Il Libro Bianco sul terminale rigassificatore di Melilli interamente scaricabile

A Febbraio 2012, ad Augusta presso l’auditorium comunale di Palazzo S. Biagio è stato presentato il “Libro bianco sul rigassificatore di Melilli”, un corposo volume di 71 pagine che raccoglie dati, articoli, analisi e valutazioni sul progetto per la costruzione dell’impianto.
Tra i relatori uno degli autori il geologo Massimo Putignano componente del circolo tematico locale “Ambiente e Territorio” e del comitato scientifico di SEL, insieme alla Prof. ssa Zaira Dato ed il Prof. P. Castorina entrambi componenti del comitato scientifico di Sinistra Ecologia e Libertà.
Un libro afferma Putignano che “ha la finalità di raccogliere tutte le informazioni ritenute utili per un libero convincimento in merito alla costruzione di un terminale per la rigassificazione del gas naturale, in un’ area com’è quella nord siracusana in cui insiste il polo petrolchimico”. Un impianto classificato ad elevato rischio di crisi ambientale che dovrebbe sorgere in un territorio già dichiarato area ad elevato rischio di crisi ambientale.
“ Per noi di Sinistra Ecologia e Libertà due sono i quesiti che meritano risposte concrete e certe. Il sito prescelto è sicuro? In termini occupazionali la scelta del terminali di rigassificazione è la migliore?”
È noto che l’area del polo petrolchimico è contemporaneamente interessata da tanti, troppi rischi. Continuando la presentazione si è posta al rischio sismico, citando studi del GNDT, il geologo ha evidenziato che “ il momento sismico del terremoto del 1990 è di soli 3,1 dyne cm x 1024 contro i 3981,1 dyne cm x 1024 stimati per il terremoto del 1693” (in pratica 1000 volte superiore a quello del 1990).
Inoltre tutti gli impianti sono stai costruiti con norme non antisismiche. In merito “gli esperti dell’ ENEA (Ente Nazionale Energie Alternative) e dell’ISPRA (Istituto Superiore di Ricerche Ambientali) e dell’Università di Trieste ritengono che “la ripetizione del terremoto del 1693 nella piana di Catania potrebbe provocare, allo stato attuale, oltre a decine di migliaia di vittime, anche il più grave disastro ambientale dell’area mediterranea, a causa del collasso di centinaia di serbatoi e di altri componenti di impianti chimici RIR (Rischio Incidente Rilevante) presenti nell’area di Priolo Gargallo, che contengono sostanze altamente inquinanti e frequentemente venefiche; le vittime, forse ancor più che dal crollo degli edifici, sarebbero causate dalle suddette esalazioni venefiche; rilevantissimi sarebbero poi ovviamente anche i danni economici che le installazioni chimiche presenti sull’area subirebbero; per quanto attiene agli aspetti meramente economici, secondo gli esperti anche eventi di violenza assai minore a quello del 1693 potrebbero provocare danni alle installazioni tale da comportare costi (per interruzione delle attività, demolizione, riparazioni, delocalizzazioni degli abitanti del circondario, ricostruzioni) assai superiori a quelli legati alle azioni preventive, necessarie per rendere tali installazioni capaci di resistere adeguatamente al terremoto”.
Un aspetto fino ad ora non considerato è quello della sostenibilità ambientale delle politiche energetiche, basti pensare che la combustione di tutto il gas che annualmente transita dal terminale di rigassificazione comporterebbe dei costi, in termini di emission trading, elevatissimi. L’autore precisa che l’Italia paga già ammende di circa 2 miliardi di euro l’anno per il mancato rispetto del protocollo di Kyoto.
Interessante il confronto in termini occupazionali con l’impiego delle energie alternative. “nell’ipotesi di produrre con il fotovoltaico solo 0,003% dell’energia prodotta dalla combustione del gas metano, è stato stimato si creerebbero circa 210 nuovi posti di lavoro contro i 50 (o forse meno, molto meno) che creerebbe a regime il rigassificatore” e su questi dati che ci si deve confrontare con i sostenitori dell’impianto ed in particolare con i sindacati è stato richiesto da tutti i relatori.
Dagli interventi della sala si è evidenziato che confrontando le disponibilità del mercato del gas con le capacità potenziali di approvvigionamento italiane, solo il 25% degli stoccaggi potranno essere soddisfatti, ma che ai sensi dello art. 13 comma 2 della delibera alla delibera 178/2005 dell’autorità dell’energia, lo Stato Italiano si impegna a corrispondere per 20 anni ai gestori di impianti di rigassificazione l’80% dei ricavi con riferimento agli ultimi due anni, anche in caso di inutilizzo dell’impianto.
A finire le proposte alternative al rigassificatore che Sinistra Ecologia e Libertà che saranno presentate anche al governo ed all’assemblea regionale consistenti in:
1. una rete di distribuzione elettrica che risolva le inefficienze attuali “colli di bottiglia”;
2. lo sviluppo di un sistema elettrico sostenibile, basato sulle energie rinnovabili;
3. misure per l’incentivo dell’efficienze energetica;
4. una moderna normativa che regoli la costruzione di impianti RIR, in aree ad elevato rischio di crisi ambientale;
5. l’immediato sblocco dei fondi stanziati con il Piano di Risanamento pari a circa 500 milioni di euro Ambientale e l’Accordo Quadro per la chimica pari a circa 220 milioni di euro;
6. l’immediata attuazione di tutte le bonifiche individuate nel Piano Regionale delle Bonifiche e quella della rada di Augusta;
7. l’immediato adeguamento sismico degli impianti, specie di quelli più pericolosi
A chiusura l’interessantissimo dibattito con i numerosi interventi dalla sala.
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