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Il Brigantaggio e la storia del Meridione

E’ uno degli argomenti fondamentali per comprendere la storia del Meridione d’Italia. Abbiamo chiesto lumi al Prof. Enzo Ciconte. Uno dei massimi esperti italiani riguardo al Brigantaggio.

di Emanuele G. - lunedì 10 dicembre 2012 - 6730 letture

Il Sud d’Italia si porta da secoli problemi e situazioni insolute che ne hanno appesantito oltremodo il proprio cammino verso lo sviluppo e il progresso. Uno di questi è il fenomeno del Brigantaggio che prima dell’ottocento ha determinato in maniera decisiva le dinamiche storiche e sociali del nostro Meridione. Su questo argomento il prof. Enzo Ciconte ha scritto di recente un bel saggio intitolato “Banditi e Briganti” per i tipi della Rubbettino. Un saggio importante in quanto si è sviluppata una sintesi finalmente nazionale del fenomeno, mentre l’errore di fondo era quello di darne un’interpretazione localista. Prima di dare la parola al Prof. Ciconte ecco una sua veloce presentazione. E’ considerato da molti fra i massimi esperti in Italia delle dinamiche delle grandi associazioni mafiose, è docente di "Storia della criminalità organizzata" all’Università di Roma Tre. È stato deputato nella X Legislatura (1987-1992) per il Partito Comunista Italiano, membro della Commissione giustizia e consulente presso la Commissione parlamentare antimafia a tempo pieno per undici anni (1997-2008) e a tempo parziale dal 2010, ha realizzato numerosi studi relativi al meccanismo di penetrazione delle mafie al Nord, ai rapporti tra criminalità mafiosa e locale e alle attività mafiose nei nuovi territori, pubblicando volumi che costituiscono i primi esempi in Italia di indagini scientifiche del fenomeno malavitoso nelle aree non tradizionali. Scrive libri soprattutto sul tema della criminalità organizzata. Ed ora diamo il via all’intervista.

Molti danno un’interpretazione superficiale del fenomeno del Brigantaggio, mentre non è così? Come mai?

“Il perché è da rintracciare nel fatto che si tratta di eventi occorsi tantissimi anni fa. Pertanto, non c’è mai stato un reale interesse per il detto fenomeno. Un fenomeno fra l’altro che si è analizzato pochissimo. In maniera del tutto saltuaria. Il tema è diventato, poi, ostaggio di polemica politica che non è servita al Sud. Basti pensare ai c.d. “Neoborbonici” che hanno fin troppo idealizzato il Brigantaggio…”

Quali le caratteristiche fondamentali del Brigantaggio nel corso dell’ottocento?

“E’ un discorso particolarmente ampio e complesso. Attiene alla storia delle dinamiche sociali del Meridione d’Italia. I contadini qui hanno sempre lottato per avere un pezzo di terra. Ma non ci sono mai riusciti. Quindi, si davano al Brigantaggio. Qui la piramide sociale era squilibrata in maniera drammatica. Da un lato i latifondisti e dall’altro una moltitudine di gente povera senza lavoro. Quindi, prima del Brigantaggio c’era la lotta per la terra. Inoltre, il Brigantaggio è stato strumentale ad alcune fasi della storia del Meridione. Ad esempio, il 1848 o gli anni dell’unità d’Italia. Tuttavia, è stato un movimento che ha sempre fallito per scomparire del tutto nel proseguo degli anni.”

Mi pare che nel corso dell’ottocento il Brigantaggio sia stato uno strumento politico. E’ corretta questa interpretazione?

“E’ un’interpretazione corretta. I Borboni e la Chiesa hanno utilizzato sempre il Brigantaggio per propri fini. In breve, il Brigantaggio era un fenomeno di mera protesta, un punto e basta. Sul versante della mafia il discorso si fa più complesso in quanto la mafia ha un progetto.”

Si può ritenere che il Brigantaggio fosse l’affermazione della libertà dei territori rispetto al potere centrale?

“Non sono d’accordo… Il Brigantaggio non aveva una visione politica. Quelli che diedero un sostrato di organizzazione sociale alle masse del Meridione furono le predicazioni socialiste e cattoliche. Inoltre, l’ondata migratoria tolse nel Meridione molte persone facendo diminuire di conseguenza le tensioni sociali. Furono i socialisti e i cattolici a dare un’anima politica alle masse del Meridione che iniziarono con più costrutto la lotta per la terra dopo la seconda guerra mondiale.”

Molti dimenticano che il fenomeno esisteva anche nell’Italia Centrale e Settentrionale. Una dimenticanza voluta?

“E’ una dimenticanza voluta. La ragione risiede nel fatto che si è raccontato il fenomeno attraverso una visione fin troppo localista. Solo Molfese ed io abbiamo sviluppato una riflessione a livello nazionale. Il fatto è che sia il Brigantaggio che il banditismo erano diffusi ovunque. Dal Nord al Sud del nostro paese. Vogliamo dimenticarci del Brigantaggio che infestava lo Stato Pontificio? E’ un’azione voluta tratteggiare il Brigantaggio come fenomeno esclusivo del Meridione per dipingerci come cattivi, sporchi e cattivi… Alcuni hanno tirato in ballo la teoria del caldo. Mah…”

La dominazione napoleonica ha rappresentato un importante crinale storico. In che senso?

“Certamente. Era un periodo di rivendicazioni politiche e sociali. Napoleone rappresentava un’occasione di profondi cambiamenti. Tuttavia, nel Meridione fu vissuto come una dominazione e occupazione militare. Pertanto, l’effetto principale fu quello di amplificare la semplice protesta rappresentata posta in essere dai briganti.”

Che cosa ha sbagliato il neo Stato unitario – o sabaudo – nel rapportarsi con le popolazioni del Meridione?

“Ha sbagliato in maniera drammatica in quanto ha applicato la legge sabauda qui da noi sic et simpliciter. Fu davvero un’azione di puro colonialismo che originò la storica divisione – purtroppo – fra Nord e Sud. I sabaudi ci consideravano barbari e plebaglia. Tutto qui…”

C’è una cinghia di trasmissione fra Brigantaggio e mafia?

“Per nulla! Sono due cose che stanno su piani del tutto diversi e differenti. Ad esempio in Calabria dove c’era il Brigantaggio non c’era la ‘ndrangheta e viceversa. Reggio Calabria era espressione della ‘ndrangheta, mentre Catanzaro e Cosenza lo erano per il Brigantaggio. E’ un po’ come in Campania dove originariamente la camorra era espressione della città, di Napoli.”

Non sarebbe opportuno insegnare la storia del Brigantaggio nelle scuole in modo di far meglio comprendere agli alunni il complesso processo di unità del nostro paese?

“Sarebbe un’iniziativa meritoria. Tuttavia necessiterebbe di insegnati particolarmente preparati poiché la tematica è complessa nonché delicata. Un’iniziativa del genere dovrebbe servire a forgiare cittadini “attivi” non più succubi di qualsiasi tipologia di potere.”

Link alla recensione del libro del prof. Enzo Ciconte “Banditi e Briganti”


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