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Giufà in Sicilia

Giufà, personaggio di origine araba, che con nomi diversi è presente in tutta l’area del Mediterraneo, è, in Sicilia, il prototipo del contadino rozzo, ignorante e ingenuo, insomma babbu...

di Pina La Villa - sabato 20 ottobre 2007 - 2953 letture

Giufà e gli abiti speciali

Giufà venne a sapere che in un luogo vicino alla sua casa era cominciato un banchetto a cui tutti erano invitati. Immediatamente vi si diresse. Quando il maestro di cerimonia lo vide entrare vestito con gli umili abiti quotidiani lo fece sedere in un luogo poco visibile, lontano dal tavolo in cui con grande diligenza si sedevano gli uomini importanti. Giufà si rese conto che sarebbe passato molto tempo prima di essere servito, per cui si alzò e andò a casa. Si adornò con un magnifico mantello e uno splendido turbante, e ritornò alla festa. Appena gli araldi dell’emiro videro un cosi’ elegante ornamento, suonarono trombe e tamburi per ricevere un invitato di cosi’ alto rango. Lo stesso ciambellano lo accompagnò a fianco dell’emiro. Immediatamente gli porsero tutti i succulenti piatti. Senza perdere tempo, Giufà prese con le mani il cibo e cominciò a spalmarlo sul mantello.

Signore – disse il principe – mi incuriosiscono i suoi abiti per mangiare. Mi risultano totalmente nuovi. Non sono niente di speciale – disse Giufà. Il mantello mi ha permesso di essere qui e di mangiare. Non merita la sua parte?

Giufà, il figlio e l’asino

Un giorno Giufà si trovava con il figlio in campagna e doveva rientrare in città. La strada era lunga, ma l’asino non sufficientemente robusto per trasportare entrambi. Giufà decise quindi di montare sull’asino e lasciare il giovane figlio a piedi. Dopo un po’, la gente che lo incontrava, cominciava a criticarlo perché aveva lasciato il figlio adolescente a piedi. Scese allora dall’asino per far salire il figlio. Ma, dopo un po’, ancora una volta la gente cominciò a disapprovarlo, perché era ingiusto che un uomo anziano andasse a piedi, mentre il figlio montava sull’asino. Per evitare ulteriori biasimi, preferì quindi che entrambi andassero a piedi. Ma, dopo un po’, le critiche della gente non tardarono a farsi sentire, perché era inaccettabile che l’animale andasse, come gli uomini, senza carico per una distanza tanto lunga.

Pensò allora Giufà di montare sul gracile asino insieme col figlio, ma dopo un po’, la gente cominciò a dire che lui maltrattava gli animali, e che era un uomo senza pietà. Si può immaginare cosa sussurrasse la gente quando Giufà convinse il figlio a caricare l’asino sulle loro spalle.

Trascrivo queste storie da Angelo Contarino, L’ironia nei racconti popolari. Giufà ride anche del codice d’onore, in Onore e storia nelle società mediterranee, a cura di Giovanna Fiume, La Luna, 1989.

Giufà, personaggio di origine araba, che con nomi diversi è presente in tutta l’area del Mediterraneo, è, in Sicilia, il prototipo del contadino rozzo, ignorante e ingenuo, insomma babbu. Ecco la fine che ha fatto l’ironia e la consapevolezza dell’antieroe Giufà in Sicilia. Poiché però, dice Contarino, il personaggio non ha perduto del tutto la sua carica eversiva, possiamo augurarci che "compri un biglietto della nave che da Trapani conduce a Tunisi, per incontrare i suoi consanguinei o per lo meno approfitti, invece di irrigidirsi, delle nuove immigrazioni nell’isola".


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