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Eutanasia di un Papa

La Chiesa ha perduto un papa e ne ha riacquistato subito dopo un altro, Papa Francesco. Ma quella perdita non può essere cancellata o controbilanciata dall’elezione del nuovo papa perché per la gravità dell’evento, molteplici e rischiose ne saranno le conseguenze.

di Ornella Guidi - lunedì 18 marzo 2013 - 11215 letture

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Francesco / Ratzinger

Ricordando il nomen omen dei Latini senza invocare infausti presagi per il ruolo dei pontefici a venire, non si può non notare che il papa, Missionario per eccellenza, se dà le dimissioni diventa papa Dimissionario e qualunque sia o siano le cause, il fatto rimane come una spada nella roccia.

La popolazione mondiale è di sette miliardi di esseri umani abitanti la quasi totalità del pianeta, rappresentati da presidenti di governi democraticamente eletti, da re regine deputati senatori, dittatori civili e militari, ayatollah.. gli uni e gli altri tutti, quanti sono? Tanti. Su sette miliardi di persone c’è un solo papa.

L’11 febbraio scorso, giorno della ricorrenza della prima apparizione di Lourdes e della stipula dei Patti Lateranensi, il Romano Pontefice ha annunciato le proprie dimissioni, e il giorno 28 dello stesso mese in elicottero ha lasciato il Vaticano e si è ritirato a vita privata.

Le dimissioni del Papa sono un problema di fede per i cristiani, sono un problema politico per i cristiani e per tutti i rimanenti.

La questione è spinosa da qualsiasi punto la si guardi e non sono bastate le varie molteplici rassicuranti catechesi a difesa della storica decisione papale, non sono bastate le parole di plauso, la solidarietà dei Vescovi, del clero, la maggior parte, la compita educata osannante reazione dei fedeli, tutto questo non è stato e non è sufficiente a farci continuare a camminare per la strada come se niente fosse.

Una gaiezza leggera, una letizia pervadeva i volti illuminati da ameni e bonari sorrisi di chi, fra gli addetti ai lavori, da subito commentava l’epocale notizia; una letizia evocante quasi l’atmosfera di…chi vuol esser lieto sia..di doman non v’è certezza…di Lorenzo il Magnifico. Nessuno sa però se questa manifestazione di leggiadria fosse o sia altrettanto spontanea o solo conveniente per se stessi o per il bene della Chiesa….

Sembra che tutti in quei momenti siano rimasti ipnotizzati da un gioco di sapiente prestigio. Tutti tranne qualcuno, ad esempio l’Arcivescovo di Cracovia, Cardinale Stanislaw Dziwisz, a caldo ha commentato - non si può scendere dalla Croce.

Io da povera cristiana quale sono, dico che è stata, quella del Papa ora Emerito, una decisione che ci complica molto la vita e, per quello che Lo riguarda, nemmeno da andarne troppo fieri, a me pare quasi un atto di superbia più che di umiltà, ad un certo punto rifiutare l’eredità di Pietro, martirizzato per il Cristo. E se superbia non è, preferisco non aggettivare l’altro motivo che spesso dà la spinta ad abbandonare quando la situazione si fa difficile. Se si accetta di essere papa non ci può alzare una mattina e dire mi dimetto, il 28 di febbraio termino i miei lavori e me ne vado perché ho fatto quanto basta, insolita espressione che trova una incerta certezza persino quando usata nei ricettari di cucina.

Questa decisione ci ha colto di sorpresa perché non è in linea, nella sostanza, con quanto il papa negli anni del suo pontificato ha predicato, basti ricordare la sua appassionata critica al Relativismo che oggi domina il mondo; o l’invito alla pura tradizione, Benedetto XVI aveva perfino auspicato il ritorno alla messa recitata in latino. Possiamo inoltre aggiungere che questo abbandono non sembra trovare giustificazione dal suo stato di salute; il papa emerito è piuttosto anziano ma autosufficiente e lucidissimo. E’ pur vero che di dimissioni Benedetto XVI ogni tanto ne parlava, ma sembrava un vezzo di un’ esplorazione intellettuale più che un’ipotesi reale. Invece il fatto è accaduto, dopo quattro mesi esatti dall’avere indetto l’Annus Fidei, ovverosia l’Anno della Fede, il giorno 11 ottobre 2012.

