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Fiorella Mannoia canta Dalla

Un omaggio a Lucio Dalla, quello che l’artista romana sta portando in giro per l’Italia. Due serate speciali in Sicilia: Zafferana Etnea e Sciacca.

di Piero Buscemi - sabato 13 agosto 2016 - 8224 letture

Che Lucio Dalla avesse scritto delle canzoni tra le più emozionanti del panorama musicale italiano, oltre che nell’eredità artistica che ci ha lasciato, ha trovato conferma nelle interpretazioni che un’immensa Fiorella Mannoia ha saputo personalizzare nell’eseguirle in giro per l’Italia. Il palco

L’emozione e, forse, la paura di mettere in scena una rappresentazione incompiuta, non degna del suo creatore e del suo trascinante carisma, ha annullato qualsiasi dubbio a coloro che la sera del 12 agosto si sono ritrovati nella cavea dell’anfiteatro di Zafferana Etnea per ammirare e farsi dondolare dalle parole che ogni singola canzone ha custodito nel ricordo e nella melodia ripassata sottovoce, quasi a non voler turbare l’artista durante la sua esibizione.

Fiorella MannoiaMa come ha detto la stessa Fiorella, le canzoni di Lucio devono essere ricordate. Soprattutto cantate. In ogni occasione e in ogni luogo di abbandono meditativo, quando tutti, almeno una volta nella vita, sentono il bisogno di affidare le proprie incertezze ai versi di una canzone che, in quei poco più di tre minuti di durata, hanno la forza di cancellare dalla mente i cattivi pensieri.

Saranno stati questi pensieri, neanche del tutto occultati, che hanno più volte costretto questa carezzevole artista a lasciarsi andare ad una voglia incontrollabile di umanizzare le debolezze davanti ad una esistenza che, in troppe occasioni, graffiano l’anima, truccandola di cruda realtà.

E Fiorella Mannoia lo ha fatto dando tutta se stessa, scivolando su quei versi suadenti, con il rispetto di chi non osa oltraggiare il genio creativo dell’autore. Difficile, anche per una artista collaudata come la Mannoia, rendere omaggio a quel piccolo uomo che ci ha lasciato troppo presto. Il livello artistico raggiunto con la sua musica e i testi delle sue canzoni, costituiscono un’ardua prova e sfida personale, come se la carriera di oltre trent’anni si ritrovasse annullata davanti ad una nuova audizione da esordiente.

Fiorella ha superato la prova a pieni voti. Nessuno ne avrebbe mai dubitato, in nessun momento, dall’ingresso all’anfiteatro all’ultimo minuto del concerto. La grandezza dell’artista è stata l’umiltà nel rispetto della versione originale, arricchendo ogni singolo pezzo con la sua personale capacità interpretativa. Il pubblico La passione e l’ammirazione che Fiorella Mannoia ha manifestato palesemente nei confronti del maestro Dalla, non poteva che produrre una serata di stelle di mare , di un vento dolce a spirare contro le crudeltà del mondo ed anche di qualche lacrima liberatoria a rendere tutti più vicini all’artista.

Fiorella in mezzo al pubblicoUn animale da palcoscenico, come si sarebbe detto una volta, Fiorella Mannoia ha catturato e si è fatta catturare dagli spettatori. Ha cantato con loro. Ha custodito i regali con i quali il pubblico l’ha più volte omaggiata. Ha pure lasciato quel palco per mischiarsi agli astanti. Svestendosi senza pudore di quel ruolo di celebrità, mai volutamente esternato in tanti anni di carriera, è salita sugli spalti concedendosi ad abbracci e più emancipati selfies.

L’umanità e la condivisione dei messaggi che gli autori ai quali si è affidata negli anni, ha trasformato un concerto in uno spettacolo emozionale che ha costretto anche i "distratti" alla riflessione sulla possibilità di unire l’umanità sotto un più vero sentimento d’amore.

La sezione archiLa sezione archi, un pianoforte a coda e la voce di Fiorella hanno toccato le corde giuste, riempiendo la cavea con la frescura di note che hanno inciso, almeno per due ore di concerto, la vita dei presenti con una rinata speranza. Quella di un mondo in cui ancora credere.


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