Eutanasia

La buona morte e la buona vita

di Alberto Giovanni Biuso - giovedì 21 dicembre 2006 - 3695 letture

Piergiorgio Welby ha finalmente ottenuto ciò che desiderava.

Di fronte a un deputato dell’Udc –Volonté- che chiede l’arresto non dei suoi compagni di partito imputati per mafia ma del medico che ha aiutato Welby a morire, di fronte a questi cattolici corrotti e senza misericordia, ribadisco quanto ho scritto ne “L’ombra d’Argo” qualche mese fa.

Se ho fatto un Elogio del suicidio, è evidente che reputo la buona morte una semplice, doverosa, sacrosanta prerogativa di ogni essere umano che non ha deciso di nascere e ha pertanto il diritto di morire quando lo desidera e nel modo meno doloroso possibile.

La sacralizzazione cristiana del dolore (un “Dio che soffre e muore per gli uomini” è una contraddizione in termini!) rappresenta un puro abominio, rispetto al quale la concezione della vita disincantata, ironica e danzante che è propria della tradizione pagana rifulge ancora una volta in tutta la sua saggezza:

«Io certo non saprei spendere lodi

per chi s’accende di speranze vane.

Solo vivere bene o morir bene

deve il nobile.

(…)

Spasimo, sono euforico! Esulto, mi elevo!

O Pan, Pan, Pan che vaghi sulle onde,

appari innanzi a me, lascia le fredde balze

rocciose del Cillene!

Artefice e maestro delle danze divine,

vòrtica in me, trascinami

nei balli di Misia, di Cnosso.

È danza, ora, la mia felicità»

(Sofocle, Aiace, vv. 539-542 e 774-786).

Questo è un Dio.

www.biuso.it


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Eutanasia
21 dicembre 2006, di : Alcon

Esultate, esultate!! Welby è morto! Celebrate le "magnifiche sorti e progressive" di questo inizio millennio! La morte di un uomo è diventata la nostra unica ragione di vita!
    Eutanasia
    28 dicembre 2006, di : Pietro

    Io esulto perchè la chiesa e certi cattolici hanno gettato la maschera mostrando il loro vero volto, sadico e crudele. Ora è pià facile anche per molti cattolici prendere le distanze da questa Chiesa che, rifiutandio i funeralli religiosi, chiude le sue porte alla madre ottantenne e alla moglie di W. e le tiene aperte nei confronti di omicidi, mafiosi e ditattori. Pietro Spalla, Palermo
Eutanasia
29 dicembre 2006, di : Alcon

Premetto che trovo discutibile la scelta di non concedere al cattolico Welby i funerali religiosi. Detto questo, però, reputo semplicemente disgustosa la speculazione politica fatta sulla tragedia, con una conferenza stampa allestita a poche ore dalla morte e soprattutto un funerale-comizio con urla e slogan davanti al feretro. Un spettacolo di un cinismo inaudito! Per il resto, continuo a trovare molto triste questa esaltazione della morte e del suicidio, del resto coerente con una società che ha prodotto il terrorismo kamikaze. Non posso fare altro che ricordare le parole, pronunciate da una scrittrice rigorosamente atea come Oriana Fallaci, nel bellissimo "Lettera a un bambino mai nato" (1975): "Nulla è peggiore del nulla: anche quando sono infelice penso che non mi dispiacerebbe essere nata perché nulla è peggiore del nulla. Forse il niente è da preferirsi al soffrire? Io persino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni... concludo che soffrire sia da preferirsi al niente e che nascere è meglio di non nascere".

Quanto alla sua allusione riguardo a omicidi, mafiosi e dittatori che sarebbero protetti dalla Chiesa, coraggio, nomi e cognomi...