Gli scandali vaticani dello Ior, Istituto per le Opere di Religione, i presunti ammanchi, l’ostruzionismo da parte di chi lo gestisce a difesa degli elenchi delle deleghe, sistema operativo di prassi che permette lo spostamento di grandi capitali senza possibilità di controllo, l’inaccessibile conoscenza della situazione economica reale di questo Istituto presente nelle vicende più oscure del nostro paese, dall’affare Sindona al crack del Banco Ambrosiano con la morte di Roberto Calvi, trovato appeso sotto il ponte dei Frati Neri a Londra…i rapporti diretti o indiretti con la banda della Magliana ….. Anche quando le peggiori nefandezze fossero state commesse o ancora lo siano, se anche questi motivi avessero ragion d’essere quali cause o solo concause della decisione presa, dopo tutta una vita vissuta fisicamente all’interno di quel perimetro di potere, che senso può avere tirarsene fuori all’ultimo, per il ruolo ricoperto si rimarrebbe coinvolti comunque anche ad essere la vittima sacrificale.

Chi ha vissuto da sempre in Vaticano è abituato al Vaticano, non può farsi spaventare da quanto sta accadendo soprattutto intorno ai movimenti di denaro più o meno pulito che passa o è passato attraverso il sopra menzionato Ior, controllato oggi dal cardinale Tarcisio Bertone e dai suoi fedelissimi, religiosi e laici.

Certe cose non dovrebbero mai accadere, soprattutto se si è prescelti figli di Dio come i Pastori della Chiesa ma siccome è provato che sono accaduti nei secoli dei fatti, anzi dei misfatti a dir poco unici per la gravità e purtroppo per la finitezza e l’imperfezione dell’essere umano accadono ancor oggi, forse anziché sorvolarla, potrebbe essere più giusto attraversare la palude con i propri abiti, perché chi è puro non deve temere di affondare, cosicché la luce della Chiesa per i fedeli, continui a risplendere nella candida veste.

Se persino, come ben sottolineato mesi fa in un editoriale del Foglio, il doloroso mutismo di Giovanni Paolo II conseguenza di un’afasia, aveva un potere carismatico, allora anche una sola parola detta da Benedetto XVI avrebbe potuto ancora far arricchire in termini di fede quella vigna del Signore di cui lui stesso, appena eletto Vescovo di Roma, si proclamò umile servo; ed esiste anche una qualità delle conversioni, non solo la quantità.

Sempre a proposito delle ragioni addotte dal Papa ora Emerito, per questa decisione presa, riprendo e lo virgoletto un passo di una mia lettera che sono obbligata a citare perché già letta nella sua interezza e commentata criticamente dal Direttore di Radio Maria, Padre Livio, nel suo commento mattutino alla stampa il 13 febbraio scorso, lettera dove mi chiedevo appunto le ragioni che potevano avere indotto Papa Benedetto a lasciare. Gli ultimi papati sono stati quanto mai impegnativi e nessuno dei predecessori di questo papa ha fatto un simile affronto al proprio ruolo,. Inoltre ripeto proprio un papa che ha tuonato contro il Relativismo, con la sua uscita di scena per semplici dimissioni, fa correre il rischio di banalizzare nei fatti e nel quotidiano, il mandato di Pietro quasi si trattasse di un impegno a guisa di mestiere comune, ma non può essere certo considerato tale, neppure dal più laico dei punti di vista.

Chi ha fatto della propria vita un atto di fede non può tirarsi indietro anche quando la stanchezza ti abbassa le palpebre e perdi le forze ogni giorno di più, la sofferenza di ogni dolore sia, per un cristiano è l’andare incontro a Dio, questo per lo meno ci insegna chi è preposto a parlare e svelare il Vangelo e la parola di Dio, i sacerdoti nelle loro catechesi.

Se tutti i cristiani hanno dunque questo imperativo di fede, di accettare la sofferenza ed abbiamo fatto giustamente santi i nostri martiri, non offendiamoli ora parlando di odore di santità per chi come Benedetto XVI, ha lasciato dicendo che non ce la faceva più.

“Ce ne sono tanti che sono stanchi, che vorrebbero la sera riposare e il mattino dire io mi dimetto, genitori con figli disabili, bambini costretti a lavorare dodici ore al giorno, minatori delle peggiori miniere, uomini in cerca ogni giorno di un lavoro, che cercano nei rifiuti qualcosa per loro e anche loro vorrebbero dire non ce la faccio più, mi dimetto dalla mia vita, eppure tutti i citati che pure sono solo una parte della grande moltitudine che li vede presenti, eppure loro non possono farlo” e sono costretti a tirare avanti.

