I figli di Aracne
I figli di Aracne : Tessiture fra arte e natura / di Silvia Tomasi. - Fuori Asse, 2025. - 245 p. - (L’approdo). - ISBN 979-12-98558-70-0.
Probabilmente l’esergo del libro potrebbero essere le parole di Stefano Catucci (Sul filo, Quodlibet, 2024): “Mettere in luce le nostre connessioni proprio attraverso fili, lavorando nella pratica e costruendo con essi un pensiero dei rapporti primari fra le cose e le creature del mondo, umane e non umane”.
Il libro di Silvia Tomasi è mirabilmente compatto nella trama di questi “rapporti primari”, anche se il suo ordito è disposto in due modi differenti: nella prima metà è sotto il segno mitico della orgogliosa Aracne e della paziente Penelope, nella seconda metà si dispone a sostenere la trama di altri argomenti: il delizioso “Dove si posa la mosca”, l’inquietante “Sursum corda”, la raffinata haute couture pettiniera di “Se i nodi dell’arte vengono al pettine”, e così via.
Ma rimango sotto il segno mitico di Aracne e Penelope. Bisogna esser grati a Tomasi per averci proposto le Potter Series di Kentridge, arazzi in cui “si stampano ombre di diseredati e disperati che fuggono portando sulle spalle i pochi averi, larve umane di migranti in cerca di vita”. Come non immergersi nell’attualità del dramma di Gaza? Ma c’è anche l’ago e il filo di Maria Lai che “tesse” patti di amicizia. Qualche anno fa vidi a Roma la sua emozionante mostra di “Libri cuciti”. In Maria Lai, come scrive Tomasi, “fili, trame, intrecci, reti e nodi, ricami e uncinetti, tessuti e fibre, storie antiche dei tempi in cui Berta filava, diventano materia e soggetto d’arte”.
E poi la tessitura si lega all’arte della lingua letteraria (il testo, la trama, l’intreccio) e della musica. Elena Berriolo propone duetti fra macchina per cucire e violino, e con la sua Singer cuce una lunga linea fra il distretto finanziario di New York e il Bronx, fra due realtà così distanti e avverse nella fissazione isolazionista di Trump. Ma tutto il capitolo “Musica per Singer solista” è un continuo tessere ragnatele e stabilire connessioni fra punti distanti, è un andare e venire nella storia della cultura da Virgilio a Duchamp, dalla bioingegneria all’architettura visionaria.
Si chiude il libro e pare che rimanga nell’aria il canto di Penelope mentre tesse di giorno la preziosa tela che disfa di notte per sfuggire alle pretese dei Proci.

- Copertina di I figli di Aracne, di Silvia Tomasi
Sinossi editoriale
L’era della Grande Rete globale ha dato nuova linfa al mito di Aracne, la tessitrice mirabile che osò sfidare Atena e per punizione fu trasformata in ragno. Ma il legame fra la sua tela prodigiosa e le trame degli artisti si è propagato nel tempo fino a noi. In questi saggi Silvia Tomasi ne bracca le metamorfosi con intuizioni originali e singolare arguzia interpretativa, facendo la spola tra le arti, tirando fili e dipanando intrecci, in una rete di rimandi che vanno da Paolo Veronese a Damien Hirst, dalle “vie dei ricami” di Maria Lai alla musica per macchine da cucire, dalla bambola di Kokoschka al “salto nel vuoto” di Yves Klein e oltre. Storie di ragni e d’artisti si mescolano all’iconologia della corda o dell’albero secco; l’importanza della mosca nella storia della pittura gareggia con il ruolo riservato ai pettini, ai capelli, agli asparagi, perfino al vento e alla polvere. Dietro l’attenzione lenticolare verso ciò che è minimo e fugace, nei Figli di Aracne s’intravede la diffidenza verso i massimi sistemi da parte di una fine tessitrice che sa muoversi agilmente “da un rigagnolo alla Via Lattea”.
L’autrice
Appassionata del mondo letterario e artistico, Silvia Tomasi ha collaborato all’allestimento di diverse mostre a partire da L’Altra metà dell’Avanguardia 1910-1940 (1980) e Arte programmata e cinetica (1953-1963). L’ultima avanguardia (1983), entrambe a cura di Lea Vergine. Dopo l’esordio su riviste “storiche” come «Paragone» e «il Verri», ha collaborato a svariati giornali e periodici. Attualmente scrive per «Arte», «Antiquariato», «BigEmotion», «il Maradagàl» e «FuoriAsse». Tra i suoi saggi ricordiamo La luce nell’abisso. Poetiche del sublime da Füssli a Turner (Franco Cesati editore 1989); Il bello della bestia- Saggi sulle esitazioni del fantastico (Transeuropa 1998), Arturo Loria, storia di un ebreo narrante (MUP editore, 2008).
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