E all’improvviso scopriamo che gli immigrati non ci invadevano ma ci aiutavano
E all’improvviso scopriamo che gli immigrati non ci invadevano ma ci aiutavano. Scopriamo che la filiera agro alimentare senza la manodopera degli stranieri rischia di bloccarsi.
Che si rischia di avere il bicchiere di vino mezzo vuoto e anche tutta la tavola mezza vuota e il frigo.
Allora vadano gli italiani a lavorare nei campi! Ma gli italiani a lavorare nei campi non ci pensano proprio.
Quegli stessi italiani che vogliono i porti chiusi non hanno alcuna voglia di lavorare come negri a raccogliere pomodori, arance, zucchine e compagnia vegetale.
Per due soldi.
In nero.
10 ore al giorno.
Che poi è vero che questo è quello strano paese dove i laureati fanno i commessi e alcuni dei più grandi ignoranti fanno i politici.
Dove l’emergenza non è quella dei milioni di giovani con titolo di studio che fuggono all’estero per inseguire una carriera.
No.
L’emergenza sono gli immigrati che transitano (si, transitano, perché neanche loro trovano lavoro decente e condizioni di vita degne) nel nostro paese.
Allora direi di cominciare a rimettere le cose in ordine giusto.
Gli immigrati fuggono da guerre, fame e miseria. Accettano di lavorare in condizioni a volte inumane pur di mandare qualche euro a casa. Se proprio volete il mio parere hanno un coraggio e una forza che a noi è sconosciuta.
Meritano rispetto.
Come lo meritavano i nostri che andavano a lavorare in miniera all’estero.
E sapete cos’altro vi dico?
Dico regolarizzazione per tutti gli immigrati presenti in Italia.
Perché è giusto a prescindere.
E perché non sono qui per invaderci ma per aiutare se stessi e noi.
Perché senza immigrati questo paese è vecchio, stanco, viziato e statico.
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