Se un papa viene acclamato perché ha avuto il coraggio di rinunciare a fare il papa, con che potenza dovremmo osannare una Madre Teresa di Calcutta o un Francesco con la sua poetica e severa fede… a mani nude hanno costruito cattedrali di purissimo bene, al limite estremo delle loro forze umane, e si è santi quando per amore di Dio e del mondo insieme, si va al di là delle proprie forze fisiche, psichiche e spirituali. Le crisi di fede hanno dilaniato per anni Madre Teresa ma lei forte nella sua misera magrezza ha mantenuto il suo instancabile impegno alla carità e alla cura dei reietti dell’umanità, i lebbrosi, e le preghiere non sono solo le parole ma anche e soprattutto le azioni, i fatti concreti di bene.

Un papa che si dimette è un papa che pratica l’eutanasia su se stesso, quasi avesse indebolita la fiducia nell’aiuto e nella misericordia di Dio e persa la fiducia nella capacità di perdono dei cristiani verso la loro Chiesa laddove questa possa aver sbagliato e possa sbagliare. Se le motivazioni sono invece solo quelle ufficiali, allora avrebbe potuto continuare a fare quello che era in grado di fare, ci saremmo accontentati.

Spaziando sorge a tratti anche il dubbio che quanto accaduto, possa essere la conseguenza, il guizzo di un’insopprimibile vanità intellettuale, irresistibile desiderio al limite dell’inconsapevolezza di voler cambiare il corso della Storia…

D’altra parte tutte le ragioni teologiche addotte da più parti, e le tesi e le tesine e i dogmi e il carisma di Pietro e le bolle papali e i Concili, Nicea, Costantinopoli, Trento…tutte le ragioni portate rimarranno sempre al di fuori della nostra reale comprensione perché noi esseri rozzi, rozzamente non capiamo. Ci dicono che se il papa lascia significa che Dio gli ha chiesto questo, il carisma Pietrino lo rende infallibile, dunque è come se il carisma di Pietro annientasse in colui che è papa, il libero arbitrio, in sintesi estrema il concetto islamico “ quello che Allah vuole, accade, quello che Allah non vuole, non accade” rende ragione anche del comportamento del papa, naturalmente con la trasposizione dovuta.

Inoltre non potendoci essere una divisione fra il pontefice e i vescovi, questi ultimi hanno approvato e difeso la decisione papale, che pure apre la strada ad inquietanti scenari.

Che cosa dobbiamo, in relazione a questa decisione aspettarci per il futuro?

Duemila anni fa sulla terra è nato un Uomo che senza le vesti ricche dei sacerdoti del tempio, ma poveramente vestito andando di villaggio in villaggio raccontava semplici storie di una saggezza e amore infinito e per questo è stato crocifisso, come un pazzo, come un niente, spogliato anche di quelle misere vesti. Eppure in questi duemila anni nessuno si è dimenticato di lui, tutti lo conoscono, chi ci crede e chi non ci crede, tutti sono costretti a farci i conti, chi in un momento di disperazione non l’ha mai invocato? Chi non conosce almeno qualche sua frase, eppure non ha combattuto guerre, non ha vinto battaglie, non ha avuto nessuna gloria nel mondo, un uomo povero di una famiglia povera, che i cristiani amano e riconoscono come figlio di Dio e per questo lo pregano e cercano di seguirlo come umanamente possono.

E’ proprio questo essere cristiani che può rappresentare uno scoglio insormontabile per un Potere disposto a tutto, un Potere che a quel semplice Gesù gliela ha giurata da duemila anni senza mai riuscire a vincerlo, tutta la potenza assoluta dell’Impero Romano non è riuscita a sconfiggere le Sue semplici ma uniche, parole.

Un Potere oggi e ieri e domani che vuole controllare le coscienze, il modo di pensare, i valori della nostra fede e cultura ma senza un fine preciso se non quello di gestire le masse umane e il loro pensare come fossero in balia delle acque di una diga, aperte, chiuse, dirottate o svuotate.

All’inizio degli anni ottanta con l’abolizione da parte di Bill Clinton della storica legge bancaria di paternità Rooseveltiana a protezione dei risparmiatori, i signori del Potere hanno incominciato ad agire sui mercati finanziari con una disinvoltura che inizialmente nei risultati prodotti ha fatto credere alle società industrialmente avanzate ad un miracoloso evento economico. In questo modo la finanza mondiale si arricchiva ed ha continuato e continua tutt’oggi ad arricchirsi spaventosamente, ma allora e solo allora tutti pensavano di essere diventati ricchi.