    Eutanasia
    2 gennaio 2007, di : Pietro

    A me non sembra si sia esaltata la morte e il suicidio, come rilevi. Ci si batte per la libertà di morire e contro l’accanimento terapeutico, che è diverso. Un accanimento che, come sai, ha serenamente rifiutato anche Papa Wojtyla. Penso sia importante rispettare sensibilità e scelte diverse in situazioni così drammatiche e non capisco cosa c’entrino i kamikaze. Quanto ad pensiero di Oriana Fallaci, ricordo anch’io con commozione il suo bellissimo libro e le profonde riflessioni che riporti. La differenza con te è che io non mi sognerei di indignarmi con chi non "sente" come me, fa scelte diverse in situazioni drammatiche come quella di W. o si batte per consentirle agli altri. Per finire, penso che non ci sia bisogno di coraggio per fare i nomi che mi chiedi: se ce ne volesse, non ne sarei capace. Il vero è che io non ho fatto alcuna "allusione", come sostieni, non c’è n’era bisogno: sai anche tu che il funerale religioso non è rifiutato a nessuno, nemmeno ai mafiosi e non lo è stato neppure a quell’ufficiale della guardia svizzera che ha ucciso alcuni suoi colleghi e poi si è suicidato. Sai anche che Mussolini è stato definito dal Papa uomo della Provvidenza e Papa Wojtyla è andato ad omaggiare il dittatore Pinochet sino a casa sua. In generale mi sembra che la Chiesa si allei troppo volentieri con chi la protegge e sponsorizza. Pietro Spalla, Palermo
Eutanasia
4 gennaio 2007, di : Alcon

Apprezzo il tono pacato delle riflessioni. Cerco allora di precisare meglio il mio pensiero. Tu distingui tra libertà di morire e accanimento terapeutico. Ebbene sono due cose estremamente diverse. Un conto è rifiutare le cure quando ormai tutto è perduto, un conto è decidere di interromperle ancora prima di avere superato questa soglia (con Welby si è trattato di eutanasia o rifiuto dell’accanimento terapeutico? Sulla risposta medici e scienziati erano tutt’altro che concordi). Resta il fatto, e lo ribadisco, che la decisione di non concedere i funerali religiosi è stata certamente discutibile: un’opinione questa, condivisa anche da autorevoli esponenti della Chiesa cattolica, come l’ex vescovo di Como, monsignor Alessandro Maggiolini, uomo quest’ultimo che si è da sempre distinto per l’intransigenza delle proprie posizioni. L’aspetto che continua a indignare non è tuttavia il tuo "diverso sentire", ma piuttosto la superficialità e la leggerezza di tanti leader politici, che non rinunciano a ottenere visibilità su una questione tanto drammaticamente lacerante. In uno stato laico è giusto che le posizioni di una minoranza (quale i cattolici sono) non diventino legge dello Stato. Ma è altrattanto giusto che questa minoranza, rappresentata dal Papa, possa esprimere liberamente le proprie idee e la propria sensibilità, senza per questo essere additata come regressiva, oscurantista e sadica (come hai invece fatto anche tu).

Quanto al rapporto della Chiesa con il potere, anche in questo caso occorre qualche precisazione. Effettivamente, Pio XI definì, non certo felicemente, Mussolini "uomo della Provvidenza". Ma è altrettanto vero che lo stesso Pio XI abbandonò, polemicamente, la città di Roma nei giorni della visita di Hitler in Italia. E addirittura il 28 luglio 1938, in un discorso a Castelgandolfo, biasimò fermamente la nuova politica razzista e anti-ebraica del regime, ribadendone l’estraneità alla tradizione italiana e criticandone lo spirito imitativo e gregario verso la Germania. La rottura fu drammatica, tanto che per diverse settimane le sedi dell’Azione Cattolica furono incendiate e distrutte, e le edicole di Roma vennero picchettate da gruppi di camicie nere per segnalare eventuali lettori dell’Osservatore Romano. Una storia, questa, purtroppo poco nota, che sarebbe giusto qualche volta anche ricordare. La visita di Giovanni Paolo II in Cile resta, effettivamente, una macchia. C’è da dire tuttavia che della testimonianza e soprattutto della "presenza" sempre e ovunque, Wojtyla ha fatto un tratto distintivo del proprio pontificato, accettando di incontrare, in altre circostanze, capi di stato anche apertamente ostili alla Chiesa cattolica: e il caso della visita nella Cuba di Fidel Castro è a mio parere esemplare.

    Eutanasia
    5 gennaio 2007, di : Pietro

    Grazie delle precisazioni storiche che consentono di relativizzare, giustamente, certe critiche al comportamento della Chiesa nei confronti dei potenti. Sarebbe auspicabile che l’opportuno dibattito che si aprirà su questi temi in parlamento sia pacato e rispettoso delle diverse posizioni come è stato il nostro. Auguri e buon anno Pietro Sspalla, Palermo
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