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Fotogrammi da masticare

Fotogrammi da masticare, questo il titolo del leggero volumetto di Simone Olla, giovane scrittore sardo alla sua opera prima.

di Simone Olla - mercoledì 23 marzo 2005 - 5076 letture

Il libro è diviso in cinque racconti di cui uno il più lungo e complesso, “avanzi di un sabato d’estate” è il lavoro trainante, come si legge nella presentazione della raccolta.

I cinque componimenti non raccontano, non narrano ma descrivono dei fotogrammi appunto, attimi più o meno lunghi della vita dei vari protagonisti: inutile cercare una trama e a volte difficile comprendere in pieno i personaggi che animano i racconti ambientati nella terra natìa dell’autore.

Senza la raffinatezza letteraria di uno scrittore maturo Simone Olla coinvolge ed incuriosisce passando da storie tragiche come quella narrata in “indigesta stanza” a episodi grotteschi come in “una donna d’altri tempi”.

Nessuno dei racconti scade in banalità autobiografiche, anche se la raccolta è chiaramente autobiografica. In “diversamente uguali” per esempio, sembra che Olla si diverta ad immaginare il proprio futuro comodo e tranquillo; un futuro da professore in pensione critico esterno e nel contempo partecipe della vita del paese in cui abita.

Tutti e cinque i racconti sono attraversati da una sottile e ironica critica ai tempi moderni e la giovane età dell’autore non gli impedisce di affrontare temi importanti come quello della solitudine profonda di Pino, il protagonista di “avanzi di un sabato d’estate” davanti al mondo di ipocrita apparenza che gli sfila di fronte chiuso in lussuose macchine “con il muso verso Villasimius”. Olla riesce a descrivere lo stato d’animo di sofferenza ed insofferenza di Giorgia Casti, la protagonista di “indigesta stanza” nell’atto di abbandonare il tetto coniugale ed una vita apparentemente perfetta ma evidentemente indigeribile, tanto indigeribile che il semplice odore dello studio del marito le provoca fastidiose nausee. Abituata a dire sempre sì, Giorgia, si trova adesso in una situazione psicologica che non ha scelto consapevolmente e da cui cerca di scappare inutilmente. Con la stessa facilità l’autore descrive la spumeggiante inconsapevolezza di un diciassettenne fatto oggetto di un errore o di uno scherzo e che, come a soddisfare le più ardite curiosità della maggior parte degli esseri umani, assiste incredulo al comportamento dei suoi parenti e conoscenti che lo credono morto.

Il racconto più criptico è l’ultimo: “rimane solo cenere”, una lunga digressione che narra di un abbandono. Non si capisce in effetti se chi narra sia il reale protagonista della vicenda e se lo scrittore che immagina la digressione sia lo stesso Olla che rievoca un episodio della sua vita per poi farlo finire come avrebbe voluto che nella realtà finisse. Si avverte un dolore lancinante e l’impotenza che avvolge il protagonista davanti ad una decisione indipendente dalla sua volontà.

Scorrendo le righe scritte da Olla ho avuto l’impressione di leggere racconti al limite della realtà: per capire bene il susseguirsi delle immagini che sono chiare nella mente dell’autore, ma a volte risultano di difficile comprensione per il lettore, non basta un’annusata al libro, occorre piuttosto leggerlo e soffermarsi. La domanda che mi pongo è se questo effetto di immagini sovrapposte sia voluto o sia un’impressione venuta fuori dalla penna casualmente, quindi non ricercata.

In ultimo, di spunti per poter recensire questo libretto in chiave politica se ne trovano numerosi, infondo l’autore non può prescindere, per naturale inclinazione, da accenni antimoderni e condivisibili critiche alla distorsione massmediale tipica del nostro tempo. In “diversamente uguali” l’Olla/professore in pensione ha la possibilità di entrare in contatto nell’arco di una mattinata con tre, quattro titoli di quotidiani diversi e quindi con altrettante interpretazioni dell’attacco agli Stati Uniti dell’11 settembre 2001. La disillusione che appare nell’atteggiamento del professore, amareggiato forse dalle idealità tradite di gioventù e più concentrato, almeno in apparenza, sul versante privato della sua vita fanno trasparire, a mio avviso, il desiderio di intima familiarità dell’autore, le ambizioni di critico della società e forse anche il remoto e non ammesso desiderio di terminare una fase della propria esistenza per passare ad un’altra che riservi più semplici gioie e meno entusiasmi andati in fumo.

E’ difficile dire di aver compreso fino in fondo il messaggio che l’autore voleva lanciare con questa sua prima raccolta nella quale, oltre ai fotogrammi, si mastica la delusione delle ambizioni tradite, degli affetti perduti, dell’indifferenza di chi ci sta intorno, dell’egoismo e di un’intelligenza viva che fatica a trovare una strada per diventare grande e dare il meglio di se.

Sono certa di non sbagliarmi nel dire che questo piccolo volume dalla copertina giallo ocra, nonostante alcuni difetti, ha la rara capacità di emozionare.

(Recensione di Francesca Del Campo)

www.opifice.it


Il Libro. Fotogrammi da masticare di Simone Olla, La Riflessione Editrice


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