Loro, i veri ricchi già pregustavano il momento in cui avrebbero chiuso quelle acque della diga anzidetta e causato una terribile siccità, dall’alto, nei loro lussureggianti giardini avrebbero guardato soddisfatti tutta quella moltitudine di genti affamate di un misero lavoro, di due gocce d’acqua. Chi si sente o vuole diventare padrone del mondo, non può tollerare il giusto comportamento, perché se essi stessi fossero giusti non avrebbero messo in ginocchio il sud del pianeta e fatto impoverire anche il nostro paese al punto che oggi nelle scuole i bambini devono portarsi la carta igienica e gli ospedali non hanno quasi più i farmaci, velocemente stiamo diventando anche noi come un qualunque paese del povero sud della Terra.

Ma anche nelle condizioni di estrema difficoltà e di povertà un cristiano, un vero cristiano rimane pur sempre un soggetto pericoloso, con quelle sue strampalate idee sulla fratellanza basata sull’Amore fra gli uomini, quei comandamenti che sono come affronti all’estrema libertà dell’uomo, quell’insopportabile non rubare, non uccidere, non fare agli altri quello che…così ritornando ai nostri segreti padroni del mondo continuano loro come il circo Togni a girare con le riunioni del gruppo Bilderberg, a cui vengono invitati i politici di turno ma che sono gestite da una ristrettissima cupola di “Illuminati”, l’ex ministro Tremonti alla trasmissione Piazza Pulita gli ha definiti dei pazzi furiosi, Tremonti ha partecipato, invitato ad alcune riunioni.

Intanto gli Stessi controllano tutto o quasi il campionario mediatico, hanno favorito e favoriscono la corruzione a tutti i livelli come sistema per fiaccare gli Stati, soprattutto quelli a carattere democratico e favoriscono lo sviluppo delle mafie di cui si servono; utilizzano poi le criminalità organizzate per controllare il mercato americano e mondiale delle droghe, del traffico delle armi … e utili a questo Potere, occulto ma non troppo, sono anche le organizzazioni terroristiche. Queste ultime in genere hanno il compito di seminare appunto terrore e per questo aiutano a generare terribili tensioni, guerre, oppure in contesti più tranquilli, a riportare o spostare l’elettorato a destra, come reazione consequenziale. Si può notare come in questi anni di profonda crisi sociale in Italia sia sparito all’improvviso il terrorismo, cosa sarà accaduto, i terroristi sono anch’essi in bolletta oppure al momento di loro non ce ne è bisogno perché la gente tiene da sola la testa bassa… ? .

Naturalmente poi ci sono tutti gli apparati a protezione dei vari sistemi, organizzati legalmente e talvolta con delle piccole strategiche isole a parte che agiscono incontrollate.

Ritornando a questo potere che esiste ma non appare, il fare alle spalle avviene con un’organizzazione di ristrette lobby, ognuna con il suo specifico compito e le riunioni servono per confrontare i risultati ottenuti e leggere le relazioni di ciascuna, il tutto supervisionato da una segreta Cupola che fa da regia per le strategie da seguire. Come sarebbe stato possibile un tempo questo dilagare della più sfrontata corruzione, dei saccheggi documentati dagli ammanchi di milioni di euro dalle casse dei Comuni, delle Province e delle Regioni, se non fossero queste, prassi tollerate e incoraggiate da un potere molto più profondo. Sono, queste catastrofiche ruberie il risultato della briglia sciolta lasciata ai politici, galoppini di questi forti gruppi economici, i cui rappresentanti due mesi prima dell’annuncio delle dimissioni del papa si sono riuniti, il 19 novembre scorso proprio a Roma che è il loro riconosciuto quartier generale.

Una volta, negli anni settanta ottanta queste riunioni servivano a definire le linee guida per i successivi venti trenta anni, è verosimile pensare che oggi con l’avvento dell’era digitale, l’informatizzazione velocizzando ogni processo, abbiano alzato il tiro e si attivino per programmazioni di più lunga durata, riguardo a ciò che “deve” accadere nel settore finanziario, politico, economico, ambientale e soprattutto sociale del pianeta tutto.

. Ma tutto questo cosa c’entra con il Papa e le sue dimissioni? Purtroppo c’entra.

Sul nostro pianeta ci sono abbastanza ricchezze per permettere ad ognuno dei suoi abitanti di vivere dignitosamente, ma la realtà non è certo questa, e ormai anche noi dobbiamo abituarci a vivere in povertà, purtroppo questa crisi non è un evento ciclico ma temiamo sia l’anticamera di una situazione di estrema disperazione e di degrado.

