Il Quadro della settimana: Davide con la testa di Golia

1599-1600
olio su tela
110 x 91 cm
di Michelangelo Merisi
detto il Caravaggio
“Davide con la testa di Golia”, opera del periodo della maturità del Caravaggio,
rivela i fondamenti della sua arte: una enfatica solidità creata dal forte contrasto tra luce e ombra; l’immediatezza ottenuta collocando l’azione in primo piano ed eliminando tutto lo spazio intorno (un pittore convenzionale probabilmente avrebbe lasciato spazio sufficiente perché Davide si mettesse in piedi); e la soppressione di tutti gli abbellimenti – colore e modi eleganti – per concentrare l’attenzione unicamente sul dramma.
La tela è ubicata nella Collezione Reale del Prado di Madrid fin dal secolo XVIII. La notorietà di Caravaggio in Spagna fu maggiore di quanto si possa immaginare; fra l’altro fu responsabile dell’origine di quello stile di pittura realista e “tenebrista” che poi godette di tanta diffusione e popolarità nelle opere di artisti come Ribera e Zurbaràn.
Caravaggio Michelangelo Merisi nacque nel 1571. Non è certo se il luogo di nascita sia stato Milano o Caravaggio, un paese in provincia di Bergamo, dove la famiglia si era trasferita per sfuggire alla peste. E’ sicuro comunque che egli si firmò sempre Michelangelo Merisi da Caravaggio, per questo meglio conosciuto semplicemente come Caravaggio. Perse il padre prestissimo e la madre quand’era ancora un giovane ventenne. Dopo essersi liberato dei beni di famiglia e dopo i primi contatti con la pittura, nel 1592 lasciò definitivamente la Lombardia e si trasferì a Roma.
Il 1595 è l’anno della svolta. La vita di Caravaggio cambiò quando conobbe il Cardinale Francesco Maria del Monte, il primo a comprendere il grande talento del pittore. Sotto la sua protezione, Caravaggio otterrà numerose committenze e la sua fama si diffonderà per tutta la capitale. Il Cardinale non solo gli commissionò un gran numero di opere private, per sé e per gli amici, ma gli fece anche ottenere le prime committenze pubbliche.
Tra il 1606 e il 1607 Caravaggio è a Napoli. Qui venne accolto con tutti gli onori che accompagnavano la sua grande fama di pittore. Molti furono i committenti e gli ammiratori, notevole la sua influenza sulla pittura napoletana. Tra le tante opere di questo periodo, vale la pena di ricordare i Sette Atti di Misericordia e il Davide con la Testa di Golia.
Nel 1607 Caravaggio parte per Malta. Qui conosce il Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri, che gli fece anche da modello per alcune tele. Nel luglio del 1608 riesce ad entrare anch’egli nell’ordine. Si trattò però soltanto di una breve parentesi. Il 1 dicembre dello stesso anno ne fu allontanato: probabilmente giunse a Malta la notizia della condanna a morte che pendeva sulla sua testa. L’espulsione fu motivata definendo Caravaggio un uomo” foetidum et putridum” (fetido e putrido).
Caravaggio si spostò allora in Sicilia. Tra il 1608 e il 1609 fu a Messina, a Catania e a Palermo. Marco Minniti, un vecchio amico del periodo romano, lo aiutò a trovare delle committenze. In Sicilia Caravaggio lavorò molto e molto velocemente. E’ probabile che egli non si sentisse sicuro. La condanna a morte infatti diceva che chiunque avrebbe potuto decapitarlo in qualsiasi momento: sull’isola egli temeva per la sua vita. In questo periodo dipinse il Seppellimento di Santa Lucia e la Resurrezione di Lazzaro. Morì, a soli 39 anni, il 18 luglio del 1610.
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