Google non dimentica di far dimenticare, tutti possono richiedere la rimozione dei query che includono il proprio nome dai motori di ricerca. Ecco il modulo on line per farlo.

Una recente decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito che alcuni utenti possono chiedere ai motori di ricerca di rimuovere risultati relativi a query che includono il loro nome, qualora tali risultati siano inadeguati, irrilevanti o non più rilevanti, o eccessivi in relazione agli scopi per cui sono stati pubblicati.

di Giuseppe Castiglia - sabato 31 maggio 2014 - 6161 letture

A questo link la pagina del modulo per la richiesta

A disposizione degli utenti, un form attraverso cui Mountian View riceverà le segnalazioni di coloro che ritengono di poter rivendicare il diritto all’oblio. Sarà Google a trovare un equilibrio con il diritto all’informazione Roma - Google ha annunciato l’esordio in Europa di un nuovo modulo web che permetterà di chiedere la rimozione di determinati risultati dal suo motore di ricerca.

Si tratta di una mossa dovuta da parte di Mountain View: sono state numerose le richieste di rimozione subito ricevute dal motore di ricerca, a partire dalla recente decisione della Corte di Giustizia Europea che ha stabilito l’obbligo da parte di Google di ricevere segnalazioni dei cittadini e eventualmente di accogliere le richieste di rimozione di certi link dai propri risultati di ricerca nel caso in cui ritenga che il diritto alla privacy debba prevalere sul diritto alla libera circolazione dell’informazione.

È direttamente il CEO Larry Page a spiegare le novità introdotte ed in particolare la volontà di Google di valutare ogni singola richiesta cercando di bilanciare i diritti toccati dall’intervento europeo.

Larry Page non manca di entrare in polemica con le decisioni europee, che intervengono su un argomento delicatissimo cercando un equilibrio complesso tra il diritto dell’individuo all’oblio e quello del pubblico di accedere all’informazione, e che non hanno avviato un reale dibattito sulla questione: tutto questo, dice Page, rischia di compromettere lo sviluppo di future startup basate su Internet e di rafforzare la mano repressiva di quei Governi che vorrebbero controllare le comunicazioni online.

Anche per questo l’altra sponda dell’Atlantico guarda con viva curiosità al dibattito europeo. Secondo gli osservatori statunitensi sono due gli ordini di problemi: quanto la nuova giurisprudenza limiterà le informazioni circolanti online e come sarà gestita la questione rispetto ai diversi ordinamenti interni ai singoli Paesi membri dell’Unione Europea, un altro aspetto che potrebbe frastagliare non solo l’operato delle aziende (come la statunitense Google), ma anche i dati accessibili.

Per dimostrare sempre maggiore impegno su tale tema, d’altra parte, Google ha annunciato di essere all’opera per organizzare un comitato consultivo di esperti che analizzerà attentamente la questione dell’equilibrio tra diritto individuale all’oblio e quello pubblico all’informazione: il dibattito, insomma, vorrebbe cercare di aprirlo la stessa Grande G.

Claudio Tamburrino

Fonte: http://punto-informatico.it


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