Già ora ogni giorno non solo aumentano i crimini, ma vengono derubate le chiese, i cimiteri, anche nei piccoli cimiteri di montagna viene portato via il rame delle grondaie, i vasi, i vasetti usati per mettere i fiori ai nostri morti. Vengono rubate anche le targhe di ottone sulle porte perché l’ottone viene pagato 5 euro al kg…in uno scenario così degradato cosa arriveranno a fare le persone?

Questi potenti, questi fautori del nuovo ordine mondiale, hanno stabilito da tempo che la popolazione sulla terra dovrebbe assestarsi su due miliardi di umani e non essere sette come invece siamo. Tante cose hanno stabilito per noi a nostra insaputa, di certo non la risoluzione della crisi, anzi c’è chi fra loro vorrebbe dare un’accelerazione a tale tragico fenomeno per arrivare prima ad un controllo globale. I nostri fortissimi potenti come abbiamo detto, programmano con largo anticipo quello che sarà della nostra vita quotidiana, basta creare il panico ad esempio sulla peste suina e il mercato e i consumi si spostano su altri tipi di carne o di pesce, un metodo semplice che con l’aiuto dei media, può essere applicato a tutto.

Da tempo per raggiungere questi obiettivi però è stato necessario creare una classe specifica trasversale che avesse accesso a molti dei posti chiave del potere.

Una classe fatta di soggetti accomunati da un grande desiderio di rivalsa e anch’essi comunque per motivi di comodo, legati ad una certa segretezza. Gli omosessuali non me ne vogliano, non ho nulla contro le loro scelte erotiche e sentimentali, qui non è questo il problema e non si tratta di mettere in discussione il loro giusto essere, siano pure quello che si sentono di essere, il fatto è che molti quadri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e al Palazzo delle Nazioni Unite e ai massimi vertici europei sono stati scelti proprio in base al loro essere gay, molti dirigenti italiani anche più che noti sono solo apparentemente eterosessuali.

Dopo anni, decenni o secoli in cui i gay sono stati costretti a nascondersi e a subire come minimo irrisione e compatimento pubblici e spesso anche delle vere e proprie persecuzioni, oggi per una forse naturale nemesi storica, i gay vengono trattati dai media soprattutto, come una specie protetta, attenzione a quello che si dice dunque; sono diventati anche al livello di mercato una delle categorie più appetibili. Io penso che potranno considerarsi veramente liberi quando saranno trattati né più né meno come tutti gli altri, senza alcun pregiudizio di colpevolezza o innocenza, metaforicamente parlando.

E comunque il mio è un discorso esclusivamente contro una lobby che unita da questa caratteristica crea un forte anello a protezione di questo potere. Come contropartita, in occidente i gay sono stati sdoganati a tutti i livelli e a tutti i livelli riconosciuti i loro diritti e finalmente possono vivere alla luce del sole la loro vita senza persecuzioni fisiche o psicologiche, e non è poco.

Chi di noi avrebbe pensato anche solo dieci anni fa che nella trasmissione nazional-popolare più seguita come il festival di Sanremo, sul palco si presentassero due uomini a parlare del loro amore e del loro matrimonio; viene quasi da pensare che oggi se non sei gay non sei trendy. A questo punto, un piccolo esercizio di fantasia, visto che chi detiene il vero potere ne ha così tanta, facciamolo anche noi.

E’ verosimile pensare che in meno di dieci anni forse le coppie gay avranno più agevolazioni di quelle etero, in quanto coppie ecosostenibili, sì è vero ora anche loro vogliono figli, ma per averli le procedure sono costose, mentre gli eterosessuali più sono poveri più procreano. La coppia omosessuale è la coppia perfetta per il futuro del mondo, altro che carrozzine con fiocchetti rosa e azzurri, perché siamo ancora così antiquati?

Ma, sempre allungando lo sguardo, in seguito a qualche colossale disastro ambientale o carestie provocate artificialmente o terremoti provocati, come pare sia stato quello ultimo del Cile del 27 febbraio 2010, potrebbe profilarsi l’Emergenza Terra.

Le guerre del domani non saranno più atomiche, ci sono armi in grado di provocare le “guerre del tempo” dove in base al programma H.A.A.R.P. è possibile provocare inondazioni o siccità di un territorio in modo da distruggere i sistemi agricoli di una nazione. Armi, in grado di alterare tutto il sistema delle Telecomunicazioni e l’erogazione dell’energia elettrica, chissà se i famosi blackout di New York non siano stati la conseguenza di qualche prova fatta, tutto sembra accadere per caso invece la causa è l’uso di armi specifiche e temibilissime.

