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Fatti di cosa nostra

Qui nel Viterbese conosciamo lo stupro, a partire da quello tradizionale e del territorio e dall’utilizzo dei beni ambientali come discariche...

di Doriana Goracci - sabato 3 novembre 2007 - 3641 letture

Qui nel Viterbese conosciamo lo stupro, a partire da quello tradizionale e del territorio e dall’utilizzo dei beni ambientali come discariche.

I dati di Eco-Way sull’inquinamento atmosferico nel viterbese riportati dalla stampa con grande evidenza rivelano che il territorio ha subito nel 2006 un livello di emissioni di CO2 superiore dell’875% al limite imposto dal Piano nazionale di allocazione conseguente agli obiettivi che il nostro Paese ha assunto per adeguarsi alle direttive del Protocollo di Kyoto. Un dato catastrofico, di gran lunga superiore a quello di Roma e delle altre province del Lazio.

Dall’agosto 2006 sono state smaltite illegalmente oltre 23 mila tonnellate di scorie pericolose.

Due fratelli gemelli residenti di un piccolo paese del viterbese sono stati arrestati a febbraio del 2007 con l’accusa di violenza sessuale su minori. Entrambi avrebbero abusato delle figlie di uno di loro, tre bambine di uno, cinque e 7 anni.

Sono tra i 16 e i 17 anni, tutti residenti a Montalto di Castro, otto minorenni nel Viterbese che avrebbero violentato a turno una coetanea nella primavera passata. Viene chiamata violenza sessuale di gruppo.Il sindaco diessino Carai si era offerto quest’estate di anticipare le spese legali a sei degli otto minorenni del suo paese con 5.000 euro a testa, accusati di aver stuprato in gruppo una quindicenne. Venne poi dissuaso...

Nel maggio del 2007 è stato arrestato il parroco di 36 anni accusato di atti di libidine nei confronti di alcuni minorenni che frequentavano la sua parrocchia a Oriolo romano nel viterbese.

In settembre è stato arrestato con la pesante accusa di violenza sessuale, un 23enne di Vasanello che avrebbe abusato di una coetanea dopo che i due, insieme ad altri amici avevano trasonscorso una serata in discoteca.

E’ di quest’anno la notizia che 170 Rom dovevano essere integrati in 8 comuni del Lazio. Per la prima volta, sinistra e destra hanno preso e imbracciato torce e chiesto porto d’armi, a tutte le età e in tutte le ore sono andate avanti le proteste. Ce l’hanno fatta.

I Rom, se poi sono romeni fa lo stesso, fuori dalla nostra terra. Sana e pulita come sopra perchè si sappia, quelli sono fatti di cosa nostra.

Il Segretario Nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore dichiara: “La misura è colma. Forza Nuova appoggiata da centinaia di migliaia di cittadini italiani, da mesi chiede la chiusura dei campi rom, in quanto portatori di disordine e violenze che feriscono le parti più deboli del nostro popolo, cioè anziani, bambini e donne.Oggi a Roma è toccato ad una donna italiana, massacrata dopo essere stata violata in modo indicibile. Forza Nuova aveva esplicitamente avvertito: “ GUAI A CHI TOCCA LE NOSTRE DONNE!”

Da oggi in poi i nostri militanti e tutti gli italiani sono moralmente autorizzati ad usare metodi che vadano al di là di semplici proteste per difendere i propri compatrioti”. Forza Nuova chiama alla mobilitazione tutte le sezioni cittadine e tutti i romani per domenica 4 novembre alle ore 18.00 in Piazzale Ponte Milvio.

Gli inviti a soffiare sul fuoco (e non solamente) con quanta più violenza sia possibile , mi sembrano che cominciano a dare frutti consistenti e chiari.

Allarmi, compagne e compagni, son fascisti, davvero. Era il 9 agosto 2001 e così concludeva le memorie di quei giorni un’amica del Coordinamento Facciamo Breccia. Niente di più vero.


L’articolo è pubblicato anche su Reset.Netsons.org


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Fatti di cosa nostra
3 novembre 2007

la questione è culturale. e non c’è una voce, almeno sembra, che si muova in questa direzione. io vivo in bolivia, e quando succede qualcosa qui, sarà stato "certamente" un peruano... eppure la giustizia comunitaria dell’altipiano autorizza a spogliare ed ardere vive le ragazze che sotto effetto di alcol hanno fatto qualche sciocchezza. ma anche quella è cosa nostra, addirittura sono "tradizioni". ma attenzione ai peruani!!! ed attenzione ai napoletani, agli albanesi, ai marocchini, ai rumeni e ai rom (e ai molteplici gradi di confusione che esistono tra queste parole, anche a livello istituzionale, non soltanto a livello di giornale di provincia)