È morto il filosofo Lentinese - Manlio Sgalambro.
Sgalambro, nato a Lentini il 9 dicembre del 1924, era un filosofo, scrittore, poeta e cantautore. L’opera filosofica di Sgalambro ha un netto orientamento nichilista e risente delle influenze, fra gli altri, di Friedrich Nietzsche ed Emil Cioran.
- Manlio_Sgalambro
A partire dal 1994, Sgalambro ha collaborato a gran parte dei progetti di Battiato. Dal 1998 ha scritto testi di canzoni anche per Patty Pravo, Alice, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Milva e Adriano Celentano.
Biografia « Il nascere e il morire sono i due momenti unicamente reali. Il resto è sogno, interrotto da qualche insignificante sprazzo di veglia. » (Manlio Sgalambro, Aria di Federico (da Il cavaliere dell’intelletto)) La produzione filosofica
Sgalambro non ha titoli né lauree per i biglietti da visita: come sia riuscito a diventare uno scrittore di filosofia – i cui libri sono tradotti in francese, tedesco e spagnolo – è un mistero che egli stesso stentava a spiegarsi.
Nel 1945 inizia a collaborare alla rivista catanese Prisma (diretta da Leonardo Grassi): il primo scritto è Paralipomeni all’irrazionalismo.
Nel 1947 si iscrive all’Università degli studi di Catania: « All’università decisi di non iscrivermi in Filosofia perché la coltivavo già autonomamente. Mi piaceva il diritto penale e per questo scelsi la facoltà di Giurisprudenza.[4] » (Manlio Sgalambro)
Dal 1959, assieme a Sebastiano Addamo, scrive per il periodico Incidenze (fondato da Antonio Corsano): il primo articolo è Crepuscolo e notte (che viene ristampato nel 2011). Frattanto inizia a scrivere anche per la rivista Tempo presente (diretta da Nicola Chiaromonte ed Ignazio Silone).
Nel 1963, a 39 anni, si sposa. Il reddito che proveniva da un agrumeto (lasciatogli in eredità dal padre) non bastava più, così sceglie di integrarlo compilando tesi di laurea e facendo supplenze nelle scuole: « Il matrimonio è un momento, come dice Hegel, in cui «la realtà determinata entra in un individuo». Dunque il matrimonio non coincide semplicemente con l’ amore per una persona, ma con la durata: ecco dove sta l’essenza, quasi teologica, del matrimonio.[5] » (Manlio Sgalambro)
Alla fine degli anni settanta decide di organizzare il suo pensiero in un’opera sistematica: a 55 anni Sgalambro manda il suo primo libro, La morte del sole, con un biglietto di due righe alla casa editrice Adelphi, a proposito dirà: « E lì è rimasto due anni. Ma siccome io sono fatto in questo modo, non ho chiesto niente. Poi è arrivata una telefonata a mia moglie. Mi chiedevano di andare a Milano, per prendere contatto con l’editore.[6] » (Manlio Sgalambro)
Negli anni seguenti, con lo stesso editore, pubblica anche: Trattato dell’empietà, Anatol, Del pensare breve, Dialogo teologico, Dell’indifferenza in materia di società, La consolazione, Trattato dell’età, De mundo pessimo, La conoscenza del peggio e Del delitto.
Intanto, all’inizio degli anni novanta, con alcuni amici avvia una piccola attività editoriale a Catania: nasce così la De Martinis. All’interno di questa casa editrice, Sgalambro si occupa di saggistica, pubblicando un paio di propri testi (Dialogo sul comunismo e Contro la musica) e ristampando alcune opere di Giulio Cesare Vanini e di Julien Benda.
Nel 2005 suscita polemiche una sua intervista a Francesco Battistini sulla mafia ("indistruttibile", "l’unica economia reale di quest’isola"), su Leonardo Sciascia ("un maestro di scuola che voleva insegnarci le buone maniere sociali. Ma rivisitarlo oggi è come rileggere Silvio Pellico. La sua funzione si è esaurita"), su Claudio Fava ("quel piagnone").[7]
Nel 2010 pubblica l’opera L’impiegato di filosofia, sorta di divertissement dal taglio volutamente ironico, nel quale afferma, tra le altre cose, di aver rinunciato alla filosofia per ritrovarsi più filosofo di prima.