A nessuno sarà sfuggito di pensare che mai come in questi ultimi anni c’è stata una frequenza di disastri naturali, e nessuno sa spiegare perché prima del terremoto del Cile, è stato visto un bagliore verso il mare di una potenza incredibile e questi bagliori incredibili per intensità sono stati visti per la prima volta anche in altre zone del globo pochi minuti o istanti prima di un terremoto.

Questi programmi rientrano nelle strategie delle famose guerre climatiche e anche se per l’uomo della strada sembrano fantascienza, in realtà esistono e sicuramente sono più avanzati di quanto ne sappiamo.

Qual’è il loro grande vantaggio? E’ quello di, attraverso apocalittiche catastrofi, ridurre al niente chi secondo i piani deve essere ridotto al niente per motivi politici, economici…motivi i più disparati, sempre comunque di interesse e soprattutto arrivare all’ obiettivo prefissato senza bisogno di bombardamenti che portano una firma, qui l’aggressore si cela dietro i disastri della natura.

Ecco la necessità per noi comuni cittadini di avere un controllo trasparente della politica, di pretendere di conoscere le persone che ci rappresentano, tutte, dalla prima all’ultima ruota del carro ed ecco perché, a queste ultime consultazioni elettorali, personalmente, dopo aver votato con slancio per Grillo, dopo due giorni mi è venuto un conato di vomito quando all’indomani della vittoria si sono tutti nascosti…Grillo faceva footing in un sarcofago, prima su tutti i palchi a strappare voti, poi il niente, in streaming, ma c’è una parte degli Italiani che con buona pace dell’ispirato Casaleggio se ne fotte proprio, dello streaming…

Oggi le persone si sentono forti perché hanno Internet e con Internet possono fare di tutto e poi hanno gli IPhone… ma se c’è qualcuno che controlla le Telecomunicazioni, l’Energia Elettrica e ad un certo punto decide di chiudere, di abbassare la levetta il tempo che gli serve, a cosa servono tutti quegli strumenti che oggi ci fanno sentire tanto spavaldi? Deve esserci quindi trasparenza reale, senza la trasparenza i governi sono di facciata, mentre invece è necessario rompere, spezzare questi anomali legami tra i politici democraticamente eletti e queste oligarchie economiche che sovrastano gli Stati.

Oggi questo capitalismo di stampo finanziario non ha più bisogno quantitativamente della forza e della massa lavoro come ne ha necessitato dalla fine dell’800 in poi e per tutto il secolo scorso. Questa diminuita necessità della massa lavoro mette in grave pericolo gli strati più poveri della popolazione del pianeta, strati che in seguito a questa crisi mondiale cinicamente provocata, sono affiorati e affiorano come la scrematura del latte.

D’altra parte se veramente le risorse idriche del pianeta non basteranno per tutti gli umani a partire dal 2050, questo capitalismo oligarchico fatto di Illuminati non può permettersi di abbeverare e dare da mangiare a chi non gli serve più, e che vivendo e quindi consumando risorse non più infinite ma finite mette a repentaglio la sopravvivenza dell’intera specie umana. Quindi “per il bene dell’umanità “ di nuovo si apre il discorso sull’imperativo di portare la popolazione da sette a due miliardi di umani.

Qualche giornalista anche famoso pensa di essere all’avanguardia proponendo una eutanasia di massa dopo una certa età, non ha capito che chi ragiona in base ai due miliardi di umani e non di sette, non vuole alimentare inutilmente i poveri e gli eccedenti per 60-70 anni; secondo i loro intenti la soluzione più “razionale” non è ridistribuire la ricchezza fra tutti, ma al contrario l’unico rimedio possibile può essere il bloccare le nascite.

Arrivare ad una soluzione “dolorosa e radicale ma l’unica per la salvezza del genere umano”, una sterilizzazione di massa, che detta così ammetto è un po’ brutale ma ce n’è di tempo per infiocchettarla bene, magari all’inizio anche spronata da incentivi economici, i duecento milioni di aborti cinesi attuali diventare un fiorellino nel campo.

Non c’è proprio da meravigliarsi, forse sarà ancora peggio di quel che dico, cerco solo di capire come ragionano questi delinquenti, una sterilizzazione di massa deve essere preparata da una lunghissima e tragicissima crisi, d’altra parte se non c’è più l’acqua come facciamo? Vogliamo saperne forse più degli esperti e degli esperti degli esperti? Vogliamo dunque arrivare a mangiarci l’un l’altro come il conte Ugolino mangiò i suoi figli?.

