Enne, vita di un uomo ai tempi di Covid-19
“Questa quarantena ha scosso le coscienze, risvegliando l’antico dilemma del giusto e dello sbagliato che c’è in ognuno di noi sin dalla nascita”. Il diario della quarantena, scritto da Piero Buscemi, tra eventi minimi e accadimenti quotidiani, la morte del padre, la normalità – qualsiasi cosa essa sia – mentre il tempo scandisce con matematica precisione (Enne più uno, enne più due...) lo scorrere dei giorni.
- La copertina di Enne, di Piero Buscemi
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Dalla Prefazione dell’Autore
Il 2020, ed auguriamoci rimanga l’unico, sarà l’anno che passerà alla Storia per la quarantena coatta alla quale un mondo intero è stato costretto. Il motivo un virus misterioso, il Covid-19 che, alla data in cui sto scrivendo, non completamente conosciuto né accantonato definitivamente con tutti i dubbi annessi di una ricomparsa nelle nostre vite anche nei mesi e, forse, negli anni a seguire. Da redattore della testata giornalistica Girodivite, dopo la celebrazione del venticinquesimo anniversario dalla fondazione, festeggiata a novembre del 2019, non poteva accadere cosa più imprevedibile di quella di ritrovarsi a svolgere il lavoro di testimone di avvenimenti del nostro tempo, attraverso le pagine digitali di un giornale, chiuso in casa a raccattare storie da rendere giornalisticamente pubblicabili e appetibili al lettore.
Adattatosi alle disposizioni impartite dal governo, l’indole della scrittura ha finito per essere la giusta compagna di interminabili giorni di un periodo di segregazione domestica che, una data impressa sul Dpcm emanato dal Parlamento, ha stabilito l’inizio, ma che durante la stesura di questo libro non era possibile stabilirne una fine. Non è stato facile come non lo è stato per nessuno. Ritagliarsi spazi di tempo che, all’improvviso, sono diventati vitali e necessari. Momenti di riflessione e di introspezione intimi, obbligati a scavare nel proprio presente, rimpiangendo momenti del nostro recente passato e, inevitabilmente, protratti verso un futuro incerto che, da fonti informative contrastanti e confuse che sono pervenute, hanno lasciato un sentimento di incertezza – tale da azzardare un pensiero pessimista su una condizione di vita consolidata in uno status di continua precarietà dal quale diventerà sempre più difficile uscirne.
Questa sorta di diario intimo, che è stato lo spunto di questo libro, si è sviluppato dopo qualche settimana dall’avvio della quarantena che, originariamente era stato quantificato in quindici giorni. Il proseguimento di questa nuova condizione ha suscitato la voglia di documentare le sensazioni personali, condivise a distanza con il resto della redazione, con gli amici di sempre e tanti ritrovati dopo anni di silenzi distratti. Ho sentito necessario il bisogno di dedicare il tempo disponibile alla scrittura, impiegandola a riepilogare le sensazioni e gli stati d’animo, variabili e imprevedibili, che ogni giorno mi ha offerto. Mi sono ritrovato così a far fronte a un dovere da cronista, in cerca delle notizie più consone ad essere trattate sulle pagine di Girodivite, e la libertà di scrivere di me stesso e degli eventi che, nonostante il Covid-19, era scontato che si verificassero.
Il titolo del libro è legato alla lettera N che sta ad indicare un numero imprecisato di giorni già trascorsi dal momento che ho scelto di iniziare a scriverlo. Ogni capitolo è numerato riprendendo il titolo con l’aggiunta di un numero progressivo aggiunto con il segno “+”.
L’autore
Piero Buscemi è nato a Torino nel 1965. Redattore del periodico online www.girodivite.it, ha pubblicato : "Passato, presente e futuro" (1998), "Ossidiana" (2001, 2013), "Apologia di pensiero" (2001), "Querelle" (2004), L’isola dei cani (2008, ZeroBook 2016), "Cucunci" (2011), “Le ombre del mare” (2017, edito da Bibliotheka). Ha curato l’antologia di poesie "Accanto ad un bicchiere di vino" (ZeroBook 2016); e le antologie di articoli di vari autori pubblicati su Girodivite: Parole rubate (2017) dedicata alle recensioni dei libri, "Celluloide" (2017) che raccoglie le segnalazioni cinematografiche. Per il volume di poesie "Iridea" di Alice Molino (ZeroBook, 2019) ha contribuito con una scelta di suggestioni fotografiche. Vincitore di diversi premi letterari, alcuni suoi racconti e poesie sono contenuti in alcune antologie nazionali. Il romanzo "Querelle" è stato tradotto in inglese e pubblicato dalla Pulpbits Press (Stati Uniti). È tra i fondatori dell’Associazione culturale "Aromi Letterari" di Messina. Sostenitore e volontario Emergency, collabora con l’Avis ed è promotore delle iniziative di ActionAid Italia.
I GIUDIZI DEI LETTORI
Valentina Giu 15, 2021
La copertina parla da sola e non ha bisogno di spiegazioni: una ragazza che indossa la mascherina chirurgica e uno sguardo pensieroso rivolto al futuro. Oggi questa immagine non suscita stupore come invece poteva essere qualche anno fa ma abbiamo imparato a riconoscerla e ognuno di noi la impersona ogni giorno. Nella quarta di copertina un breve sunto della trama, foto e biografia dell’autore.
