Gli errori dei militari

di Ferdinando Gattuccio - mercoledì 7 aprile 2010 - 2263 letture

Mentre guardavo le immagini – diffuse dai telegiornali – di un tragico errore commesso in guerra da elicotteristi statunitensi a danno di civili e giornalisti, mi chiedevo per quale ragione l’Amministrazione militare di quasi tutti i Paesi, a differenza di altri settori dell’Amministrazione dello Stato, tenda a occultare a qualunque costo gli errori dei propri “dipendenti”, o addirittura dei "dipendenti" dell’Amministrazione militare di altri Stati. E pensavo ovviamente ai sospetti su Ustica, o alla tragedia del Francesco Padre.

La risposta è meno ovvia di quel che sembra e, a mio avviso, dopo lunga riflessione, penso che la scelta di tentare spesso l’”insabbiamento” non sia il frutto di un errore di valutazione, ma che nasca da istintivo pragmatismo. Ho provato infatti a immedesimarmi nella logica dei vertici militari, muovendo da alcune premesse: a) La logica della “protezione di casta” non spiega tutto, tanto vero che in altri settori in cui è fortissima (per esempio, tra i poliziotti), le Forze di polizia riescono comunque benissimo a fare pulizia al loro interno, quando occorre; b) Non si tratta di una difesa dell’immagine dell’Amministrazione, visto che il più grosso problema di immagine delle Forze Armate deriva proprio da misteri e presunti depistaggi; c) non si tratta del segreto militare, che nella maggior parte dei casi non c’entra nulla. Alla fine, residua una sola spiegazione: il "Do ut des". Oggi io copro te, soldato, perché magari domani avrò bisogno del tuo silenzio. Ma questa conclusione suscita in me due quesiti, non retorici (anzi, mi piacerebbe essere rassicurato): 1) mi chiedo se il valore della vita umana, nella mente di un soldato, sia percepito con la stessa profondità di vissuto della gente comune; 2) mi chiedo se abbia a cuore la Verità chi è addestrato e mentalmente abituato all’uso della Forza. avv. Ferdinando Gattuccio


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