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Il Clown Nanosecondo aldilà del bene e del male….

E, così Nanosecondo con il suo amico Marco ritornarono dal loro viaggio nel tempo, aldila del bene e del male, nella Comunità Provvisoria per svelare a tutti il loro segreto .................

di Enzo Maddaloni - martedì 21 ottobre 2008 - 4342 letture

Alcuni giorni fa il mio carissimo amico e comunitario provvisorio Franco ci ha invitato a fare un viaggio aldila del bene e del male.

Il “punto” di partenza per intraprendere questo viaggio era rappresentato dal fatto implacabile che a sud (e non solo credo) ogni volta qualcuno prova a fare qualcosa di buono trova sempre chi prova a distruggerlo.

Franco diceva che “….è veramente una cosa su cui interrogarsi con attenzione…” e invitava tutti a fare un viaggio con lui aldila del bene e del male, nella comunità provvisoria.

Forse già sapete che la comunità provvisoria è nata e si sta sviluppando in regione Campania nell’Alta Irpinia http://comunitaprovvisoria.wordpress.com/ , proprio per sfuggire alla lobby dei rancorosi, dei demoralizzatori, dei maldicenti, ma non tutti voi sapete ancora che qui si fanno viaggi fantastici, ai confini della realtà, nel silenzio, nel vento e nell’acqua su terreni immensi dove ancora oggi si mettono le lucciole nei barattoli. Dovete venirci a trovare.

Nel mentre arrivò anche Enzolung con la sua moto guzzi che disse o ha detto (ma) “….adesso sorge spontanea la domanda: ma se già sappiamo di cosa si tratta, …che a sud ogni volta qualcuno prova a fare qualcosa di buono trova sempre chi prova a distruggerlo” ed anche “..la lobby dei rancorosi, dei demoralizzatori, dei maldicenti,.... mi chiedo che ne parliamo a fare? Sappiamo già tutto!! Vogliamo perdere per forza tempo? Quelli non cambieranno atteggiamento, noi non cambieremo loro. Ciao, nè!" e scappo via con la sua moto.

Ancora una volta si stava rischiando di non “partire insieme” per ricercare un punto di “armonia” e la comunità provvisoria avrebbe rischiato cosi di morire. A questo punto Nanosecondo grida forte ad Enzolung: “…....c’è sempre tempo per vivere un’infanzia felice. Vieni con me aldila del bene e del male per capire meglio come funziona questa cosa.”

Una volta tanto ci siamo dati un argomento importante di discussione e scappiamo via? Tutto è scritto nella storia ed è la sola che ci può curare. Dobbiamo riuscire a rispondere alla domanda infinita a cui siamo costretti a rispondere e sempre con lo stesso schema e “mappatura mentale”: il sacrificio!

Ma, per rispondere a questa domanda ognuno di noi dovrebbe raccontare il viaggio della propria vita e riscriverlo in fiaba (senza morale), trovando il lieto fine.

Nanosecondo subito disse: “vedi Franco quello che dici tu è un semplice schema mentale a cui facciamo riferimento e che è scritto nella nostra memoria “automatica” ma non ti preoccupare come l’abbiamo scritta la possiamo anche cancellare, utilizzando la nostra tecnologia interiore.”

...."Devi sapere che la maggior parte dei teorici delle emozioni ritengono che esistono delle emozioni fondamentali elementari che condividiamo con il mondo animale (paura, gioia, ira, sorpresa, disgusto, vergogna, angoscia, felicità, interesse), ed emozioni non fondamentali, che sarebbero un misto di quelle elementari.

E’ come mettere su un cerchio dei colori elementari che, mescolandosi in vario modo, ne producono di nuovi.

Ad esempio: gioia + paura = senso di colpa; tristezza + paura = risentimento; paura + sorpresa = allarme; gioia + accettazione = amore.

Ora le stesse come è stato possibile “scriverle” è anche possibile “cancellarle”".

Ecco, proprio attraverso un viaggio come questo, che ognuno di noi può fare nel passato e nel futuro può trovare “la storia che cura” (di ognuno di noi), aldila del bene e del male, che resta l’unica possibilità che ci può nsentire di rispondere alla nostra “domanda infinita”. Perché reagisco in questo modo?

“E’ difficile lo so ma proviamoci, se non che comunità provvisoria è la nostra e poi quale scuola vogliamo realizzare. E, poi noi ci illudiamo di essere grandi, ma siamo semplicemente bambini che continuano a crescere e che hanno perso la loro capacità di ridere di se: sorridere. "

Ecco perché succedono le cose che dice Franco perché continuiamo a vivere in schemi mentali senza affidarci più alla fantasia al gioco. Non disperate però. Possiamo guarire da queste nostre manie di “grandezza” dobbiamo solo ritrovare il nostro “bambino interiore”. Il Clown o se volete, tutto ciò che esso può rappresentare come poesia fatta persona.