Comunque sia ben chiaro nel caso se…. Una richiesta per quanto così radicale come la sterilizzazione del genere umano anche se pragmatica ugualmente dovrebbe essere intesa non fine utile al conseguimento dell’obiettivo indicato, ma come una delle tante prove generali di assoggettamento dei popoli, che rimane sempre il fine ultimo. Un po’ quello che fu arcaicamente realizzato da parte dello stato fascista, l’obbligo di “donare” al regime, le fedi di matrimonio, il famoso oro per la patria, che doveva servire per vincere la guerra di espansione colonialista in Etiopia.

La Chiesa, reduce dal vantaggioso accordo economico dei Patti Lateranensi, e il suo clero furono di appoggio per esortare gli Italiani ad obbedire.

Chi non si poté permettere di comprare una fede d’oro basta che sia, i miei nonni riuscirono a farlo solo per quella di mia nonna, perse per sempre la sua e passò il resto della vita con all’anulare un cerchietto di ferro avuto in cambio, e comunque anche una volta ricomprato d’oro, fu derubato ugualmente di un ricordo unico.

L’uomo è un essere con una immensa capacità di adattamento e gli uomini che vivono in società senza punti di riferimento etici, senza una coscienza allenata al bene, gli uomini possono arrivare a fare e a farsi fare di tutto, anche e soprattutto sul discorso diritto alla vita.

Ma chi su questa terra più di ogni altro difende la vita? Chi è il paladino della vita ad oltranza, senza eutanasie di nessun genere ordine e grado? E’ proprio quel Gesù di duemila anni fa, nessuno più di Lui, ama la vita dei semplici.

Ha continuato ad amarci tutti anche mentre lo crofiggevamo e non ha avuto paura come uomo, di portare la sua Croce.

Non ha fatto come il famoso deputato comunista che era sempre in prima linea con i lavoratori, alla pari, ma quando si è ammalato di cancro, è andato in una clinica in Svizzera, clinica dove si pratica l’eutanasia, esattamente come un qualsiasi cassa integrato di Fiat Mirafiori ammalato della stessa patologia e magari con lo stesso desiderio.

Nessun essere umano, nessun sacerdote vescovo cardinale papa nessuno è capace dell’assoluta coerenza del Cristo ed è giusto, profondamente giusto così, perché noi non siamo Dio e mai potremo esserlo, nonostante i sogni di gloria di tanti. Ma anche nell’imperfetta coerenza, anche gravata dai suoi furiosi peccati, la Chiesa forte del Vangelo e dell’insegnamento del Cristo alla resa dei conti può indicare una strada di bene, quella del bene è l’unica via percorribile, l’unica via veramente ecosostenibile per il genere umano, sacro è il diritto alla vita e ad una vita dignitosa per tutti, senza nessun tipo di mercificazione del proprio corpo e delle proprie idee come Giovanni Paolo II aveva parlato.

Basterebbe questo per aver iniziato da lontano una strategia per screditare la Chiesa, per confondere i fedeli, per ridurla a inattiva presenza nel mondo come una qualsiasi associazione di stampo caritatevole.

Per quanto riguarda le dimissioni di Benedetto XVI non so se a Roma il 19 novembre scorso, qualche cardinale ha preso parte alla più riservata riunione dei Bilderberg, di sicuro quel piccolo conclave di Potere è stato informato prima di tutti gli altri della bomba che stava per scoppiare, quei cardinali che hanno saltato il fosso hanno rassicurato chi dovevano che ormai era cosa fatta.

Quando Paolo VI disse che il fumo di Satana era penetrato nella Chiesa, a qualcuno o a qualche situazione doveva pur riferirsi, un papa in genere prima di parlare pesa anche le virgole e questa non è un’affermazione da poco.

Immaginarsi dunque dei cardinali che remano contro l’Apostolato di Pietro è purtroppo realistico, anche perché quando per particolari ragioni “si salta il fosso” scompaiono i sensi di colpa e la mente si uniforma al nuovo padrone, il Male e da lì in poi la menzogna è funzionale al tracciato da seguire, e questo è valido anche e soprattutto per tutte le questioni legate alla pedofilia.

Nessuno poteva sapere inoltre come avrebbe reagito il mondo cattolico dei fedeli, forse qualcuno sperava in qualche lacerazione perché un papa che dà le dimissioni rischia di sfiorare il ridicolo, al momento la flessibilità dei credenti sembra comunque essere stata vincente.

