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Il Clown Nanosecondo alle prese con le erbacce ed i fiori

Per questo continuo ad innaffiare il verde e le rose del mio giardino! Si lo sapete anche voi che in ogni giardino ci sono fiori ed ebracce ma, alla fine ho scoperto che sono proprio le erbacce a reggere gli steli dei fiori di campo come la gramigna fa con il grano e Antonio cosi, il nostro amicissimo fornaio di Cairano, (l’isola che non c’è ma che tutti state costruendo) ci può fare il pane.

di Enzo Maddaloni - martedì 24 marzo 2009 - 4901 letture

Carissimo Saldatore, mi pèperepe pregio scriverle queste due righe più una squadretta di bambini perché più vado in giro con la mia moto del tempo e più mi rendo conto che non riusciamo più a sopportare la felicità, perché siamo sempre più convinti che non siamo qui per divertirci ma solo per piangere.

E’ come se avessimo paura di pagare il conto. Ma perché siamo infelici? Perché non sappiamo più piangere e gioire dopo della bontà delle nostre lacrime. Adesso gioisco con te e ringrazio voi per avermi regalato un’altro momento indimenticabile della mia vita.

Con Rachelina abbiamo incontrato i suoi alunni e spero che possano loro come tanti altri riscoprire la magia dell’essere clown ed essere così, bambini oggi e uomini di grazia domani.

Qui ti svelo un piccolo segreto: essere felici non è provare gioia ma, essere presenti in tutto ciò che viviamo.

Carissimissimi comunitari improvvisati o provvisori, ominia compressi ci dobbiamo tutti sforzare per evacuare tutti i nostri risentimenti e per questo, considerato che anch’io sono avvolte un po’ bastardo vi dico che vi voglio un sacco di bene e vi porto sempre nel cuore. Si anche quei bastardi degli architetti, l’angelo? No? Non, Mercurzio! Lui è il mio angelo custode, mi dice sempre un sacco di cose belle e mi ha insegnato a dirle agli altri.

Per questo continuo ad innaffiare il verde e le rose del mio giardino! Si lo sapete anche voi che in ogni giardino ci sono fiori ed ebracce ma, alla fine ho scoperto che sono proprio le erbacce a reggere gli steli dei fiori di campo come la gramigna fa con il grano e Antonio cosi, il nostro amicissimo fornaio di Cairano, (l’isola che non c’è ma che tutti state costruendo) ci può fare il pane.

Ieri, ho fatto un altro dei miei viaggi nel tempo con la mia moto. Sono andato alla ricerca dei miei antilopi. Sono arrivato a Sant’Agata dei Goti vicino Maddaloni con una mia postantilope, si chiama Patty è una pazza scatenata che ha stento sono riuscito a farci mettere il casco.

Mi aveva chiesto che voleva andare a vedere il Principe Maddaloni nel castello affiatato.

Siamo arrivati li ed abbiamo trovato tutta la corte dei “Maddaloni in the world”. C’era il principe Carminuccio Maddaloni dei Goti del casolare principesco di Maddaloni, nominato da Federico II; l’Ambasciatrice Anglofona e Francofona, e bravissima con le lingue; l’Ambasciatrice dei Maddaloni dei Dispersi e dei Mezzo Sangue; l’Ambasciatore per i Paesi Latini, l’Ambasciatrice degli Antilopi …o degli Antipodi? No! Forse antidoti nel mondo? Mah! Lei fa la ricerca araldica. Mi ha spiegato che araldica proviene dal giapponese Ara che è un po’ come a noi serve per arare. Infatti lei è come un’archeologa, fai i buchi per terra come Elduccia e Naiza. Scava fa dei buchi per terra e quando trova un cadavere di Maddaloni gli chiede: e tu chi sei? Sei sceso cavallo o dal castello? O dal monte di Maddaloni?

Per fare tutto sto lavoro di ricerca lei si affida all’Agenzia Internazionale “SCRUTO E VEDO ASCOLTO E SENTO” dove ci sono un sacco di Agenti segretissimi, che non si conoscono manco tra di loro, tutti maddaloni ma cambia il nome. Li abbiamo incontrato Gloria, una di queste Agente Segretissime che sembrava un uomo ma era un donna con la barba era in missione segreta. Poi c’era anche l’Ambasciatore Trova Soldi e, udite, udite, come mi hanno visto arrivare mi hanno detto tu sarai il nostro Ambasciatore Clowns in the world …uaoooo che figata!

E, cos’ ho fatto il mio primo discorso ufficiale d’ambasciata: Il Clown lo riconosci guardandolo negli occhi. Il Clown stà nel mondo ma, viaggia fuori dal mondo, per questo a volte può far paura, specialmente se utilizza mezzi strani. Il Clown può entrare a far parte della tua vita e della vita delle persone che incontra. Il Clown ha potuto attraversare anche diverse esperienze, ma non perde mai la speranza di poter giocare. Il Clown ha mille paure e per questo può sembrare un vigliacco. Il Clown non sempre agisce nel modo giusto. Il Clown a volte, può essere anche un pò bastardo. Il Clown ha paura più di se che degli altri. Il Clown fa cose che ad altri sembrano inutili. Il Clown, per questo, può apparire un meschino. Il Clown difronte alle sofferenze del mondo spesso viene giudicato incapace di crescere, eppure è il solo ad essere capace di ridere di se. Il Clown per questo a volte si sente indegno di vivere in questo mondo, ormai incapace di ridere di se.

