Elettrodotto Sorgente-Rizziconi: Il Governo inaugura l’elettrodotto ignorando i siciliani
L’elettrodotto di Terna "Sorgente - Rizziconi" è stato completato e sabato 28 maggio sarà inaugurato.
- nauloco
- grilli dello stretto
Il Meetup “Nauloco” insieme al Meetup “Grilli dello Stretto”, in forma unitaria e corale, esprimono la propria totale contrarietà nei confronti di un’opera, l’elettrodotto Sorgente-Rizziconi, che vede stravolgere la popolazione ed i territori del comprensorio del Mela e chiedono che la magistratura continui a fare luce sull’iter autorizzativo.
Un’inaugurazione che stride con la realtà dei troppi quesiti irrisolti: Come si può permettere il completamento di un’opera che cozza con le vigenti norme di tutela del paesaggio e che potrebbe mettere a serio rischio la salute degli abitanti dei nostri paesi, ignorando ogni principio di precauzione?
Evidentemente qualcuno ha già dimenticato gli enormi dubbi relativi alla legittimità dell’iter autorizzativo, messi neri su bianco dalla magistratura che ha provveduto a sequestrare ben due piloni di sostegno, il numero 40 ed il numero 45. E se il primo è stato dissequestrato, ma è oggetto di processo penale in corso, il secondo ci risulta ancora essere posto sotto sequestro. Come è possibile, dunque, inaugurare un’opera sottoposta a accertamenti e provvedimenti di così grave natura?
I Meetup "Nauloco” e “Grilli dello Stretto” sono al fianco dei comitati e dalle associazioni ambientaliste locali, dal “Comitato Mamme per la Vita” capitanato dalla agguerrita madre Rossana Giacobbe e con loro lanciano un appello accorato alle autorità competenti e alla magistratura, affinché il fine economico non calpesti, ancora una volta, i diritti di cittadini che crescono i loro figli dove questa opera passa, invade e distrugge.
Chiedono, pertanto, a tutti gli attori in campo, comprese le amministrazioni locali che, accettando inutili compensazioni, si sono comportate da custodi disattenti ed inoperosi delle vite dei loro concittadini, risultando ad oggi i primi colpevoli della situazione, che si adoperino al fine di giungere a una riprogettazione dell’opera almeno nei territori più vicini alle realtà abitative con l’interramento dei cavi in profondità, così come approvato, con mozione passata all’unanimità, dall’Assemblea regionale Siciliana nel 2013, perché venga rispettato il volere del popolo sovrano, troppo spesso dimenticato o ignorato.
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