Ma questa stessa flessibilità potrebbe esporre la Chiesa al altri generi di pericoli dall’esterno con la complicità di cricche potentissime interne; se i cristiani hanno reagito fin troppo bene ad un papa dimissionario, negli anni a venire tutto può essere proposto pur di indebolire questa roccaforte dove se alle volte si perde la bandiera le fondamenta sono viceversa solide. Io mi chiedo se domani ad un papa venisse in mente di dire: non ritengo giusto dimettersi… prima magari si incomincia a far scrivere qualche articolo di revisione sulla scelta di Ratzinger, ormai il modus operandi l’abbiamo capito, il copione è sempre quello, si prende qualche intellettuale, qualche giornalista e si incominciano a tagliare carotine, sedano cipolla per preparare il sugo che serve per condire…poi quando il terreno è morbido un pontefice X potrebbe dire: non voglio dimettermi perché bla bla bla ma assistito dallo Spirito Santo, quest’anno su questa storia del papa mi tocca confessarmici, continuiamo… e per la complessità della gestione della Chiesa non potendo io da solo, dice il papa, far fronte a quanto deve esser fatto chiedo che il mio mandato venga suddiviso in tre persone come la Santa Trinità, un papa nominato per le Americhe, un papa per l’Africa, ricordiamo che i nostri fratelli Africani sono i più numerosi, e un papa per la grande e vecchia Europa.

Per dire la verità aggiungo io ce ne vorrebbero quattro, ci vorrebbe anche quello per l’Oriente ma ora anche se mi piacciono gli esercizi di fantasia, il quarto papa non saprei come giustificarlo..tanto andiamo a tre che già non sono pochi.

Per ora siamo di fatto a due, nominato Francesco, il nuovo papa ha esortato la folla a pregare per il papa emerito, papa di qui e papa di là; ma come si fa dico io a essere ex papa, ci voleva proprio un tedesco per proporre una cosa del genere, per carità non voglio mica dire che ci vuole faccia tosta, una confessione va bene non voglio rischiare il purgatorio…però bisogna riconoscere che per affacciarsi a quel balcone e dire mi dimetto, ci vuole un certo sangue freddo, anche perché non poteva sapere come quelli lì sotto l’avrebbero presa, l’hanno presa bene, forse persino troppo, un troppo quasi offensivo.

Ma insomma pensate davvero che se un papa dicesse quanto sopra non partirebbero tutti in tromba con gli striscioni inneggianti al primo vero papa democratico che umilmente divide la sua missione in tre, in prima fila quelli delle Filippine per vedere di riuscire ad ottenerne uno anche loro… Intanto se un evento del genere accadesse veramente, e considerando le ultime novità non è poi così impossibile un triumvirato di papi, Bruno Vespa ha assicurata la sopravvivenza di Porta a Porta fino al 2089 e questo varrebbe per tutte le altre trasmissioni affini ….sto scrivendo delle cazzate? Ma no che dite, sono solo una toscana irriverente ma cristiana, che vede in queste dimissioni di Benedetto XVI il cavallo di Troia per qualsiasi cosa di là da venire; leggermente confortata è vero, parlo di me stessa, dalle parole del nuovo papa…ma anche l’altro era partito bene.

Oltre a tutto creando il precedente delle dimissioni papali, viene indebolita anche la forza dei papi successivi lasciati in balia dei potentissimi cardinali romani, o fai così o ti dimetti. Alla fine quella delle dimissioni diventerà una prassi, un modo per tenere sotto controllo l’operato del papa senza arrivare alla necessità di ucciderlo come ricordiamoci bene fu deciso di fare con Giovanni Paolo II, assoldando Ali Agca, killer professionista, che poi i mandanti sono rimasti incerti; il proiettile seguì un percorso miracoloso riuscendo a dribblare gli organi vitali e il papa ferito, si salvò.

Inoltre mentre prima non si conosceva la durata temporale di un papato, ora sdoganata la pratica delle dimissioni, anche questa durata può essere

pianificata, abbreviata o allungata laddove servisse quel dato pontefice.

Io non so se Ratzinger sia cosciente o meno del male che ha fatto alla Chiesa con questa sua decisione, in che situazione dolorosamente imbarazzante l’ha messa.

Rimuovere delle granitiche certezze, relativizzare dunque anche la Chiesa non significa aggiornarla ai tempi ma esporla al rischio di farle perdere quell’immenso valore come punto dove guardare.

Per chi vuole governare il mondo come vogliono loro, tutto per loro e niente per nessuno, indebolire la Chiesa facendole perdere credibilità, è togliersi la più rovente spina nel fianco e qui non vorrei essere tacciata di opportunismo di destra alla Mao Tse Tung, ma la sciocchezza della gente è grande, siamo tutti dei poveri Pinocchi nel ventre della balena.


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