Il Quadro della settimana: Cristo alla Colonna (1475-1479)

Cristo alla colonna 1475-1479: di Antonello da Messina
 Tipologia: Dipinto
 Materiale/tecnica: Olio su tavola
 Misure: 29,8 x 21 cm
 Nelle collezioni dal 1992
 Locazione: Louvre

di Redazione - martedì 24 luglio 2012 - 5018 letture

L’acquisto di questa piccola tavola ha permesso al Louvre di aggiungere all’importante raccolta dei dipinti italiani un’opera di grandissima suggestione assegnata alla fase conclusiva dell’artista siciliano, geniale innovatore ed esempio imprescindibile per l’intera pittura rinascimentale. L’esiguità delle dimensioni del dipinto è inversamente proporzionale all’imponenza monumentale del Cristo alla Colonna.jpg Cristo coronato di spine addossato alla colonna della flagellaazione, con lo sguardo rivolto al cielo.

L’iconografia deriva da quella dell’Ecce Homo, il Cristo esibito davanti alla folla, la dopo la flagellazione e dopo che su capo gli è stata posta la corona di spine di cui Antonello da Messina e la sua bottega hanno lasciato numerose versioni. Nel Cristo alla colonna sono dunque condensati varie fasi della narrazione evangelica per dare luogo a un’immagine devozionale efficace, la cui forza espressiva è resa ancora più impressionante dal close-up della presentazione, dal punto di vista da sotto in su del viso riverso all’indietro, con i dettagli quasi iperrealisti - di un’evidenza che supera quella dei fiamminghi - delle lacrime e delle gocce di sangue, dell’ombra portata dalla corda, del nodo aggettante che doveva creare l’effetto di un volume reale appoggiato alla cornice del dipinto.

Antonello da Messina, soprannome di Antonio di Giovanni de Antonio (Messina, 1429 o 1430 – Messina, febbraio 1479), è stato un pittore italiano. Massimo esponente della pittura siciliana del XV secolo, raggiunse il difficile equilibrio di fondere la luce, l’atmosfera e l’attenzione al dettaglio della pittura fiamminga con la monumentalità e la spazialità razionale della scuola italiana. I suoi ritratti sono celebri per vitalità e profondità psicologica.

Durante la sua carriera dimostrò una costante capacità dinamica di recepire tutti gli stimoli artistici delle città che visitava, offrendo ogni volta importanti contributi autonomi, che spesso andavano ad arricchire le scuole locali. Soprattutto a Venezia rivoluzionò infatti la pittura locale, facendo ammirare i suoi traguardi che vennero ripresi da tutti grandi maestri lagunari, come apripista per quella "pittura tonale" estremamente dolce e umana che caratterizzò il Rinascimento veneto.


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