E’ esistita una età dell’oro?
Cosa ci è successo? Abbiamo davvero conosciuto anni migliori? E questi, sono davvero "anni peggiori"?
Dice un mio amico, più o meno della mia stessa età (di qualche anno più giovane): "Ma noi quando eravamo ragazzi, avevamo la curiosità. Leggevamo. Cercavamo di trovare stimoli: c’era la scuola con Pascoli e Montale. Per chi veniva dai paesi, anche questo era una prima conquista. Tra di noi, parlavamo di questi autori. E poi c’erano le canzoni, la musica inglese ed americana. I cantautori. Anche questo ci formava, con stimoli che non provenivano né dalla famiglia né dalla scuola. Ma noi cercavamo i dischi, i libri, ce li passavamo...". E aggiunge: "La generazione di adesso invece, sembra che non abbia stimoli, non abbia alcuna voglia di smuoversi, di cercare...".
Oggi sembriamo percepire come una "età dell’oro" quella degli anni Sessanta e Settanta. Le pubblicità riscoprono prodotti e jingles dei caroselli di quegli anni. Anche il design sembra rievocativo di quegli anni. Per non parlare della Fiat con l’operazione nostalgia 500. L’Italia in quegli anni si è attestata come "potenza economica" e si è impiantata come società dei consumi. Tutto questo fino agli anni Settanta, al terrorismo e alla strategia della tensione. E alla morte di Pasolini che per me è stata una cesura culturale epocale per il nostro Paese. Pasolini è stato ucciso il 2 novembre 1975. E l’Italia ha virato. Anche politicamente è successo qualcosa: il 9 maggio 1978 è stato ucciso Aldo Moro.
C’è stata una società italiana molto vitale fino alla metà degli anni Settanta. Poi è calato l’ingessatura: da una parte la repressione culturale e politica della "lotta contro il terrorismo", dall’altra il blocco politico che ha ingessato il Paese impedendo il ricambio della classe dirigente per almeno un ventennio. Nessuno forse se lo ricorda, ma dopo l’uccisione di Moro, sia la DC che il PCI si arroccarono, si chiusero a guscio. La DC bloccò qualsiasi rinnovamento interno e rimase fino alla fine con la classe dirigente di allora: Andreotti, Forlani, De Mita. Fino allo sfinimento fisico.
Negli anni Ottanta la vitalità dell’Italia fu una droga. Si stampò moneta falsa e si fece crescere il debito pubblico. Craxi diede alla borghesia italiana la testa del sindacato che fu assorbito nel sistema di casta e fu depotenziato definitivamente lo Statuto dei lavoratori. Sono gli anni del "riflusso" e dei "paninari". Ci si drogava con Drive In, mentre i figli di papà si facevano di cocaina. Credo che proprio gli anni Ottanta possano essere stati l’epoca di svolta, quando si è passati da un’Italia a un’altra. A questa nostra Italia. Il 1989 è stato un epifenomeno, qualcosa che ha solo sancito formalmente un processo già in atto.
Nella nuova realtà in cui viviamo, sembra che la cosa funzioni in questo modo: si forma un blocco, una specie di tappo che impedisce alla società di respirare e di progredire. Una stagnazione fatta di miasmi e divaricazione sempre più forte tra ricchi (sempre più pochi) e poveri (sempre di più). Dopo il 1989 l’attacco sistematico portato alla classe medio borghese, considerata non più utile dall’alta borghesia, dato che non c’è più bisogno di questo ceto - che serviva per evitare le rivolte rivoluzionarie "alla" russa (1917).
E poi improvvisi scoppi, fenditure del tappo. Che rivelano che c’è "qualcosa" che non va nel sistema-Paese. Che c’è chi trama nell’ombra - direbbero i nostri governanti -, ovvero che c’è uno stato di cose ingiusto che non ha il consenso.
Sono movimenti spontanei, legati a problemi particolari: "locali" o di settore. Il movimento della pantera nel 1990. E’ stato l’ultimo movimento che abbia avuto un minimo di connotazione politica, quasi un ritorno di fiamma di quanto era accaduto tra il 1968 e il 1969. Spento subito, perché i partiti della sinistra tradizionale hanno subito spento le scintille. Non c’è stata trasmissione di sapere politico tra chi quel sapere deteneva (gli ex del PCI) e le nuove generazioni. Da allora i movimenti politici che partono dal basso debbono sapere che non troveranno nessuno a "sinistra".
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