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Eutanasia: La legislazione vigente

Dall’Olanda all’Italia, cosa dicono le legislazioni dei vari paesi sul tema dell’eutanasia.

di Redazione - sabato 30 settembre 2006 - 8862 letture

Paesi europei

* In Olanda, l’eutanasia è praticabile a condizione che sia richiesta ripetutamente dal paziente al medico. La richiesta include la compilazione di un questionario di 50 domande. Dal 2000, l’Olanda è divenuta il primo paese al mondo ad aver legalizzato pienamente l’eutanasia.

* In Austria, una legge permissiva sull’eutanasia è stata abrogata nel 1977.

* In Svizzera, è previsto e tollerato il suicidio assistito; esso viene praticato al di fuori dell’istituzione medica, da un’associazione privata chiamata Exit.

* In Belgio, nel 2002, il Parlamento ha varato un progetto di legge per la disciplina dell’eutanasia.

* In Svezia, l’eutanasia non è perseguita penalmente.

* In Germania, il suicidio assistito non è reato, purché il malato sia capace di intendere e di volere e ne faccia esplicita richiesta.


Paesi extraeuropei

* Negli Stati Uniti, il governo federale ha dato autorizzazione e libertà agli stati confederati di legiferare sull’eutanasia. Attualmente (2005) l’eutanasia è prevista solo nello stato dell’Oregon.

* In Cina, dal 1998, gli ospedali sono autorizzati dalla legge a praticare l’eutanasia ai malati terminali.

* In Colombia, l’eutanasia non è disciplinata per legge, ma è consentita grazie ad un pronunciamento della Corte Costituzionale.


Italia

In Italia, l’eutanasia attiva è assimilabile, in generale, all’omicidio volontario (art. 575 del codice penale). In caso di consenso del malato, ci si riferisce all’articolo 579 del codice penale, omicidio del consenziente, punito con reclusione da 6 a 15 anni. Anche il suicidio assistito è un reato, in virtù dell’art. 580 c.p.: "Istigazione o aiuto al suicidio".

L’eutanasia passiva viene consentita in ambito ospedaliero, nel reparto di rianimazione, solo nei casi di morte cerebrale; devono essere interpellati i parenti e si richiede la presenza e il permesso scritto del primario, del medico curante e di un medico legale. In caso di parere discordante fra medici e parenti, si va in giudizio e in questo caso è il giudice a decidere.

Fonte: Wikipedia.org


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