Ecco più che fare una cronaca di un viaggio o raccontarvi un viaggio sarebbe interessante intervistare i protagonisti veri di questo viaggio i nostri corpi. Questa sarebbe la vera novità giornalistica del nostro nuovo millennio perché sarebbe l’unica che ci consentirebbe di affrontare la riflessione che pone Franco, da diversi punti di vista: psicobiologico, sociale e biopolitico; perché ci darebbe modo di affrontare quella questione che prima accennavo: rispondere alla “domanda infinita” che è lo specchio dei nostri comportamenti e delle nostre attuali “malattie sociali” e che è scritta nei nostri corpi.

Perdonate se in alcune occasioni utilizzo la parola “curare”. Non è rivolta a persone specifiche, d’altronde sarei il primo ad averne bisogno, ma più in generale a “curare” i nostri dolori attuali "prendendosi cura" (nel caso) attraverso ciò delle singole persone.

Almeno questo spero che possa essere uno degli obiettivi che la comunità provvisoria possa assumere: prendersi cura (non solo curare).

E, così Nanosecondo intraprese il suo viaggio con la moto del tempo in compagnia di Marco un altro comunitario provvisorio che gli spiegò che: "...la ‘nuova Irpinia ‘ è dentro di noi e siamo noi.

La unica nostra possibilità non è un viaggio nel razionale o affettiva , colta e intelligente, ma solo il racconto di essa in base alla nostra esperienza concreta nel e sul territorio o recuperando le masserizie e le suppellettili nelle nostre sacche vitale dei ricordi e della nostalgia.

Oggi in modo paradossale si parla di “non luoghi” riferendosi a spazi metropolitani privi di identità e di memoria ma soprattutto scarsi di relazioni. Dove vive una “collettività senza festa” e si soffre la “solitudine senza l’isolamento”. Si vive in un epoca del “tempo veloce, accelerato”. Il futuro è sempre più alle nostre spalle, in soggezione ad un presente che ci sommerge e ci virtualizza E persino la storia è diventata un fatto mediatico. Il futuro non solo sembra senza senso e fine ma ci carica sopratutto di ‘paure’ e nel suo orizzonte esclude le categorie di ‘progetto’ e ‘speranza’. Paure economiche, sociali,ecologiche e perfino ‘metafisiche’ dove le Chiese si limitano a cercare convertibili o arruolabili alle giuste o ideologiche cause. L’avvenire è rubato soprattutto ai più giovani. Con la fine delle ideologie che pure ci rassicuravano, oltre che impigrirci intellettualmente ci viene imposto prepotentemente ancora una volta una nuova e complessa concezione di individuo e della sua libertà. Le disuguaglianze economiche ,la precarizzazione del lavoro, l’aumento dei costi e dei bisogni ci sta portando drammaticamente alla società post-borghese senza passare da una “rivoluzione proletaria” (di cui non si sente la necessità) o semplicemente umanistica.

Una nuova rivoluzione scientifica e tecnologica toglie potere e crea esclusione in quelli che non si ritrovano in questi poli. La stessa scienza e dogma facendo rischiare alla stessa religione in ragione di ciò di cambiare i suoi presupposti amorevoli, più in là dovremmo approfondire meglio il tema nell’attuale contesto della bioestetica e bioetica. La rivoluzione informatica ci potrebbe aiutare e favorire speriamo non solo i meglio tecnologizzati e/o i già informati o i ‘già formati’ non rischiando di virtualizzare come l’economia anche la spiritualità.

All’interno di questo nostro mondo reale e concettuale con originalità e profondità si pongono le storie e le esperienze della Comunità Provvisoria o dell’Irpinia d’Oriente con i suoi drammi, ferite, contraddizioni e lacerazioni di oggi insieme alle storie di dolori, fatiche e gioie di chi ci ha preceduto nel tempo su questa terra dura e dolce......"

Così Nanosecondo in buona compagnia di Marco partì per il suo viaggio aldilà del bene e del male.

D’altronde lui era ormai cosciente che il problema di fondo era proprio la “riscrizione” delle nostre “false credenze” ed una di queste è che non esiste il “contrario” del bene: il male, perché esso è funzionale al bene.

Quello che uccide l’uomo è il risentimento. Gli stessi condizionamenti culturali, scientifici e storici hanno ostacolato lo stesso progetto di “guarigione”.

Ma, quello che Nanosecondo si chiedeva era : “Cos’é che oggi può modificare questa tendenza?”

Tempo fa, in un altro viaggio aveva incontrato l’Utopia che gli disse: "...pratica sempre i tuoi sogni, la creatività, il gioco. Abbandona i ruoli e pratica la follia."

E, lui capì all’ora che il clown era strumento reale di liberazione trasferimento dal vecchio al nuovo: gioia + accettazione = a-more s (e per questo immortale? No tutto sommato questa storia dell’immortalità a nanoseconbdo interessava poco se non a Berlusconi anche perchè teneva la moto del tempo ed ormai aveva superato anche questa esigenza).