Il Clown spesso chiede agli altri: “cosa sto facendo qui?” Il Clown non riceve mai risposte dagli altri. Il Clown ha solo bisogno della illusione di dimenticare la fatica che ci vuole per essere clown. Il Clown per questo spesso non dorme di notte. Il Clown si sveglia tardi la mattina. Il Clown fa tardi al suo lavoro. Il Clown pensa che la sua vita non abbia più un senso e per questo ha meno paure. Il Clown è cosciente che per superare tutte le sue paure deve continuare a giocare con i bambini. Il Clown sà, che solo nell’inutilità della ripetizione del gioco c’è ancora vita. Il Clown, in questo viaggio, a volte perde la strada. Il Clown spesso ritorna indietro. Il Clown spesso riparte. Il Clown commette un sacco di errori. Il Clown ha un sacco di dubbi. Il Clown si pone un sacco di domande. Il Clown ricerca una ragione. Il Clown prima o poi la troverà. Il Clown con il sorriso cerca di guarire tutti i mali del mondo, compreso i suoi.

Il Clown per questo è ….

Comunque ci vediamo a Cairano a Giugno mi serve un pò di pane!

CAIRANOx7

http://comunitaprovvisoria.wordpress.com/2009/03/16/cairano-7x-il-logo-disegnato-da-david-ardito/

Ecco ora che sono stato nominato pure “ambasciatore clowns dei maddaloni in the world” mi farebbe piacere realizzare una “missione disumana del sorriso a Cairano” obiettivo: allestire un ambulatorio di coccole certo sarebbe bello fare anche “Assaggio Clown”. Non vi preoccupate state tranquilli farò una raccomandazione ai clowns, anche se non ce ne sarà bisogno “dovranno lasciare solamente le impronte dei piedi, portandosi via solo il ricordo del panorama e degli sguardi nel cuore e tutti i loro rifiuti”.

Il mio sogno è costruire una squola di Clowns a Cairano! E, per questo già sono colmo di gioia all’inverosimile!

Il bagno di speranza che mi sono fatto alcuni giorni fa proprio in compagnia di Saldatore e Rachelina e una squadretta di ragazzi e ragazze dagli occhioni dolci, è la conferma (per me) di quale è la direzione giusta! Dobbiamo costruire la scuola dove si insegna , più che a scrivere libri, a viverli.

Usciere fuori dalle righe e da tutte le squadrature dei banchi è l’unica cosa che ci potrà rendere umani. E, proporre così un’alternativa di salvezza dall’immortalità. Il naufragio della nostra nave è la storia che si può trasformare in fiaba. L’unica utopia che può diventare realtà. Quando sono tornato a casa, mi ha chiamato un’amica. Mi ha chiesto di andare a mettere un clistere ad un vecchietto che non defecava da qualche giorno! Gli ho subito consigliato che c’è bisogno di auscultare l’addomesticamento dell’addome per sentire se ce ”movimento” nella pancia, se non c’è rumore ”meteoriti” c’è ostruzione ed in questi casi bisogna solo fare la manovra “esplorativa” con il dito o fare un’altro clistere per farlo evacuare. Ma, io sono un Clown Dottore dell’emozioni positive e non ho esperienza della “motilità” evacuativa. Gli ho risposto. Ci vorrebbe un infermiere clown.

Se non lo trovi …ho aggiunto io….non ti resta che metterci tu un dito a quel posto!

In verità oggi devo dire che ho un po’ di paura tra lo sprofondare in un mare di merda e la possibilità reale di sperare a costruire una zattera che ci tenga tutti su.

Però non ci rinuncio a costruire la zattera e quindi sono andato a fargli il clistere al vecchietto, cosa non è uscito da quella pancia!

Certo il rischio è quello cosi di continuare a navigare nel mare di merda ma in ogni caso fuori dalle rotte abituali: Flumeri, Cairano, Orta d’Atella per costruire l’isola che non c’è.

Dove piccoli clowns possono arrivare su una zattera dopo aver avuto il coraggio di andare al largo e poi finalmente vedere la “costa” dell’isola piena di serpenti, dove la paura è forte, ma scesi sulla spiaggia tutti, con la speranza che un giorno arriverà un paracadutista dal cielo a salvarli.

La storia è appena iniziata ma a differenza del vecchietto che non riesce più ad “evacuare”, sono convinto che è una di quella storie che non può che finire a lieto fine.

Splenditissimi amici vicini e lontani, Pregiatissimo Saldatore e Rachelina, Illuminatissima squadretta di bambini di Orta d’Atella, Magnifica Presidessa della squola media dell’Orto d’Atella, dove non si coltivano solo carote e zucchine ma anche clowns profumatissimi e coloratissimi come peperoni. Illustrissima Costa dell’Isola che non c’è di cui tutti hanno paura ma tutti cercano sulle cartine geografiche e cercano di raggiungerla per salvarsi.

Sono rimasto estasiato dal profumo nuovo dei piedi ed incantato dagli occhi dei serpenti, delle conchiglie ancora chiuse per paura di essere mangiate. Spero che ognuno possa esaudire tutti i suoi desideri e trasformare le sue paure. Il viaggio per costruire una “squola del desiderio” per me è iniziato. E’ quella squola fuori squadro, fuori logica, fuori costa, al largo per salvarsi dalla tempesta di tristezza e ritrovare coraggio e fantasia.

La gioia che mi sono portato dietro dopo questi due incontri dagli antilopi della razza alle nuove genetiche derive mi ha regalato un canotto gigante di speranza. Di quelli che ti salvano dai naufragi. Di quelli inaffondabili e pronti ad accogliere anche altre persone. La gioia ha soffiato aria pulita nelle camere d’aria della squola a sufficienza per tenerla a galla per un pezzo. State tranquilli, vedremo la costa e approderemo, ormai ne sono certo intravedo la “costa”.


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