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I crimini di guerra degli alleati

La risposta normale di tanti sulle atrocità commesse dagli alleati è che i Tedeschi" se lo meritavano".

di enza - mercoledì 12 maggio 2010 - 4428 letture

Lo storico inglese Giles Mac Donogh nel suo coraggioso libro "After the Reich: the brutal History of Allied occupation" documenta come gli alleati vittoriosi, dopo la sconfitta dellla Germania nel Maggio 1945, diedero il via ad una nuova orribile fase. Lo storico comprova come la Germania rovinata ed abbattuta venne sistematicamente derubata e come molti Tedeschi sopravvissuti alla guerra vennero uccisi a sangue freddo o deliberatamente lasciati morire di fame, di freddo, di malattie e denutrizione.

La risposta normale di tanti sulle atrocità commesse dagli alleati è che i Tedeschi" se lo meritavano". Ma Mac Donogh dimostra che le crudeltà inflitte al popolo tedesco completamente abbattuto andarono oltre l’immaginabile. Egli afferma che 3 milioni circa di Tedeschi, sia civili che militari, dopo la fine ufficiale delle ostilità, morirono in modo ingiustificato. E precisamente, un milione erano prigionieri di guerra, la maggior parte dei quali morirono in Russia; infatti dei 90.000 Tedeschi che si arresero a Stalingrado, solo 5.000 tornarono in patria.

Ancora meno conosciuta è la storia di migliaia di prigionieri tedeschi che morirono in mano agli Inglesi ed agli Americani, in spaventosi campi di prigionia lungo il Reno senza riparo e con quantità meno che irrisorie di cibo. Altri vennero impiegati per anni come schiavi nelle nazioni alleate.

La maggior parte dei Tedeschi che morirono dopo la fine della guerra erano vecchi, donne e bambini, vittime di fame, freddo, siucidi e stermini. Milioni di donne e ragazze tedesche vennero stuprate nelle zone di occupazione sovietica e Mac Donogh registra anche il massacro di 250.000 Tedeschi dei Sudeti da parte dei loro compatrioti cechi. Così pure si verificò in Pomerania, Slesia e Prussia orientale dove vennero espulse antiche comunità tedesche di queste zone.

Pochi sanno che i famigerati campi di Dachau, Buchenwald e Auschwitz rimasero operativi anche dopo la fine della guerra, pieni di prigionieri tedeschi, molti dei quali morirono in modo miserevole. Il segretario di stato americano Henry Morgenthau aveva un così detto piano di vendetta che mirava a trasformare la Germania sconfitta in una nazione ridotta a pascolo, come anche altri piani di sterminio per affamare, deportare e sterilizzare la popolazione che era sopravvissuta ai bombardamenti.

Gli Americani e gli Inglesi cambiarono atteggiamento nei riguardi dei vinti non per motivi umanitari, bensì per paura dell’espansione sovietica. Mac Donogh analizza i fatti in modo lucido ed obiettivo, contrastando l’immagine semplicistica di un trattamento benevolo, da parte degli Alleati, della Germania sconfitta.

Il libro di Mac Donogh è un volume di 615 pagine ed è una cronaca spaventosa della morte e delle sofferenze umane. L’insieme del contesto storico è arricchito anche da aneddoti commoventi. Si può definire la migliore opera in inglese su questo capitolo "silenzioso" della storia del ventesimo secolo.


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