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ITALIA: L’Italia è complice con la mafia

Cosa si deduce dal silenzio sovra l’anniversario dell’assassinio per mano mafiosa del Generale della Chiesa?

di Emanuele G. - martedì 3 settembre 2024 - 303 letture

Qualcuno di voi sa che il 3 settembre del 1983 fu ucciso assieme a sua moglio e a un unomo della sicurezza, il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa? Credo molto pochi visto che solo pochi memorialisti hanno parlato di questo tristissimo evento. Il Generale dalla Chiesa inviato allo sbaraglio dal governo nazionale totalmente privo di concreti strumenti legislativi e logistici per combattere sul serio la serpe mafiosa.

Cosa si deduce da tutto ciò?

Che gli italiani sono oramai complici della mafia in quanto non sentono - o non vogliono sentire - che il pericolo mafioso è ancora lì ben radicato come lo era 40/50 anni fa.

Cosa hanno insegnato tutti questi massacri mafiosi all’italiano? Ad essere indifferenti. C’è la mafia, giriamo le spalle. Lo vogliamo capire che ha vinto la cultura mafiosa sulla quale si sono adeguati ampi settori sociali, economici della popolazioni italiana?

Quando si vuole parlare di mafia, i cittadini italiani assumono con insofferenza la tematica come se la stessa non appartenesse alla nostra storia. Si rifiuta la storia della gente che si è sacrificata per noi per evitare di aprire un esame di coscienza che avrebbe certamente liberato tutti gli attengiamenti di indifferenza, pusillaminità, ipocrisia e doppio giochismo di ampi strati del nostro popolo.

Di fatto, gli italiani sono complici della mafia. E’ l’unico ragionamento che si può fare alla luce di quanto è successo in questi ultimi anni dove la mafia è riuscita ad entrare meglio nei meandri di mala moralità della popolazione italiana. La mafia non si combatte certamente con feste e manifestazioni ludiche, ma con la coscienza e il rigore etico-morale.

C’è qualcuno che mi sa contraddire?

Emanuele Gentile, uno degli ultimi moicani nella lotta alla mafia.


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