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È morto Siniša Mihajlović

A 53 anni se ne va uno dei più grandi sportivi del mondo, ma soprattutto un personaggio unico e simbolo di determinazione

di Piero Buscemi - venerdì 16 dicembre 2022 - 3120 letture

Ci sono personaggi sportivi che quando sono vittime di premature scomparse, non si riesce a non separare la figura di campione da quella di uomo. Sinisa Mihajlović lascia un vuoto incolmabile specialmente nel bagaglio emotivo ed emozionale che lo sport in genere dovrebbe contribuire a stivare nella sensibilità degli appassionati.

Negli ultimi decenni il calcio ha traviato lo spirito sportivo, l’ideale di aggregazione, di condivisione e, sotto certe forme, anche culturale, per lasciare il posto a una mera accozzaglia di divagazioni perverse che hanno l’unico obiettivo di trasformare questo antico sport in un’occasione di facili guadagni, realizzabili con qualsiasi mezzo e a discapito del più semplice rispetto della vita umana.

In questi casi, qualsiasi fonte comunicativa trova difficoltà a sottolineare certi atteggiamenti che hanno minato la tranquillità e la voglia di lottare di Mihajlović, ma è innegabile che la mancanza di serenità e lo stress che già il ruolo di allenatore di una squadra di calcio della massima serie comporta. Non ha avuto il trattamento che avrebbe meritato, non come tecnico sportivo ma piuttosto come uomo che affronta una delle prove più dure che la vita possa riservare.

Si potranno sprecare parole, si potranno trovare alibi e dichiarazioni che sminuiscono la mancanza di rispetto verso un essere umano che ha provato fino all’ultimo a trasformare un’illusione nella trasformazione di un sogno.

Distogliamo la rabbia verso il freddo atteggiamento di questo ambiente sportivo che, per il seguito che ha conquistato nei decenni tra le giovani innocenze di tutto il mondo, non dovrebbe esternare con eccessiva sufficienza. Purtroppo sono altri i sentimenti che il calcio trasmette e la vicenda di Mihajlović ne è solo un esempio.

Vogliamo ricordarlo per quello che ha rappresentato per i suoi tifosi, sia in veste di calciatore, sia in quello di allenatore. Vogliamo ricordare la sua specialità tecnica nel calciare le punizioni. I suoi 28 gol da palla da fermo e, addirittura, le 3 punizioni trasformate in gol quel 13 dicembre 1998.

Vogliamo ricordarlo per la sua capacità di sminuire in qualsiasi occasione il dramma che stava vivendo accanto alla sua famiglia, per il suo sorriso ironico e il sarcasmo nel guardare al calcio come a un semplice gioco da non prendere troppo sul serio.

Auspicare che la sua prematura dipartita possa essere uno sprono al ritorno dello sport in genere a quel "gioco" di bambino che questo campione ha onorato con la sua umiltà e umanità, è l’unica speranza che rimane davanti al dolore della scomparsa. Ci attacchiamo a questa eventualità per onorare il suo ricordo.

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Sinisa

BREVE RIASSUNTO DELLA CARRIERA (Da Internet):

Siniša Mihajlović aveva giocato, nel corso della sua carriera, in numerose squadre: Vojvodina, Stella Rossa, Roma, Sampdoria, Lazio e Inter. La carriera di allenatore è iniziata nel 2008 a Bologna. Negli anni successivi Siniša Mihajlović ha allenato Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan, Torino, Sporting Lisbona per poi tornare di nuovo a Bologna, fino allo scorso settembre quando è stato costretto a lasciare definitivamente proprio per via delle condizioni di salute.


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