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Filosofia di Barbie

Filosofia di Barbie/ di Silvia Grasso. - Genova : Il Nuovo Melangolo, 2024. - 150 p. - (Nugae). - ISBN 978-88-6983-402-8.

di Camilla Pazzaglia - mercoledì 30 ottobre 2024 - 475 letture

Camilla Pazzaglia, giovane laureata all’Università di Urbino, ha recentemente pubblicato con Ventura Edizioni il libro "Barbie Is No Longer on the Table "(2024), che invito il nostro pubblico a leggere unitamente a Filosofia di Barbie (Alessandra Calanchi).


Nel contesto della pubblicazione contemporanea, Filosofia di Barbie di Silvia Grasso, edito da Il Melangolo nel 2024, emerge come un’opera di notevole significato per l’analisi delle complesse relazioni tra le bambole e le costruzioni identitarie femminili. Questo libro si propone di esaminare il significato simbolico e affettivo delle bambole, in particolare di Barbie, nell’ambito delle dinamiche di genere e del femminismo contemporaneo.

L’autrice introduce il lettore nel mondo di Clara, un bambolotto del primo Novecento, rappresentativo di legami affettivi e strumenti di socializzazione tra bambine. Grasso sostiene che le bambole non siano mere figure di gioco, ma piuttosto strumenti fondamentali nella preparazione delle giovani a ruoli sociali predeterminati. Le bambole, tradizionalmente associate a modelli di comportamento materni, hanno perpetuato aspettative di genere che risalgono fino all’Antico Egitto. L’introduzione di Barbie negli anni Sessanta ha rappresentato una svolta, consentendo alle bambine di esplorare identità alternative e di allontanarsi dalle sole aspettative legate alla maternità o più in generale alla cura parentale.

Presentando la sua personale esperienza di infanzia negli anni Novanta, Grasso illustra come Barbie abbia agevolato la creazione di mondi condivisi e relazioni tra coetanee. In un contesto sociale dove le pressioni esterne possono trasformare legami collaborativi in conflitti, Barbie si propone come un simbolo di comunità e autodeterminazione femminile. Tuttavia, l’autrice non omette di riflettere su come la bellezza femminile sia divenuta una “oggetto di scambio" nel panorama sociale attuale, generando competizioni tra donne per l’attenzione maschile e complicando ulteriormente le relazioni interpersonali.

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Copertina di Filosofia di Barbie, di Silvia Grasso

L’opera si sofferma sulle sfide contemporanee del femminismo, evidenziando l’urgenza di creare spazi privi di definizioni maschili e promuovendo la pluralità delle identità femminili. L’autrice analizza la quarta ondata del femminismo, caratterizzata dall’attivismo online, e discute come le questioni femministe, sebbene oggi più accessibili, siano frequentemente soggette a processi di mercificazione. La cultura della bellezza e i social media amplificano pressioni estetiche estreme, contribuendo a una rappresentazione distorta dell’identità femminile nelle nuove generazioni. L’evoluzione di Barbie, da simbolo di conformità a veicolo di ribellione, offre spunti significativi di riflessione sulle opportunità per le donne di riconsiderare i propri limiti e di esplorare nuove forme di soggettivazione. L’autrice invita a una riappropriazione del femminile e delle sue simbologie, affermando la differenza di genere in modo positivo e costruttivo. Le esperienze legate a Barbie e le trasformazioni del suo significato rispecchiano le complessità dell’identità femminile contemporanea, sottolineando l’importanza della solidarietà e della condivisione nella ricerca di autenticità e libertà.

In conclusione, Filosofia di Barbie si configura come un’opera di rilievo per comprendere le sfide e le opportunità che le donne affrontano in un contesto sociale in continuo mutamento. Questo libro si presenta come una lettura per chiunque desideri esplorare il profondo legame tra il gioco, l’identità femminile e le istanze femministe, promuovendo una visione ottimistica e inclusiva per il futuro delle donne.

La raffinata analisi di Silvia Grasso offre al lettore (e alla lettrice) un’opportunità di riflessione non solo sul significato di un giocattolo iconico, ma anche sulle implicazioni più ampie di genere, identità e solidarietà in un mondo in evoluzione. L’opera si propone, pertanto, come un’importante risorsa per il dibattito contemporaneo, stimolando un’interrogazione critica sulle modalità attraverso le quali le nuove generazioni possono affermare la propria voce e costruire un futuro maggiormente autentico e libero.


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Copertina di Barbie is no longer on the table, di Camilla Pazzaglia


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