Garante de che?

Il governo ottiene la fiducia. Prima al governo c’era Letta, Alfano, Lupi, Quagliariello. Ora le cose cambiano e al governo c’è Letta, Alfano, Lupi, Quagliariello

di Adriano Todaro - martedì 8 ottobre 2013 - 2157 letture

Dalle mie parti, al Nord, comincia a fare freschino. A Roma, probabilmente no considerato che i nostri politici se ne stanno quasi sempre in maniche di camicia. Il Nipotino che è già pallido, dovrebbe riguardarsi di più. E anche il Renzino Matteo dovrebbe cominciare a rimettere la giacca di Fonzie. Ma senza giacca stanno anche il Cicchetto Fabrizio e il saggio Quaglia&Riello. Il Celeste Formigün, poi, di camicie ne ha a dozzine, soprattutto fiorate. Dobbiamo ammettere che vedere i politici in camicia è un impatto molto forte. Danno l’impressione di essere così impegnati che non hanno certo il tempo di vestirsi completamente. D’altronde, se noi mischini siamo ormai in mutande, il mettersi in camicia significa un po’ avvicinarsi a noi.

A parte la camicia, abbiamo avuto l’impressione, in questa ultima crisi governativa, che il Pallido è uomo di grande ottimismo a dispetto delle circostanze e dei tempi. Da ex democristiano non poteva certo avere in mente la massima di Antonio Gramsci che opponeva al "pessimismo dell’intelligenza, l’ottimismo della volontà". Ora qua, nella compagine governativa, l’ottimismo regna incontrastato ma è l’intelligenza che è carente. Eppure anche da un governo composto dalle Lorenzin e dalle De Camillis, può nascere qualcosa d’importante e svelare che molti hanno i cabbasisi.

Prendete Angelino Fronte Alta, l’uomo senza quid che, improvvisamente, si riprende il quid, accoltella suo padre, diventa il riferimento dei moderati e scordandosi tutte le frasi, vergognose, in difesa del suo signore e padrone, si ribella e vota a favore della sua, di Angelino, poltrona. L’Omino Tramontato si è incazzato come una biscia e a ragione. All’improvviso si è visto attorniato solo dall’ex macellaio Verdini, dalla Donna Pitone e da qualche altro servo. Ah, no. C’era anche Ghedini preoccupato di ritornare a Padova a fare i processi e, quindi, a lavorare considerato che è il deputato che ha il 77% di assenze parlamentari. Per vent’anni le gazzette ci hanno fatto una testa tanta per convincerci che l’Omino Disfatto era un grande comunicatore, un grande politico. Ma uno che si attacca, per stare in piedi, alla Santa Che? e al macellaio dalle improbabili cravatte e dalla folta chioma non ci sembra proprio un grande politico. Il fatto vero è che con gli italiani ha giocato facile, visto che sono stati disposti a bersi tutte le cazzate e le bugie che diceva. Ridevano alle barzellette raccontate dal Grande Bugiardo mentre il Paese andava a picco e ridevano pure quelli che avrebbero dovuto essere all’opposizione e invece ci facevano assieme la Bicamerale, i risotti, gli salvavano le televisioni e quando c’era da dare un voto contro, ecco che avevano improvvisi mal di pancia e se ne stavano in casa.

Comunque sia, il governo c’è grazie a coloro che hanno fatto il salto della quaglia e scelto l’usato sicuro. Il Nipotino Pallido ne ha trovati tanti disposti a votare per lui, ma soprattutto avendo la garanzia che sino al 2015 il loro culetto starà al caldo sugli strapuntini rossi del Parlamento. Altro che dimissioni di massa. Ognuno di loro tiene famiglia. E chi garantisce? Il Nipotino, certo ma soprattutto Re Giorgio di Savoia. Nelle varie dichiarazioni di questi giorni riaffiora sempre la parola "garanzia". Fino ad ora il "garantito" è stato il noto Omino Delinquente e i mazziati gli italiani. Anche quando parlava dei magistrati come "cancro" del sistema, "psicologicamente instabili", nessuno di quelli che dovevano garantire gli italiani ha chiamato gli infermieri e i carabinieri. Anzi, veniva ricevuto dall’uomo incollato sul Colle con tutti gli onori. E quando alla fine del 2011, andò da lui per rimettere il mandato da presidente del Consiglio, Re Giorgio, invece di indire le elezioni anticipate gli diede tempo di rifarsi.

