Gli angeli in attesa di Francesco Jacobello, artista a Londra

Nel 2001 una rivista inglese, "La voce degli italiani", dedicava uno spazio ad un giovane artista siciliano, intitolando un suo articolo: "Francesco Jacobello, artista a Londra".

Francesco Jacobello, nasce a Militello in Val di Catania nel 1970 e qui vive fino al 2000, ovvero fino al momento di capire e decidere che ha bisogno di nuovi spazi esplorativi e che il suo essere artista, segnato anche da una profonda sofferenza, tradotta in malessere fisico, non si può risolvere in un ambiente ristretto e limitato culturalmente.

Eppure qualche lavoro importante lo aveva fatto, e tra questi, si era pregiato di avere la collaborazione di Maria Attanasio, curatrice di un catalogo ed autrice della sua prefazione, per una mostra tenutasi a Caltagirone nel 1991 ed intitolata "Il corpo e le sue diagonali".

Poi qualcosa cambia in lui e nasce fortissima l’esigenza di cambiare ambiente, avere stimoli che lo possano mutare dentro e maturare artisticamente. Con non poche difficoltà parte per Londra, città immediatamente ostile dal punto di vista climatico. Si accorgerà ben presto che la cosa che gli manca di più è la luce del sole.

Da qui la metamorfosi, l’abbandono quasi definitivo dei suoi colori cupi, il nero e il suo rosso profondo e sanguinolento. Sembra che l’assenza di luce abbia suscitato in lui l’esigenza di recuperare tonalità fino a quel momento inutilizzate. Il crema, le terre, l’oro che utilizza a profusione in alcuni suoi lavori, quasi volesse sottolineare la regalità e la potenza di questo non colore, non tipicamente pittorico e visibile solo negli esempi iconografici e nelle splendide esplosioni monocromatiche di Klimt.

Approda quindi ai colori freddi, diluiti e lentamente ai colori pastello, alle gamme degli azzurri, quasi volesse restituire al suo pubblico inglese, e a se stesso, il cielo nitido che difficilmente fa capolino sulla città. Viene molto apprezzato e le sue personali ("Barocco Blu", Biblioteca di Shenfield, Maggio 2001; "Memories from my secret garden", Biblioteca di Ingatestone - Essex, Febbraio 2002; "Poison", Biblioteca Basildon, nel 2001), sono un successo di vendita e consensi e difficilmente gli inglesi si abbandonano a facili consensi…

"Ho esposto le mie opere nella cittadini dei Depeche Mode, scusate se è poco". Assapora la libertà, la capacità di gestire il suo personaggio, tutt’altro che facile. Francesco infatti è un artista a tutto tondo, di rara sensibilità, di spontaneo ed autentico talento. Artista senza mezze misure, con pregi e difetti, ombre e luci, debolezze e forza rigeneratrice. Riuscite pure le sue parentesi poetiche, nelle quali esordisce con un tenebrismo saturo di contenuti esistenziali e di faide sanguinarie contro l’anima corrotta di ognuno.

E’ davvero complicato liberarsi di una provincialità, combattuta sempre, ma che gli rimane addosso, specialmente quando, lontano dalla sua terra, è l’unica cosa che gli appartiene e lo tiene ancorato alle sue radici. Poi Londra spalanca le sue braccia e diventa seconda patria; terra dove vivere libero dai pregiudizi, dalle facili censure, dai codici precostituiti, che lo portavano a tradurre in arte (utilizzando tecniche miste, tele, cartoncino, china, pastelli) prima le sue profonde inquietudini, poi il suo passaggio dallo status di crisalide a quello di farfalla.

Ecco allora spuntare le ali ai suoi corpi perfetti, rubati al mito, al classicismo; curati nei dettagli ed impregnati di perfezione. Farfalle ed ali ai suoi angeli, che veri angeli non sono, non hanno nulla a che fare con il sacro, sono entità, come egli stesso ama ricordare, in attesa di qualcosa. In realtà per Francesco, le metamorfosi non si arrestano mai, è il gioco naturale della vita. L’eterno mutamento, l’attesa di vivere nuove esistenze in totale autonomia e rinnovata libertà.

I suoi angeli, in attesa che abbiano una vita tutta loro, con occhi di domanda, restano immobili, muti trasmettono tuttavia i loro dubbi, ed hanno finalmente abbandonato il velo di angoscia che trapelava dalla maggior parte delle opere precedenti al periodo londinese. Tra i suoi progetti futuri, nuovi lavori, coadiuvati da testi poetici, la preparazione di una nuova mostra in data da definire, le vacanze nella sua terra, da turista, con fugaci incursioni nella vera luce.

"Mi piacerebbe ritornare ad esporre in Sicilia, magari un giorno succederà". Intanto continua il suo volo e l’ampiezza di respiro delle sue nuove produzioni, intense e profumate di nuove speranze.

Info: fjacobello2@orange.net

> Gli angeli in attesa di Francesco Jacobello, artista a Londra
25 gennaio 2009, di : Francy

Ho avuto la fortuna di conoscere questo formidabile artista frequentando per un anno lo stesso corso di ceramica a Caltagirone, prima che lasciasse Militello, il piccolo paese dove vivo ancora. Sono strafelice che la sua arte abbia incantato i londinesi ma mi piacerebbe davvero poterlo contattare per congratularmi con lui. Caro Franci se leggi questo messaggio cercami sono Francesca Sortino, moglie di Giovanni spero ti ricorderai dei nostrti viaggi in treno la mattina e delle nostre avventure alla scuola di Caltagirone, ti stimo e ti peno sempre, baci Francy!
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