Gabriella

In tanti abbandonano Silviuccio. Molti, però, stoicamente resistono ed altri ancora sgomitano per prendere il suo posto

di Adriano Todaro - martedì 8 novembre 2011 - 2698 letture

Quando eravamo ragazzini, usavamo spesso una di quelle atroci frasi che solo i ragazzi possono pronunciare. Una nostra amica si chiamava Gabriella e immediatamente diventava per noi, senza motivo, "Gabriella Gabriella, la ragazza della camporella". In milanese, la "camporella", era la zona erbosa dove i ragazzi speravano di appartarsi con le coetanee per "limonare" o, come dicono a Roma, per "pomiciare".

Possibilità remota a causa di genitori cerberi che non facevano uscire le ragazze e per nostra inesperienza. Ma chissà perché quella frase sulla Gabriella mi è venuta in mente leggendo la notizia che Gabriella Carlucci ha lasciato uno dei suoi primi amori, Silvio Berlusconi, ed è passata con il più giovane ed aitante Casini che ha un nome di battesimo meno banale di Silvio.

Certo, nulla da vedere con la nostra modesta Gabriella che in camporella nonostante i nostri sforzi con ci voleva venire. Questa Gabriella è tutta un’altra cosa. Fulminata sulla via lastricata per Arcore, ha abbandonato lustrini e telecamere ed è diventata nientepopodimenoche parlamentare della Repubblica Italiana.

Questa Gabriella, non la nostra, ha idee molto chiare e si è sempre battuta per la dignità, la libertà, la democrazia degli italiani. E’ un’educatrice che resterà negli annali culturali e lo dimostrano tutti gli episodi di cui è stata protagonista. Non possiamo citarli tutti, ma il 22 aprile 2011 a Radio 24 si è superata: " Per i miei figli adolescenti Berlusconi è un mito perché parla una lingua che loro conoscono, racconta le barzellette ed è anche super potente da un punto di vista sessuale. I ragazzini lo ammirano, come la maggior parte degli italiani che vorrebbero essere come lui. Quanti italiani a 70 anni si sognano di andare con le donne dalla mattina alla sera? Pochissimi! Berlusconi sta conquistando anche i giovani, davvero. I miei figli lo vedono come una persona che ha costruito dal nulla un impero, il Milan, un partito che ha vinto più e più volte le elezioni. Poi dicono anche: è uno che a 74 anni, all’età dei loro nonni, ha tutte queste donne. Loro non vanno a sottilizzare chi sono tutte queste donne…". Secondo noi i figli di Gabriella hanno un grande avvenire.

In queste ore frenetiche per le sorti future del nostro Paese seguiamo con grande apprensione e partecipazione i movimenti di coloro che, macerati dal dubbio, provano, cercano altre strade. Qualcuno dice che scappano, come l’onorevole Carlucci, su altre spiagge per la paura di non essere più eletti, altri usano il solito luogo comune: "Quando la nave affonda i sorci scappano".

Eppure non è così perché questi personaggi sono tutti di grande spessore e con grande esperienza. E nei momenti difficili è necessario mettersi nelle mani di coloro che hanno esperienza. Uno di questi è Cirino il Pomicino, famoso democristiano napoletano (due condanne per finanziamento illecito e corruzione) che è stato ministro delle Finanze. Uno che ha lavorato talmente bene che il debito pubblico ‒ quando c’era lui ‒ schizzava sempre più in alto mentre il presidente della commissione Bilancio era quello che vuole abolire Statuto dei lavoratori e vuole la libertà di licenziamento. Un certo Maurizio Sacconi, socialista di complemento.

Un altro che, nel dubbio, tiene le valigie pronte è quel Claudio Scajola che a sua insaputa è diventato proprietario di una casa, vista Colosseo e Beppe Pisanu, un verginello politico che è stato tutta una vita democristiano, poi ministro dell’Interno di Silvio e fondatore di Forza Italia. Poi c’è il "celeste" Roberto Formigoni il quale afferma che "Senza numeri il premier deve lasciare. E sarebbe sbagliato andare al voto anticipato". Ecco bravo, meglio non votare. Facciamo una bell’ammucchiata che è meglio. Ed ancora, l’avvocato che in Parlamento ha garantito che Ruby era la nipote di Mubarak, un tal Paniz. Ora, però, si è ravveduto e ha tuonato che Berlusconi "Ha fatto commistione fra pubblico e privato" e ha messo "persone in posti per i quali non erano all’altezza". Ci ha messo 17 anni per capirlo. Uno così avrebbero dovuto dargli almeno un ministero.

Renatino Brunettina, invece, continua a guardare a Silvio con fiducia. Gli hanno domandato della patrimoniale e lui ha risposto che è una "follia". Allora sono passati al condono fiscale e il grande economista ha risposto lapidario: "Un’ipocrisia!". Possiamo fare un prelievo forzoso sui conti correnti? Non se ne parla neppure, ha risposto, "Una follia. Lasciamolo a Giuliano Amato". Il quale Giuliano Amato ritorna anche come un possibile presidente di un governo tecnico. Lui, che ha una pensione giornaliera di 1.047 euro, dovrebbe fare il lavoro sporco (l’ha già fatto nel ’92) e tagliare ulteriormente le pensioni degli italiani che al giorno ne guadagnano ben 30.

L’uomo giusto al posto giusto. Oltre ad Amato, in gara, ci sono anche l’azzimato Gianni monsignor Letta, che per 20 anni ha consigliato Silviuccio nostro come comportarsi, il coiffeur Montezemolo, il Profumo di centrosinistra ed altri ancora come Angelino che ancora si chiede come ha fatto a diventare ministro della Giustizia e Renato Schifani, un nome, una garanzia. Sono stati quasi tutti inquisiti e, quindi, possono aspirare a pieno titolo di diventare presidente del Consiglio.

Ma forse saranno battuti dall’economista Mario Monti designato in pectore dal presidente Napolitano che continua a ripetere che è necessario collaborare fra centrosinistra e destra. Lui, il professor Monti, sarebbe veramente "al di sopra delle parti". Talmente superpartes che il primo governo Berlusconi lo nominò commissario europeo, è stato presidente della Trilaterale fondata da Rockefeller, ha lavorato per Goldman Sachs e per il gruppo Bilderberg. Molto sopra le parti. Talmente sopra che la scure dell’austerità si abbatterà solo su quelli che sono sotto di lui. Cosa farà Mario Monti? E gli altri papabili? Chiunque vada a dirigere il governo tecnico farà quello che hanno sempre fatto o voluto fare i governi di destra: piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali, riforma di contrattazione salariale, accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti, bilancio in pareggio attraverso i tagli di spesa, ulteriore intervento nel sistema pensionistico, blocco del turn over nel pubblico impiego e, se necessario, riduzione degli stipendi.

E per fare questo c’era bisogno di scomodare un professorone come Mario Monti e gli altri cervelli? Secondo noi poteva bastare anche Gabriella. Non la Carlucci, cosa avete capito. La mia Gabriella, quella che non veniva in camporella ma che ha passato una vita a gestire una famiglia numerosa. E lo ha fatto egregiamente.


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