Nel 2011 pubblica due raccolte di poesie: Nell’anno della pecora di ferro e Marcisce anche il pensiero.
Nel 2012 pubblica un nuovo libro, Della Misantropia.
Muore il 6 marzo 2014 a Catania, all’età di 89 anni.[8]. La collaborazione con Franco Battiato « La matematica è il tribunale del mondo. Il numero è ordine e disciplina. Ciò con cui si indica lo scopo della scienza, tradisce col termine la cosa. L’ordine, già il termine ha qualcosa di bieco, che sa di polizia, adombra negli adepti le forze dell’ordine cosmico, i riti cosmici. L’autentico sentimento scientifico è impotente davanti all’universo. L’inflazione che caccia nelle mani dell’individuo, in un gesto solo, miliardi di marchi, lasciandolo più miserabile di prima, dimostra punto per punto che il denaro è un’allucinazione collettiva » (M. Sgalambro, La morte del sole, frasi recitate da Franco Battiato in 23 coppie di cromosomi)
---------------------------
Nel 1993 avviene l’incontro con Franco Battiato, del tutto casualmente, perché presentavano insieme un volume di poesie dell’amico comune Angelo Scandurra. Dopo pochi giorni da quell’incontro, Battiato gli chiede un appuntamento per proporgli di scrivere il libretto dell’opera Il cavaliere dell’intelletto: « Un anno fa non ci conoscevamo neppure. Da allora non abbiamo fatto altro che lavorare insieme. Lui sarà anche un filosofo, ma per me è un talento che mi stimola e arricchisce. Mi sembra impossibile, oggi, tornare a scrivere i testi delle mie cose.[9] » (Franco Battiato)
A partire dal 1994 collabora a quasi tutti i progetti di Franco Battiato, per cui scrive:
i libretti delle opere Il cavaliere dell’intelletto (su Federico II di Svevia), Socrate impazzito, Gli Schopenhauer e Telesio (su Bernardino Telesio), e del balletto Campi magnetici; i testi di svariati album di musica leggera (L’ombrello e la macchina da cucire, L’imboscata, Gommalacca, Ferro battuto, Dieci stratagemmi, Il vuoto, Apriti sesamo); le sceneggiature dei film Perduto amor, Musikanten (sugli ultimi anni della vita di Beethoven) e Niente è come sembra, del programma televisivo Bitte keine réclame e del documentario Auguri don Gesualdo (su Gesualdo Bufalino).
Dal 1998 scrive testi di canzoni anche per Patty Pravo (Emma), Alice (Come un sigillo, Eri con me), Fiorella Mannoia (Il movimento del dare), Carmen Consoli (Marie ti amiamo), Milva (Non conosco nessun Patrizio) e Adriano Celentano (Facciamo finta che sia vero).
Nel 2000 pubblica il singolo La mer, contenente la cover del celebre brano di Charles Trenet.
Nel 2001 pubblica l’album Fun club, prodotto da Franco Battiato e Saro Cosentino, che contiene «evergreen» del calibro di La vie en rose (di Édith Piaf) e Moon river (di Henry Mancini), ma anche l’ironica Me gustas tú (di Manu Chao): « Un alleggerimento che considero doveroso. Dobbiamo sgravare la gente dal peso del vivere, invece che dare pane e brioches. Questa volta, mi sono sgravato anch’io. E poi, la musica leggera ha questo di bello, che in tre minuti si può dire quanto in un libro di 400 pagine o in un’opera completa a teatro.[10] » (Manlio Sgalambro)
Nel 2007 dà la voce all’aereo DC-9 Itavia nell’opera Ultimo volo di Pippo Pollina sulla strage di Ustica.
Nel 2009 pubblica il singolo La canzone della galassia, contenente la cover di The galaxy song (tratto da Il senso della vita dei Monty Python), cantata assieme al gruppo sardo-inglese Mab.
- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -