Il barocco per le strade di Catania: la festa delle candelore

Una tradizione che vive ancora

di Valerio Contarino - sabato 4 febbraio 2006 - 7180 letture

Durante i primi giorni di febbraio Catania vede la sua magnifica piazza addobbata, la Via Etnea, con i suoi balconi in festa, colma di archeggiati :la città etnea si prepara alla festa della propria “Santuzza”Agata,, una festa maestosa, connubio di religiosità e folklore. I giorni centrali della festa sono il 3, il 4 e il 5,in cui è molto presente una partecipazione popolare per quest’evento importantissimo da oltre cinque secoli per Catania.In particolar modo hanno gran rilievo le undici Candelore che percorrono le vie della città durante i giorni delle solennità agatine.Il 3 febbraio sfilano in occasione dell’uscita della Carrozza del Senato catanese,una berlina settecentesca, seguita da una vettura più piccola che ospita gli amministratori comunali, il “Senato” di una volta, formato dal “patrizio”(il sindaco) e dai giurati (gli assessori).Al termine di questa cerimonia, cui partecipano le più alte autorità cittadine civili, religiose e militari, aperte dai gonfaloni del Comune, della Provincia e dell’Università, sfilano le Candelore,espressione delle corporazioni cittadine dei mestieri.

Esse sono l’espressione di un “barocco in movimento”, un barocco che si muove in una città barocca, e sono frutto di una tradizione che risale al Trecento, ufficializzata nel 1435 dal re Alfonso che dispose alle Maestranze l’offerta di un cero per la Santa. Il numero delle Candelore è variato con gli anni: nel 1514 erano 22, nel 1674 erano 28 per divenire 15 alla fine dell’Ottocento, mentre attualmente sono undici, sia per lo sconquasso causato dal secondo conflitto mondiale che per la scomparsa di alcuni mestieri. Espressione popolare del culto della Santuzza, le Candelore sono manifatture lignee, con decorazioni barocche, puttini, capitelli, fiori e bandiere. Brillano tra la folla per il loro colore dorato e per le “annacate”, le ballate e le piroette che i portatori (da 4 a 12 a seconda del peso del candelabro) fanno compiere alla” Cannalora” in una competizione amichevole che ha l’obiettivo di glorificare la Santuzza. Ogni Candelora è diversa dalle altre, nella manifattura, nelle forme, negli addobbi, perfino nell’andatura e nei movimenti in accordo con la marcia che i suonatori emettono dagli strumenti. Le Candelore, di proprietà delle diverse categorie di lavoratori, sfilano sempre nello stesso ordine.

Apre la processione il cero del monsignore Ventimiglia, piccolo e semplice. Segue quella dei “Rinoti” dono degli abitanti del quartiere di San Giuseppe la Rena decorata alla base da quattro grifoni. Segue il cereo degli Ortofloricultori(giardinieri e fiorai) in stile gotico, con le statue dei martiri e vescovi catanesi; di seguito la candelora dei Pescivendoli, in stile rococò,ricca di stendardi ed ex voto e con la statua di S .Francesco di Paola, protettore della gente di mare; quella dei Fruttivendoli con al centro un busto di Sant’Agata; dei Macellai, dei Pastai, che è un puro candeliere settecentesco con il cerone in vera cera; dei Pizzicagnoli(alimentaristi) in stile liberty con le caratteristiche cariatidi alla base; dei Panettieri, la più pesante con gli angeli ad altezza naturale, dei Vinaioli(bettolieri) che ha alla base quattro artistici leoni e grifoni che la sostengono.Chiude la candelora del Circolo cittadino di Sant’Agata,arricchita da un artistico mazzo di fiori.

In uno sfavillio di ori, luci e bandiere le Candelore scuotono gli animi di tutti i catanesi, che incitano i portatori ad esibizioni particolari, ad annacate strepitose, facendosi notare nella folla e preannunciando l’arrivo del fercolo con il busto di Sant’Agata.


- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -