


- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -