Envers / di Angelo Guida
Ragiono
senza comprendere. Mai sono dove credo
Franco Fortini
Ritorneremo a Saint-Paul-de-Vence
a testa in giù, camminando sulle mani.
I piedi tesi, svettanti nell’aria,
ci condurranno – decisi più che mai –
nel verde coagulo delle colline.
Sarà ombra e sarà luce
(le onde sommerse del tempo,
il vuoto, la pace).
Gravide – nel folto dei nomi –
le matres lectionis dissemineranno eoni,
spore transumanti per i sensi fecondi.
L’erba continuerà a rimare
col metallo e con la pietra
ma non sarà più come prima
(sarà ancora il giorno dopo).
(Aguzze le mìtrie,
azzardate le tiàre.)
Mai paghi del tepore d’estate
e della frescura dell’orto,
riannoderemo l’enigma
agli impervi sentieri dell’incognito.
Incauti, rotoleremo lungo il pendio
consapevoli delle mutate percezioni
del mondo
......................ad opera delle controriforme.
Di noi faranno macerie,
abiteremo distopie:
ci strapperanno le unghie dalle dita,
ci impianteranno elettrodi ai capezzoli
e fili elettrici alle caviglie,
ci avveleneranno le lacrime in partiture di dolore
– saranno i policlorobifenili, le diossine, i nitrati, i polifosfati
(sarà pur sempre il giorno dopo!).
Controllati a distanza,
riprenderemo il cammino
su pietre aguzze e schegge di vetro
agitando candele per le notti a venire,
perennemente oscillanti nel labirinto unicursale
che ci dispiega – essudati e stanchi – dal centro alle periferie.
Le mani insanguinate saranno solo hashtags
nella disinformazione digitale di massa,
impronte dissolute che si allontaneranno in fretta
da noi – fino a farci dimenticare di noi stessi
(decapitati [1], l’inconscio minato,
i piedi nella fossa).
Su Angelo Guida vedi anche: Poesia è politica (14): Nostra oscura disfatta / di Alessandra Calanchi
[1] San Paolo subì la decapitazione nel 67 d.C., durante la persecuzione di Nerone. Il finale si riallaccia, limitatamente a questo riferimento, a quello di Saint-Paul-de-Vence (Origines) di Jaques Prevert.
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