Galloni il sovversivo
"Quando comparirà qualche altro Galloni a rivelare che gran parte di quei tragici “episodi” sono riconducibili ad un’unica regia, non sarà mai troppo tardi"
ANCHE GALLONI E’ UN SOVVERSIVO ANTIAMERICANO?
Con quasi 30 anni di ritardo, in Italia si viene a conoscenza di una verità che era già stata ipotizzata nel 1978: le Brigate rosse furono infiltrate da agenti segreti della CIA, l’intelligence nord-americana, e del Mossad, i temibili servizi segreti israeliani.
Solo che allora, nel 1978, ad avanzare tale ipotesi erano soltanto alcune voci della sinistra extraparlamentare, ossia organizzazioni politiche come, ad esempio, Avanguardia operaia, Lotta continua (e l’omonimo quotidiano), tacciate di “antiamericanismo ideologico”.
Invece, questa è la novità di oggi, l’autorevole ed insospettabile fonte della notizia è niente di meno che l’ex vice-segretario politico nazionale della Democrazia cristiana di Aldo Moro, Giovanni Galloni, che di certo non è sospettabile di antiamericanismo, oppure sì?
Ebbene, non è casuale che le preoccupazioni esternate da Moro al suo vice Galloni, e da questo rivelate negli ultimi giorni ad una nota trasmissione giornalistica televisiva, risalgano al periodo successivo al 1974, anno in cui avvenne l’arresto di Renato Curcio, Franceschini e degli altri leader che componevano il nucleo storico fondatore delle Brigate rosse.
Dopo quegli arresti, infatti, l’organizzazione brigatista si trovò ad essere totalmente decapitata, ovvero privata della sua mente pensante e del suo gruppo dirigente, per cui fu una facile operazione infiltrarla da parte dei servizi segreti statunitensi ed israeliani. I quali, ovviamente, si adoperarono per insinuare tra i brigatisti quegli agenti più capaci di diventare in breve tempo dirigenti e prendere in mano le redini dell’organizzazione, per poi compiere quei passaggi e quelle azioni che hanno fatto la storia del nostro Paese, e mi riferisco anche e soprattutto al sequestro e all’omicidio di Moro. Il quale, vale la pena ricordarlo, era un’eminente personalità politica italiana, segretario nazionale del partito di maggioranza relativa, ma soprattutto era una figura alquanto scomoda ed ingombrante, sia all’interno della stessa Dc, dove era osteggiato da varie correnti (si pensi ai dorotei e agli andreottiani), sia all’estero, soprattutto era inviso agli Stati Uniti, a causa della sua propensione al “compromesso storico” con il Partito Comunista, e allo Stato d’Israele, in virtù del suo aperto orientamento filo-arabo.
Probabilmente, non sarebbe male se si facessero vivi, seppure con notevole ritardo, altri autorevoli personaggi come Giovanni Galloni, per far luce sulle numerose vicende politiche del nostro passato (non più tanto recente) che restano ancora nell’ombra o sono precipitate nell’oblio, in modo particolare sui tragici avvenimenti di quella fase storica battezzata come “anni di piombo”.
Anni terribili ed infuocati, segnati da cruente stragi di Stato, da crimini efferati, da tutta una sequenza di orrendi misfatti e delitti, soprattutto di matrice politica neofascista, che hanno insanguinato la vita del Paese, creando un clima di terrore e di repressione violenta scatenatasi soprattutto contro i movimenti sociali e popolari di lotta e di rivendicazione sorti nelle scuole e nelle università, nelle fabbriche, nelle piazze, movimenti che si erano generati soprattutto in seguito alle esaltanti esperienze del biennio 1968/69.
Ebbene, quando comparirà qualche altro Galloni a rivelare che gran parte di quei tragici “episodi” sono riconducibili ad un’unica regia, vale a dire a quella che fu denominata “strategia della tensione”, non sarà mai troppo tardi!
Mi auguro, ad esempio, che qualcuno che sa veramente le cose e che conta (o contava) politicamente, si faccia vivo per raccontare la verità sulla vicenda di Adriano Sofri e dei suoi compagni di sventura, per riabilitarli e scagionarli dalle accuse, ma più in generale, sulla vicenda di Lotta continua (definita all’epoca come “il movimento del casino organizzato”, e poi confusa ed accomunata ad organizzazioni eversive ed armate come le Br!) e di altre simili esperienze politiche, ingiustamente e artatamente criminalizzate, al fine di screditare ed infangare un’intera generazione di giovani ed un intero ciclo di lotte e di vertenze sociali che hanno contribuito a far progredire notevolmente la nostra società sul versante dei diritti sindacali e civili e delle libertà democratiche.
Magari, fra altri 30 anni...
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io ,allora , per la prima volta nella mia vita . ho pensato che non avrei mai! perdonato gli assassini di Moro lo ripeto ancora oggi,posso perdonare tutto e tutti,ma non chi ha voluto , la morte di Aldo Moro,da piu’ o meno cristiano, voglio portarmi davandi al giudizio dIO questa " colpa " . Non voglio perdonare chi ha voluto la morte di Aldo mORO , PERCHE’.............................................................