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"Il comico e la spalla" di Vincenzo Cerami

"Il comico e la spalla" è la nuova commedia ideata da Vincenzo Cerami, sul palco del teatro Verga per il cartellone del Teatro Stabile di Catania.

di Luca Salici Tano Rizza - mercoledì 2 giugno 2004 - 8959 letture

Non esiste un comico senza una spalla. Un lavoro svolto nell’ombra, ma un lavoro importante, tanto quanto quello del "capo"; chiamare la battuta del comico, servirgliela su un piatto d’argento per ottenere la massima espressione del favore del pubblico: la risata.

"Il comico e la spalla", ultima commedia teatrale scritta da Vincenzo Cerami per il teatro Stabile di Catania, studia il particolare rapporto di "dipendenza" esistente tra il primo attore e la sua spalla. Protagonisti Alfio e Carmelo, Ernesto e Orazio; due facce delle stessa medaglia.

Una fisarmonica entra nella platea e ciinvita con il suo suono sul palco, immergendoci in un’atmosfera familiare ed intima. Siamo in un salotto borghese dove due attori, Alfio e Carmelo, ripercorrono i loro trent’anni d’attività trascorsi insieme calcando i palchi di tutta la penisola. Sono il comico e la sua spalla che discutono, animatamente, tornando a ritroso nel tempo su argomenti della loro carriera e della loro vita privata. Il comico, inizialmente presuntuoso e sicuro delle sue capacità, sminuisce la figura della spalla, "chiunque potrebbe fare la mia spalla, è un lavoro che non necessità di particolari bravure, basta che mi serva le battute"; Dopo anni di lavoro senza avere grandissime gratificazioni, la spalla vuole avere un ruolo di primo piano: sarà un ruolo da protagonista in una tragedia, che si compie con l’avvelenamento ai danni del "capo". Il comico, davanti la morte, perde qualsiasi tipo di orgoglio, ricorda alla spalla che prima di essere professionisti sono amici, sul serio, amici che hanno condiviso trent’anni della loro vita, dalle stazioni agli hotel di lusso, spesso dormendo insieme nella stessa camera matrimoniale. Loro sono una unità inscindibile. Ma la tragedia si è già compiuta, il comico muore, finisce il primo atto, portando con sé tanta amarezza.

In sala ci si aspetta di tutto dal secondo atto, su tutte capeggia l’idea che forse il secondo atto sarà un ritorno indietro nel tempo, un flashback che ci spieghi quali sono state le motivazioni che hanno spinto la spalla a compiere un gesto così estremo. Niente di più sbagliato.

Il seguito è definito all’inizio proprio dallo stesso Cerami per bocca dei protagonisti: metateatrale. È l’aggettivo che usano i critici per recensire il nuovo spettacolo del comico e la spalla. Adesso sono Ernesto e Orazio, stavolta a parti invertite, chi era prima la spalla si ritrova ad essere nella realtà il comico. A rompere l’equilibrio dei due amici arriva la figlia ventisettenne della spalla. Da un po’ di tempo, di nascosto, ama Ernesto, il comico, e stavolta sono pronti a raccontare tutto a Orazio. Lui non la prenderà molto bene, ma non ostacolerà il loro rapporto, piuttosto cercherà di far ragionare l’amico e soprattutto lo convincerà a raccontare alla figlia un segreto che non gli ha ancora rivelato.

Alla fine, Alfio e Carmelo, Orazio ed Ernesto, rimetteranno sul volto le loro maschere da comici; non sono pronti per i drammi e le tragedie, devono ricorrere alle loro gag, alle loro rappresentazioni d’avanspettacolo; la gioia e le risate del pubblico li rendono felici, non c’è tempo per le cose "serie". Nati comici e destinati ad esserlo per sentirsi vivi.


"Vincenzo Cerami propone una commedia molto particolare dal punto di vista narrativo, soprattutto nel parallelismo tra primo e secondo atto. Una tecnica di narrazione non del tutto metabolizzata dal pubblico in sala, che non è rimasto contentissimo dallo spettacolo. Il risultato complessivo a primo impatto è abbastanza insoddisfacente; sembra ci sia qualcosa che non funzioni nella storia, inoltre le performance degli attori sono sembrate sotto i loro standard recitativi. Lo spettacolo è apparso pesante e lento, sicuramente il pubblico del Teatro Verga si aspettava di più dai nomi in gioco e soprattutto dallo sceneggiatore del geniale film "La vita è bella". Tra tutte la migliore prova è sicuramente quella di Tuccio Musumeci, sia Carmelo che Orazio nell’opera, che esprime al meglio le caratteristiche dei suoi personaggi; un po’ più "legato" è sembrato Pattavina (Alfio e Ernesto), che dava l’impressione di non essere completamente calato nel suo ruolo, di conseguenza la sua recitazione ne ha sofferto un po’. Buone prove sono state fornite da Anna Malvica (la portiera d’albergo) e dalla giovane Aisha Cerami (Cristina). Le musiche, (in questo caso una sola musica, visto il ripetersi dello stesso motivo alla fisarmonica) sono state scritte da Nicola Piovani ed eseguite dal vivo da Fabio Ceccarelli. Il tutto è stato coordinato dal regista francese Jean-Claude Penchenat.

Il pubblico presente in sala durante le repliche è stato comunque numeroso e tra applausi e momenti di smarrimento ha apprezzato la rappresentazione.


"Il comico e la spalla" scritto da Vincenzo Cerami. Regia di Jean-Claude Penchenat. CAST: Tuccio Musumeci, Pippo Pattavina, Anna Malvica e Aisha Cerami. Le musiche, eseguite dal vivo dal pianista Fabio Ceccarelli, sono state composte da Nicola Piovani. Scene e costumi sono di Roberto Moscoso, le luci di Franco Buzzanca.

Al Teatro Verga dal 21 Maggio al 9 Giugno.


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