Il Calenda cacio e pepe

A tutta Calenda. Carlé er Callenda o grifone romano, cacio e pepe. “Discendo dalla nobile stirpe dei Grifoni che hanno prosperato per secoli sotto il segno dei normanni..."

di Deborah A. Simoncini - sabato 6 agosto 2022 - 2451 letture

“Discendo dalla nobile stirpe dei Grifoni che hanno prosperato per secoli sotto il segno dei normanni prima e dei sovrani svevi poi. A 11 anni ero Enrico Bottini nel “Cuore” di mio nonno Luigi Comencini, ora sono in Azione e in agenda per guidare l’Italia. Vengo dalla scuola di Maranello, conosco le Ferrari e le so guidare. Da pollo sultano, ho il piumaggio blu e il becco e le zampe rosso corallo, ma devo vedermela con il chiurlo maggiore, il totano moro, l’assiolo, ma anche la pettegola pavoncella e non poteva mancarmi il beccaccino. Per fortuna porto accanto a me, una ragazza stellata, donna indicibile, dalle belle caviglie. Nomen omen. Marianella ha quello che si definisce “portamento”, un certo modo di camminare con le spalle diritte e la testa alta. Il mio motto è: l’invidia allontana dal prossimo, come l’ira da se stessi e la superbia da Dio. Un dono di mia madre che mi ha trasmesso con passione i grandi ideali e l’aver fiducia nel perseguirli.”

Fu convocato nello studio di Giovannone il fratellone d’Italia che di professione faceva l’aromatario e così campava, infiammando cuori e menti.

Sfruttava la credulità popolare e il desiderio di magico, spacciando fatture e magarie. “Sappiate che Giorgia - come l’oliva - necessita di processi di deamarizzazione e ci vuole “l’aceto della vecchia”, un infuso miracoloso, la cui formula solo a me è nota. Ciarletta si sporse sulla sedia e lanciò occhiate perplesse. “I supereroi proliferano, ma le persone vanno dove ci sono i soldi. Ho l’impressione che qualcuno si vuol prendere gioco di me. Accostò una sedia e si sedette accanto a lui.” “Parla sempre molto lentamente e molto piano e mentre parla guarda in aria, comincia le frasi e le interrompe a metà.”

Una voce risuono nell’oscurità: “Prepara l’anima” e si sentì una risata di scherno. Gli salì un brivido di paura che prese a insinuarsi nel corpo e a rodergli dentro. Sentì un rivolo di sudore lungo la schiena. A scuola mi davono dello sciocco e borioso, solo perché di famiglia ricca … “Si è rifugiata in dolce attesa a Piedimulera. Addestra i falchi, gli uccelli da preda più intelligenti che da più parti gli invidiano e sono per lei altra fonte di ricchezza.” Aprì le braccia e gli si dipinse sul volto coperto di rughe un’espressione di doloroso sconcerto. Ciarletta lo scrutò di sottecchi ed emise un sospiro. Le labbra socchiuse per l’affanno lo fissava con gli occhi vuoti in un’espressione tra l’accusatorio e il beffardo. Carlé addentò una coscia di pollo e mandò giù il boccone con un sorso di vino. Contrasse il volto in una smorfia sprezzante. “Tutti hanno paura di Mariano, uomo arcigno e autoritario. La meritocrazia è sempre stata ereditaria, con le opportunità impostate nei primi cinque anni di vita. Dicono che impegno e talento portano al successo meritocratico, la fortuna non c’entra. Tutte balle!”

Pasta cacio e pepe

“Sono molto preoccupato per quanto potrà accadere nei prossimi giorni e soprattutto in vista delle elezioni. La politica si è spostata dalla speranza alla nostalgia. Nel nuovo modello di povertà la classe media si va svuotando e i poveri sono sempre più allontanati dalla vista. Ricchi e poveri non vivono più vicini agli altri. A settembre si avvertiranno i primi sconquassi e i battibecchi si trasformeranno in veri e propri duelli. Il tema è delicato per i contenuti e per gli attori in scena, per questo ho indicato di condurre uno studio ad hoc. Giorgia è una figura complessa, contraddittoria e aggrovigliata, con una genialità intermittente. Fin dai tempi della scuola siamo stati amici e rivali. L’ossessiona l’idea e il desiderio di diventare una grande politica. Rischia di lasciarsi soffocare dall’ambizione. Devi recarti da lei e incontrarla perché è il nostro principale avversario e forse si dimostrerà più disposta ad ascoltare, se a farle rimostranza è un reduce e combattente della vecchia guardia, quale sei tu per i tuoi natali.” L’incontro avvenne al tramonto e in gran segreto.

Giorgia attendeva attenta a ogni rumore e quando sentì percuotere al battente dell’uscio si passò una mano sul volto: “Ti sei degnato, alla fine, anche se sei rimasto un sognatore, un dissoluto, uno sciupafemmine. I valori per i quali hai combattuto sono crollati da tempo. Cosa stai davvero cercando? La tua donna, il tuo passato? Sei convinto di mantenere una relazione forte e significativa con l’opinione pubblica, malgrado la grave crisi energetica. Credi di essere un grande seduttore che ha il fascino del ragazzo smarrito, del poeta mai diventato adulto.” “Impara a tenere a freno la lingua e abbassa il tono della voce.” “Ricorda! per tutti voi io sono “la Signora Gioiamia”, anche se vivo in un mondo tutto mio fatto di silenzio e isolamento, perché ho un carattere difficile e sofistico; razionale e curiosa: sono una donna fuori dal comune.” Nemmeno entrare lo fece e sulla soglia, nell’avviarlo verso l’uscita, gli rivolse un rispetto segno di commiato. “Devi prima dirmi tutta la verità; senza più scuse.” Teneva le mani serrate dietro la schiena. “Mi basta tu sia leale e tra i tuoi compiti farò rientrare quello di riscuotere le tasse.”

Er Callenda attraversò la pozza e si allontanò in tutta fretta. Il vulcano alle sue spalle riversava nuvole di cenere sul paesaggio. Le pale di fichidindia si impolverarono di cenere lavica. Sempre più stizzito, per calmarsi chiese udienza a padre Immobile, il venerabile abate di Santa Maria a Bottinaccio del convento di Montelupo: “Vedo che ti rammenti di me?” si compiacque. “Quale prezzo sei disposto a pagare?”


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