Francesco De Gregori a Zafferana Etnea

Atmosfera da magia musicale quella creata da De Gregori e il suo gruppo, ieri sera all’Anfiteatro comunale di Zafferana Etnea.
Assistere ad un concerto di De Gregori, oltre a non lasciare mai nessuno deluso, vuol dire anche avere la sensazione di trascorrere una serata estiva tra le dissolvenze di un falò ed un amico d’infanzia che strimpella la chitarra magicamente, lasciandoti solo lo spazio di sussurrare qualche verso a memoria, temendo un’ingenua stonatura.
L’Anfiteatro "Falcone e Borsellino" di Zafferana Etnea ha concesso questo privilegio agli astanti che hanno riempito la cavea, sede della rassegna estiva "Etna in Scena", che convoglierà migliaia di turisti fino al prossimo 5 settembre, in attesa dell’appuntamento annuale dell’Ottombrata.
L’inizio del concerto era fissato alle 21,30 e come in altre occasioni, De Gregori ha fatto spegnere le luci del palco con puntualità svizzera, coprendo la ciarliera dei soliti ritardatari con qualche accordo scivolato dalla sua chitarra. E’ bastato questo per essere immersi nelle storiche ballate del suo repertorio, alternate da revisioni attualizzate di alcuni capolavori e qualche pezzo della sua produzione più recente.
Maglietta nera e jeans, un estroso cappello più volte sostituito con altri, per un attimo ci ha fatto credere che, dalla penombra del palco, potesse spuntare da un momento all’altro il clarinetto di Dalla. Così non è stato, purtroppo. Ma la dialettica alla quale ci eravamo abituati durante i loro epici concerti, De Gregori ha saputo far rivivere, innescando un dialogo da cabaret con il pubblico presente, dopo un iniziale sfogo di una decina di canzoni.
E’ seguito un siparietto con il fratello Luigi, epico autore de Il Bandito e il Campione, che i due hanno eseguito insieme con Francesco ad accompagnare la chitarra del fratello, con la sua dylaniana armonica a bocca. Degni di nota i musicisti che lo hanno accompagnato durante il concerto e che lo seguiranno durante l’intero tour "Viva voce", che è anche il titolo del nuovo album. Stefano Parenti alla batteria, Guido Guglielminetti al basso, Paolo Giovenchi alla chitarra elettrica e acustica, Alessandro Arianti Clavia Nord Electro 3 e fisarmonica, Elena Cirillo al violino e voce, Stefano Ribeca al sax, Giorgio Tebaldi al trombone e Giancarlo Romani alla tromba.
L’album, che ripercorre almeno quaranta anni di carriera, ha fatto da filo conduttore della scaletta musicale della serata che, per stessa ammissione di De Gregori, aggiunge o toglie pezzi non compresi nel disco, esaudendo alcune richieste specifiche del pubblico durante le esibizioni.
Francesco De Gregori ha saputo in tutti questi anni mantenere un’identità artistica riconoscibilissima che, seppur adulata da infiltrazioni più moderne, sfiorando in alcuni arrangiamenti il rock americano anni ’80, ha mantenuto quella ricercatezza sofisticata ed elegante dei testi, concedendo ai suoi fedelissimi la liberta interpretazione di quei versi, provando a farli propri.
Alla fine, dopo tanti anni, è innegabile che De Gregori, ancora oggi possa cantare che "Seduto o non seduto, faccio sempre la mia parte, con l’anima in riserva e il cuore che non parte". E poi, chi è, tra il pubblico maschile, che può negare di non avere mai detto che "Giovanna è stata la migliore, faceva dei giochini da impazzire..."?
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