Giovanna Montanaro "La Verità del Pentito" (Sperling & Kupfer)

Un libro che parte dalle dichiarazione del pentito Spatuzza per effettuare un giro di orizzonte sulla lotta alla mafia degli ultimi decenni
Si può raccontare un fenomeno così complesso e pericoloso come la mafia utilizzando un periodare coinvolgente e chiaro? A seguito della lettura del bel libro di Giovanna Montanaro rispondo in maniera affermativa. Si. Si può. Ciò è dovuto, prima di tutto, alla profonda preparazione e conoscenza del fenomeno mafioso da parte dell’autrice. E’ sociologa. E’ stata collaboratrice della Commissione parlamentare antimafia. Collabora con Narcomafie e Libera. Ha sviluppato come singola autrice oppure assieme ad altri importanti studi sulle Mafie. Ha dato corsi di formazione per le Università di Napoli, Bologna, Perugia e Roma. In breve, Giovanna Montanaro è un’attenta osservatrice di ciò che si definisce mafia.
Il libro che ho appena finito di leggere è oltremodo piuttosto importante. Anzi ci fornisce un quadro d’assieme della lotta alla mafia a partire dal pentimento avvenuto nel 2008 di Gaspare Spatuzza. Un pentimento che si è rivelato determinante ed essenziale per comprendere alcuni eventi di particolare tragicità quali le stragi di Capaci e di Via D’Amelio ove perirono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Tale pentimento permette all’autrice di rappresentare molti fatti collegati all’aggressione mafiosa nei confronti della convivenza civile del nostro paese.
“La Verità del Pentito” esordisce con l’autorevole prefazione di Pietro Grasso magistrato di punta della lotta contro la mafia ed ora Presidente del Senato. In tale prefazione si punta l’attenzione sul contesto in cui è maturato il pentimento di Spatuzza e il contesto storico di riferimento. Fra l’altro, il Presidente Grasso elogia l’autrice per il rigore perseguito nella redazione del libro. La prima parte de “La Verità del Pentito” parla proprio di Spatuzza. Del suo pentimento. Della sua storia criminale. Del percorso del pentimento. Inoltre vi sono due paragrafi dedicati a un’intervista proprio con Spatuzza. Un’altra parte ricorda la stagione delle stragi e della presunta trattativa fra lo Stato e la mafia.
Una parte piuttosto corposa del libro è dedicata alle indagini svolte dalla Procura di Firenze a seguito dell’attentato all’Accademia dei Gergofili. Paragrafi sono rivolti ad approfondire le dichiarazioni rese sulle stragi del 1993. Ma anche sul fallito attentato allo Stadio Olimpico e all’attentato contro Totuccio Contorno (altro pentito di mafia). Questa parte del libro termina con un’intervista con Giuseppe Quattrocchi capo della Procura a Firenze. La quarta parte del libro si concentra sul ruolo della Procura di Caltanissetta. In particolare ci si sofferma sull’analisi del metodo stragista-terroristico messo in atto con le stragi di Capaci e Via D’Amelio. Tuttavia, il punto dolente è il fenomeno del falso pentitismo che ha di fatto impedito l’assunzione della verità ogettiva sulle succitate stragi. Non per nulla l’autrice intitola un capitolo “Complotto, depistaggio o errore giudiziario?”… La quarta parte termina con un’intervista a Sergio Lari capo della Procura di Caltanissetta.
Infine, si rivolge l’attenzione a ciò che ha fatto la Procura di Palermo. Il lettore viene portato a considerare l’omicidio di Don Puglisi come il barbaro assassinio del piccolo Giuseppe Di Matteo. C’è spazio, inoltre, per commentare il processo Dell’Utri. A rinforzare le riflessioni espresse nei capitoli della quinta e ultima parte del libro interviene Francesco Messineo capo della Procura del capoluogo isolano. Il libro si chiude con la raccolta di alcune riflessioni scritte direttamente dal pentito Spatuzza. Fanno riflettere le lettere che Spatuzza scrisse a Pietro Aglieri e Giuseppe Graviano.
Grazie Giovanna Montanaro per averci regalato questo libro poiché capiamo meglio il fenomeno del pentitismo e riusciamo a cogliere le relazioni fra quest’ultimo e la storia della mafia degli ultimi decenni. “La Verità del Pentito” è un libro che fa riflettere e produce memoria. Quella memoria che è da sempre il nemico mortale della mafia e dei suoi alleati. La gente non deve né avere memoria né capire.
Crediti fotografici: La copertina mi è stata fornita dalla casa editrice.
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