A differenza di come accade nella maggior parte dei libri, nella prefazione, è l’autore stesso che presenta la sua opera spiegando come è nata e dandone una chiave di lettura affinché il lettore possa apprendere in pieno il significato di ogni parola da lui scritta. Non si tratta di un libro comune ma di una biografia della quarantena e, avendola vissuta in prima persona, il lettore può ritrovarci dentro se stesso e vedere come sono stati vissuti quei momenti di chiusura forzata in casa da parte di un’altra persona.
I giorni passano, si perde il conto dei minuti e delle ore, i ritmi della vita quotidiana vengono sconvolti. Ci si ritrova sospesi, con un futuro incerto e tante preoccupazioni. Sembra una storia surreale e invece no: è solo un punto di vista personale di un 2020 che per tutti è stato un anno da dimenticare. Citando Petrarca “La vita fugge, et non s’arresta una hora”. Come dimenticare quelle giornate? Tutte uguali, quasi inutili e la preoccupazione nel sentire il tg. Vita sospesa, progetti rimandati e tanta solitudine. Tutto è apparso vuoto, senza senso e a farla da padrone solo il Covid.
La pandemia è da considerarsi solo quella da Covid-19 o il mondo era già malato? Pervaso da pregiudizi e altre cose negative. L’essere rinchiusi in casa non ha fatto altro che evidenziare il malessere dell’umanità (es. discriminazione, omicidi/femminicidi).
Il virus e l’isolamento forzato hanno tirato fuori il peggio delle persone: strafottenza, mancanza di rispetto e maleducazione.
Complimenti all’autore per aver deciso di mettere nero su bianco i suoi pensieri e giornate per far riflettere, non dimenticare e testimoniare ai posteri anche stati d’animo e preoccupazioni vissuti in piena pandemia. Valentina
Roberta Giu 11, 2021
Grazie mille per avermi inviato una copia del libro!
Cronaca personale dell’epidemia covid, vista 3d degli effetti sociali e personali della quarantena ( lookdwn) cui siamo stati sottoposti nel 2020…spunti di pensieri e di ambientazioni marine.
Sicuramente un libro che tocca letteralmente tutti noi, a livello mondiale, molto da vicino.
ELENA B. Mag 27, 2021
Ho appena finito di leggere il libro e desidero congratularmi con l’autore per la sua narrazione lucida e profonda dello scorrere dei giorni che ha caratterizzato il periodo del Covid.
Ho rivissuto quei momenti rispecchiandomi nel suo diario, condividendo le sue sensazioni, sorprendendomi nel trovare pensieri ed azioni che sicuramente hanno accomunato me, e sono certa neppure me soltanto, con l’autore.
La scrittura è coinvolgente ed estremamente scorrevole e trovo questo libro una testimonianza che dovrà essere conservata con cura.
Grazie!
Marisa A. Mag 23, 2021
“Cosa sarà la normalità? Che termine di paragone potremo avere se non siamo riusciti a isolare con nettezza il concetto di normalità?”
Questo è solo uno degli interrogativi davanti ai quali ci ha posto questo virus che ha sconvolto il ripetitivo vivere quotidiano di ciascuno di noi, “che ha sgretolato l’utopia che sostiene il passo successivo di un avanzamento incerto ma continuo”.
Con queste parole l’autore, costretto come ciascuno di noi a vivere un isolamento forzato, ha manifestato quel senso di disagio provato nel ritrovarsi faccia a faccia con se stesso in una solitudine che nemmeno il supporto tecnologico ha potuto superare, facendo emergere con ancora più evidenza la vacuità delle nostre certezze, la fatuità di pseudorapporti amicali nascosti dietro uno schermo. “L’esistenza in cattività perde significato” e l’autore lo cerca disperatamente anche nelle piccole cose che hanno scandito fin da bambino la sua vita: il vento impregnato di salsedine, il sapore degli agrumi, lo scodinzolio di un cane a cui accarezzare la testa, la passeggiata clandestina per avere l’illusione di potersi ribellare alle imposizioni.
“Enne” è un diario lucido e inflessibile di una quarantena che ha sviscerato tutte le nostre paure, le angosce che mai prima d’ora avevamo avuto il coraggio di affrontare. Un diario che ci lascia con un interrogativo al quale cerchiamo ancora adesso di dare una risposta: “Chi sarò quando tutto questo sarà finito?”
Davide Mag 15, 2021
Enne è un libro autobiografico dove l’autore ripercorre giorno per giorno come ha vissuto 30 giorni di questa pandemia.
La scrittura è molto fluida e fin dall’inizio ha permesso di immedesimarmi nel ruolo del protagonista, di rivivere le sue ansie e le sue paure.
P.S.: sarebbe interessante far leggere questo libro alle future generazioni per raccontare un pezzo di storia che sicuramente mai dimenticheremo.
Complimenti all’autore.
mariel Feb 14, 2021
“Lascio dietro di me l’umanità che si rimpossessa dei vizi accantonati per un breve lasso di tempo (…). La strada di casa mi richiama ad un nuovo isolamento. Giungo davanti al portone (…), dall’altra parte della strada, la signora con i capelli ramati ed il jack russell accanto (…)” Grazie all’amico Piero, conosciuto a Lampedusa, per aver portato me, torinese, sul proprio pianerottolo catanese, accanto al mare, per giocare a pallone con tre ragazzini.
Ho spesso diffidato degli instant book, ma mi sono felicemente ricreduta. Da leggere!
19 gennaio 2022
Piero Buscemi con "Enne" viene premiato al Michelangelo Buonarroti
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