Nel suo viaggio Nanosecondo incontrò finalmente Aldila che nel bene e nel male gli diede alcuni “elementi” di riflessione che subito vi voglio “raccontare”.

Noi tutti ed in particolare persone come Franco (atipiche) appartengono “ormai” agli “archetipi” ai “miti” della storia. E, si credo che la stessa Comunità Provvisoria già appartiene alla storia ed è per questo che gli eroi i miti rischiano sempre tutti di essere uccisi o peggio di rimanere "ex" in eterno.

Lo stesso "sacrificio" è una delle domande infinite alle quali ognuno di noi (l’uomo) è stato condannato a rispondere ed in questo caso nasce il conflitto.

Se elimino la domanda infinita frutto delle memorie automatiche che appartengono in particolare all’inconscio collettivo e poi anche a quello individuale assunto con l’esperienza personale, cambio la realtà e non c’è più bisogno di bene e male (il sacrificio) ma solo del dono del gioco.

Certo, pensò Nanosecondo, sono sulla buona strada e ad un tratto incontrò anche un suo carissimo amico che gli fece vedere una bellissima e suggestiva immagine della conclusione della vicenda umane: ” Ancora ci saranno vecchi seduti nelle piazze di gerusalemme, ognuno con il bastone in mano per la loro longevità. E le piazze della città formicoleranno di fanciulli e fanciulle, che giocheranno sulle piazze” (Bibbia Zc 8,5)

In un mondo pacificato ci viene rappresentato un futuro che non è più condizionato dal passato e dall’incertezza del futuro ma semplicemente dall’inutilità del gioco (o meglio dalla sua utilità ludica). Questa è la riflessione che dobbiamo cercare di fare sulla nostra visione della realtà, pensò subito Nanosecondo.

Più che Comunità Provvisoria dovremmo passare ad una Comunità di Clown Libertari per costruire una Comunità Provvisoria Liberata finalmente dal “bene e dal male” e dal sacrificio.

Questa dimensione però impone un metodo ludico che supera i “risentimenti” - pensò Nanosecondo - d’altronde l’esperienza ludica è inutile nel sacrificio. Anche Cristo nel suo atto estremo viene rappresentato (nel suo inno pasquale da Ippolito) come il primo danzatore del mistico girotondo di festanti e risorti. Solo nel gioco si riesce a rinnovare la relazione con l’origine ed è cosi che puoi risorgere.

Nel gioco c’è dono (non risentimento). Il dono e il gioco rappresentano anch’essi due archetipi molto diversi dagli eroi (sacrificali).

Ecco perché Nanosecondo non vuole creare una “scuola di eroi” come Franco (ormai non servono più) ma, semplicemente una scuola di saltimbanchi e di clown pronti a disertare ogni guerra, per superare anche la consueta critica del “gioco del mondo” a vantaggio di quello meno usuale del “mondo del gioco” (gioco del dono).

Per questo Nanosecondo, spesse volte dice che c’è sempre tempo per essere felici della propria infanzia. Il gioco è “ripetizione” è "ri-creazione".

Nanosecondo ad un certo punto si perse (come al solito) e giunse su una spiaggia. Lì, incontrò(a) un bambino di 3 anni. Si chiama(va) Antonio e con lui inizia(rono) a giocare. Fanno volare gli aquiloni, si dipingono i corpi (con una vernice ad acqua) ma la cosa che li fece divertire di più fù (è stata) quando si sono messi a costruire un castello di sabbia ed appena Nanos lo costruiva, Antonio glielo buttava giù, e poi lo ricostruiva, e Antonio glielo buttava giù …sono stati cosi un sacco di tempo divertendosi come matti.

Nanosecondo in questo gesto ripetitivo e ri-creativo così inutile comprese che quando fai una cosa (nel dono del gioco) la devi considerare appunto “inutile” solo così non c’è sacrificio e cosi annulli il bene ed il male e non c’è più bisogno di eroi. Cosi è amore gratuito.

Donare per gioco, ossia senza utile, né sacrificio. Un nascere ed un perire, un costruire, che siano privi di ogni “utilità” (anche morale). Nell’amore non c’è morale c’è solo sentimento amorevole (a-mores) il solo immortale.

Creare e distruggere al di la del bene e del male, solo così il bene non ha più bisogno del male.

Ecco in questo viaggio aldila del bene e del male un bambino di nome Antonio di 3 anni, nel mentre costruivano un castello di sabbia. aveva svelato a Nanosecondo il segreto di tutte le cose.

E, così Nanosecondo con il suo amico Marco ritornarono con la moto del tempo nella Comunità Provvisoria svelando a tutti il loro segreto.

Solo facendo il clown con i bambini, o meglio solo quando sei bambino sei carico di vera forza e puoi affrontare chiunque vuole distruggerti: al di la del bene e del male.

Adesso però vi prego distruggete questa morale perchè inutile ed inziate a giocare anche voi prima che sia troppo tardi.


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