Quello che è avvenuto in Parlamento la scorsa settimana poteva capitare solo in Italia. L’Omino, ancora una volta, ci ha fatto deridere da tutto il mondo con le sue giravolte e cambi di programmi. Alla fine, poi, ha votato per Letta il quale si considera il vincitore e si permette di citare illustri personaggi del passato. Fra questi anche Benedetto Croce: "Ciascuno di noi si ritiri nella sua profonda coscienza e procuri di non prepararsi, col suo voto poco meditato, un pungente e vergognoso rimorso". Ve lo immaginate Denis con il rimorso? Oppure il Cicchetto della P2? Sembra una farsa da avanspettacolo, quel "vieni avanti tu che mi viene da ridere", ed invece è una tragedia. Non per loro, certo. Ma per noi tutti. Felice, naturalmente, anche Re Giorgio che al grido di "Avanti Savoia" è stato il regista della farsa. Leggete bene cosa scrive Napolitano: "Essenziale è che il governo ha superato la prova, vinto la sfida e innanzitutto per la serietà e la fermezza dell’impostazione sostenuta dal Presidente del Consiglio dinanzi alle Camere".

Sarebbe stato "essenziale", per esempio, anche cercare di recuperare le tasse non pagate o altro. Ad esempio su 806 miliardi di euro di tasse accertate, lo Stato ne ha incassato 69: 9 euro per ogni cento che avrebbe dovuto incassare. Se il Nipotino Pallido fosse alla testa di una qualsiasi azienda privata, sarebbe stato cacciato via a calci nel sedere. Invece da noi non succede nulla. Nessun gruppo parlamentare ha chiesto lumi preferendo andare nei salotti Tv a far finta di scannarsi per poi andare a cena assieme.

D’altronde, perché mai Re Giorgio di Savoia dovrebbe inorridire per tutto ciò? Ormai, oltre ad aver firmato tutto il possibile per "garantire" l’Omino Delinquente, il buon novello Savoia, poche settimane fa, era seduto in prima fila alla commemorazione di un altro padre nobile dell’Italia, quel Bettino o Bottino fuggito ad Hammamet per non finire in galera. La figlia dell’ex segretario del Psi, Stefania, parlamentare del Pdl, ha inveito e insultato i magistrati. Re Giorgio applaudiva.

Ma torniamo al grande capolavoro di Enrico il Subbuteo. Adesso sì che potrà lavorare, non come prima con i continui ricatti. Vediamo. Prima c’era Alfano, Quagliariello, Lupi, e compagnia cantando. Alle loro spalle, l’Omino. Ora la situazione è cambiata. C’è Alfano, Quagliariello e Lupi sparsi. Alle loro spalle l’Omino Pentito. Come si vede tutta un’altra cosa. Ah, già. Una novità c’è: anche il Celeste Furmigün è per Letta così come tutta Comunione e Affaroni. Sì meglio stare con Letta. Vedi mai, avranno pensato, che restiamo tagliati fuori dagli affari di Expo 2015? E poi un grande rientro: anche Carlo Giovanardi è per Letta. Sì, lui, quello con il viso meravigliosamente anonimo da tortellino sfatto, quello che gridava contro Aldrovandi e Cucchi, a favore dei poliziotti, contro i gay e le droghe leggere. Un democratico mica da ridere.

Per suggellare il tutto, il Pallido è andato in Tv. In quale programma? Naturalmente dal chierichetto Fazio dove non c’è pericolo di domande scomode. Lì, senza essere contestato dal chierico, o dal sacrestano fate voi, ha potuto raccontare l’ennesima panzana. E così gli italiani hanno saputo che se hanno ancora il Porcellum è colpa di quei cattivoni MS5 e Sel mentre il Pd era per abolirlo. E il chierichetto? Fazio lo guardava in tralice, scodinzolando felice come Dudù.

Comunque tutto è bene quel che finisce bene. Ho un solo rincrescimento per come sono stati trattati i vari Brunettina, il sommo poeta Bondi, la vispa Santa Che? e tanti altri. L’Omino ha fatto far loro una figura barbina. Ma si rifaranno certamente perché gli italiani perdonano tutto e la loro memoria è labile.

Dall’altra parte ci sono i campioni della democrazia, grandi statisti. Sono gli stessi che hanno votato Ruby nipote di Mubarak e le altre porcherie. E, di grazia, chi ha votato a favore della Bossi-Fini e, prima ancora, della Turco-Napolitano? Oggi, gli stessi, sono osannati da Corriere, Stampa, Repubblica, Il Sole. Ieri pure. Forse ha ragione Re Giorgio di Savoia: il governo ha superato la prova, vinto la sfida.

Scusi signor Presidente, noi quante altre prove dobbiamo superare per vincere la sfida? Quale sfida? Quella di mandarvi tutti a casa. Lei, signor Presidente, visto che non è un uomo ma un destino, sia almeno garante che ci lascino camicia e mutande.


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