Sei all'interno di >> :.: Culture | Libri e idee |

Eugenio Borgna: Un vegliardo oltre i tempi

Nel frequentare professionalmente il disagio e la malattia mentale Borgna ha meditato sulle disposizioni d’animo che inquietano la mente e arrivano a disorientarla; ne ha offerto una narrazione esemplare...

di Massimo Stefano Russo - venerdì 6 dicembre 2024 - 443 letture

Come definire Eugenio Borgna? Un luminare sensibile e attento alla cura, alla malattia, alla sofferenza con lo sguardo del saggio, da “grande vecchio”, senza enfasi e retorica alcuna. La lettura e lo studio dei libri di Borgna mi ha accompagnato in questi anni. Il Tempo e la vita l’ho utilizzato come libro di testo nel mio insegnamento di sociologia del tempo libero e ne ho discusso in carcere nel polo didattico della casa circondariale di Fossombrone. Anni fa, nel 2011, ricordo che suscitò qualche venatura polemica il libro scritto con Aldo Bonomi che portava il titolo di Elogio della depressione, un titolo editoriale infelice che ne falsava i contenuti. Si trattava di un dialogo appassionato tra lo psichiatra e il sociologo, “conosciutisi attorno alla malombra”, in un incalzante confronto teorico-empirico rivolto a riconoscere le fragilità del territorio che ricadono sugli individui e arrivano a comprometterne gli elementi vitali e la vita stessa.

Borgna ha accolto e raccontato la malattia mentale da osservatore e testimone “partecipante”. L’ultima sua pubblicazione, L’ora che non ha più sorelle porta la data di novembre, un volume illuminante e al passo coi drammi dei tempi, incarnati nel mistero del suicidio, mentre del febbraio di quest’anno è In ascolto del silenzio, da meditare pagina dopo pagina. Borgna nel corso della sua lunga vita, nell’attraversare gran parte del Novecento e con piena lucidità questi primi due decenni del XXI° secolo, ha saputo dare con la sua intensa riflessione un significato differente, su un piano critico-alternativo, al manifestarsi del disagio e della malattia mentale, tali da renderli ancor più visibili e “accettabili”.

Nel frequentare professionalmente il disagio e la malattia mentale Borgna ha meditato sulle disposizioni d’animo che inquietano la mente e arrivano a disorientarla; ne ha offerto una narrazione esemplare, capace di usare la parola oltre i meri aspetti descrittivi e rappresentativi, per porre la necessità di difendere i diritti di chi vive una situazione di oppressione esistenziale.

Nell’assegnare alla parola un valore primario la riporta al suo essere indicativa, in grado di esporre e richiamare la storia, i ricordi, la memoria, intesi quale essenza della vita, a cui sempre bisogna saper prestare attenzione e cura. Si tratta di porre al centro l’individuo, la persona, in tutto il suo essere umano e Borgna ne associa “l’infinita bellezza” ai legami sociali, alle condivisioni comunitarie che li sorreggono e rafforzano. La poesia, che ha sempre animato e ispirato il pensiero e l’azione di Borgna, ritorna con forza nel suo ultimo testo da pochi giorni edito, un vero e proprio “testamento spirituale” che pone l’attenzione sul mistero del suicidio e invita a riflettere su “l’ultima ora della vita, quando l’ora del vivere diviene l’ora del morire” nell’affermare che: “Ci si avvia alla morte in modi radicalmente diversi, accompagnati dalla nostalgia delle cose sognate e mai raggiunte”.

Il richiamo diretto va a Paul Celan e Antonia Pozzi, quest’ultima suicida a ventisei anni. La straordinarietà di Borgna si esprime sul piano culturale nella capacità di una comunicazione pubblica che si traduce nel saper ascoltare e dialogare con domande poste in primo luogo a sé stesso che sanno interrogare e stimolare nuove interrogazioni, coinvolgendo il pubblico dei lettori e degli ascoltatori. Un profilo alto il suo che proprio grazie al dialogo interdisciplinare sa incalzare gli interlocutori.

Fragilità, dolore, sofferenza assumono così un senso compiuto da associare alla persona. Borgna nel ridefinire la malattia mentale e le sue legittimità di cura le inquadra in un più ampio contesto di libertà e responsabilità per rivendicare la dignità dell’individuo e così dare senso al vivere la propria vita. Prende corpo una nuova consapevolezza espressa in difesa dei più vulnerabili.

Se la capacità di ascolto, attenti alle emozioni, consente di eliminare i pregiudizi si tratta di tenere conto di come la fragilità esponga al pericolo di rimanere feriti e lasci ferite difficili da rimarginare. Per questo il richiamo va all’attenzione, alla delicatezza della cura che devono sempre tener presente tutte quelle fragilità che appartengono a un quotidiano sempre più dominato dall’indifferenza e dall’aggressività, dove ci si ritrova indifesi e resi vulnerabili. Nel significato della condizione umana, espresso nell’ascolto e nella cura, emerge esemplarmente la vita e il vissuto relazionale.

Le parole di Borgna, immerse nel divenire e manifestarsi della malattia psichica che fatta di ombre diventa vita insostenibile, rimangono impresse come valore altamente simbolico, nel dare senso alla vita stessa e all’umanità che l’accompagna. Se nella fragilità facilmente ci si smarrisce e si vive una condizione di disorientamento come evitare che l’oscurità dell’anima ottenebri la vita e tra angoscia, disperazione e solitudine arrivi a negarla?

Dal pensiero di Borgna, che ha influenzato in modo decisivo e concreto l’evoluzione della psichiatria fenomenologica, si ha molto da imparare. Il compito primario dello psichiatra Eugenio Borgna nel suo lavoro professionale si è materializzato nel desiderio di restituire, in primo luogo ai malati mentali: la capacità di affrontare con sensibilità la vita, nel saper rompere i muri e frantumare le ideologie.

Il suo insegnamento nell’accomunare identità e destini si è sempre proposto di dare piena dignità alla vita umana per continuare a richiedere dei diritti, ma soprattutto sciogliere i corpi e le menti da riportare liberamente alla loro intersoggettività.


Per saperne di più

- A. Bonomi-E. Borgna, Elogio della depressione, Einaudi, Torino 2011.

- E. Borgna, Il tempo e la vita, Feltrinelli, Milano 2015.

- Id., In ascolto del silenzio, Einaudi, Torino 2024.

- Id., L’ora che non ha più sorelle, Einaudi, Torino 2024.

- Festival della Dignità Umana (30 settembre 2021). Come comunicare? Borgna e Lingiardi dialogano ad Arona: Video

- È morto Eugenio Borgna, 4 dicembre 2024



- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -