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Finanziaria: il no di Prodi agli alleati

"Una rondine non fa primavera; c’è da lavorare ancora molto ma, soprattutto, c’è da cambiare il ritmo della crescita di produttività del sistema", dice Prodi

di Vincenzo Raimondo Greco - mercoledì 9 agosto 2006 - 3162 letture

Il dato sull’aumento della produzione industriale di giugno e quello sull’aumento delle entrate tributarie, danno una boccata d’ossigeno al governo di centro sinistra. Ma Prodi avverte: “una rondine non fa primavera; c’è da lavorare ancora molto ma, soprattutto, c’è da cambiare il ritmo della crescita di produttività del sistema”. Il Presidente ha, quindi, escluso una manovra più leggera come chiedono, invece, gli alleati di sinistra. I dati resi noti sono come la vittoria dell’Italia ai mondiali: “non ha cambiato il Paese ma dà un senso di minore oppressione”. Viene quindi rispedita al mittente la richiesta della sinistra che invitava il Ministro Padoa Schioppa ad un serio confronto. “Se ci sono più entrate bisogna tenerne conto anche per quel che riguarda le altre politiche”, dichiara Pecoraro Scanio per il quale “la prossima finanziaria può investire di più sui giovani l’occupazione e l’ambiente”. E mentre Sgobio del Pdci ribadisce il suo “no a tagli a pensioni e sanità. Di maggiori entrate- dice - ne beneficino i lavoratori”, Migliore del Prc avverte: “la politica di risanamento si fa con una politica fiscale più equa e non con i tagli alla spesa sociale”.

Anche per Marigia Maulucci, segretaria confederale della Cgil, “il Governo dovrebbe cominciare a riflettere sulla necessità di invertire le misure della manovra di bilancio, oggi previste in 20 miliardi di correzione del deficit e 15 per la crescita. Si potrebbero dirottare maggiori risorse allo sviluppo, in termini di sostegno alla domanda e agli investimenti”. Diversa la posizione della CdL. “Il buon andamento del gettito fiscale è un risultato che va attribuito al governo Berlusconi”, sostiene il coordinatore della Lega Nord, Roberto Calderoli, per il quale “l’aumento delle entrate fiscali, ma soprattutto l’aumento delle entrate Iva dei primi sei mesi dell’anno corrente, sono la conseguenza dell’azione del governo di centrodestra, la dimostrazione che il paese tira e che i buchi, tanto sbandierati dalla sinistra, non sono nell’economia del paese ma solo nella loro testa”.

Per Gasparri, ”Prodi intende proseguire in una politica vessatoria nei confronti di alcune categorie in stretta coerenza con il decreto bersani-Visco che ha dato il la ad una campagna di autentica persecuzione fiscale”; mentre il forzista Schifani afferma che quanto sta succedendo tra Prodi e suoi alleati sono l’anteprima del film drammatico in onda in autunno.

Improntato alla cautela è il commento della Confesercenti e della CGIA di Mestre. “La corsa alla rivendicazione del merito delle maggiori entrate fiscali ci appassiona molto poco”, afferma il Presidente Confesercenti, Marco Venturi, che aggiunge: “Le risorse conseguenti alle maggiori entrate vanno utilizzate per risanare i conti pubblici e per rendere più competitivo ed innovativo il Paese”. Per Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, “il miliardo e 169 milioni recuperati dalla lotta all’evasione, seppur raddoppiati rispetto ai primi 6 mesi del 2005, sono ancora poca cosa rispetto ai 200 miliardi di euro denunciati qualche settimana fa dal Premier Prodi. In pratica sono solo lo 0,58% dell’evasione totale. Forse a fine anno arriveremo all’ 1%. Pertanto, non ci pare che di fronte a questi numeri ci sia molto da gioire”. Come dire: non è tutto oro quello che luccica!


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Finanziaria: il no di Prodi agli alleati
15 agosto 2006, di : antò

io penso che il panettone Prodi non lo mangi,se i partiti mantengono 1per cento che anno detto in campagnia elettorale ,e mettono mano alla coscenza .si è confermato tutto ,corsa alle poltrone e poi casini e dittatura .