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"George Dandin": l’incomprensione dell’incubo

Abbiamo assistito al "George Dandin" tratto dal testo di Molière. Recensiamo lo spettacolo proposto dal cartellone dello Stabile, in scena al teatro Verga di Catania.

di Tano Rizza - mercoledì 29 dicembre 2004 - 7401 letture

Un incubo costante, un baratro da dove George Dandin non esce a venire fuori. Ha ragione il povero Gorge, Angelica, sua moglie lo tradisce e non si fa nessuno scrupolo nel non farsene accorgere. È giovane, bella, ricca, spregiudicata, vuole vivere in pieno la sua gioventù, la sua sessualità. George invece sente il bisogno di gridare al mondo e soprattutto ai genitori di lei la sua condizione di marito cornuto. Porge alle suocere tutte le prove necessarie per rendere palese il comportamento della figlia, ma si trova sempre da solo contro i suoi incubi e con le corna in testa.

È un paesaggio onirico, quello in qui si muove il protagonista del "George Danidin" di Moliere, su una scala che è anche il suo letto, su una scala che genere e tira fuori delle scale impensabili tutti personaggi che ruotano intorno a lui è lo eleggono vittima assoluta di una situazione famigliare pesante. È vero, George (Lello Arena) cerca di dichiarare a tutti la sua situazione ma è anche terribilmente innamorato di Angelica (Gaia Aprea) è forse questa è la sua pena più grave.

I genitori di Angelica sono ciechi al dolore di George, preoccupati di salvare l’onorabilità dei loro rispettivi casati d’appartenenza, ed anche quando posti di fronte all’evidenza negano tutto e pretendono le scuse di Dandin, da fare in fretta ed in modo palese all’amante di la loro figlia. Dandin si piega alle condizioni dettate dalla società ed accetta, non con poche amarezze, la sua condizione di cornuto incompreso. La rappresentazione finisce con le parole d’amore di George rivolte, nonostante tutto, alla moglie.

La struttura drammaturgia ideata da Luca de Fusco vuole il protagonista totalmente avvolto nell’ossessione per le corna, Lello Arena ha ben captato le indicazioni del regista ed ha proposto sul palco tutte le emozioni di un uomo immerso nell’incomprensione e nella disperazione di avere ragione, una ragione universale ma che pero resta solo sua. L’opera nel suo complesso trasmette al pubblico una carica emotiva non indifferente, un’ansia costante poche volte mitigata da qualche battuta divertente. È l’angoscia e l’incomprensione la protagonista dello spettacolo. L’incubo e il sogno sono i modi di rappresentazione di questi testo di Moliere, un incubo dal quale non ci si risveglia, è blu il colore principale sul palco, sinonimo di freddezza, ma anche il rosso costante del viaggio onirico del protagonista. I Personaggi sul palco sono aggressivi, irriverenti e ossessivi.

Il George Dandin proposto dal cartellone dello Stabile di Catania in collaborazione con lo Stabile del Veneto, è stato affidato alla regia di Luca de Fusco. Le scenografia allo studio di scenografia del Teatro Stabile di Catania.


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